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I vertici dei 5 Stelle in pellegrinaggio da Beppe Grillo

Alla fine del meeting la storica acuta osservazione: «Salvini è inaffidabile»

Tutto ciò che sta accadendo prima della discussione della sfiducia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è abbastanza prevedibile.
Da una parte abbiamo visto Salvini che, forte dei risultati ottenuti alle europee a conferma dei sondaggi, ha voluto avviare la crisi di governo nell’ipotesi concreta di poter governare da solo.
Dall’altra vediamo i 5 Stelle che, sulla base dei medesimi risultati, non vogliono andare alle elezioni anticipate.
Dall’altra ancora si risveglia il PD che, sapendo di essere tagliato fuori adesso e nella prossima legislatura, ha pensato di trovare un accordo politico con i 5 Stelle.
 
Quindi possiamo avanzare la tesi che Salvini ha atteso troppo (Giorgetti glielo aveva detto quando era il momento ti farlo), perché adesso si va a finire a ridosso della Legge di Stabilità, offrendo così il fianco a chi è contrario alle elezioni anticipate.
Per contro, osserviamo che PD e M5S hanno in comune la condizione di perdenti. Situazione confermata da Romano Prodi che, dall’alto del suo passato – glorioso ma ormai superato – ha pensato di dare una specie di imprimatur al matrimonio PD-5S.
Matrimonio certamente non meno strampalato di quello che avvenne più di un anno fa tra Lega e Grillini.
 
Oggi i pentastellati si sono trovati nella casa di Toscana di Beppe Grillo il quale, dopo aver preso a suo tempo le distanze dagli insuccessi del Movimento, ha pensato oggi di voler fare il salvatore della patria.
Dopo la riunione con i vertici del movimento è stata espressa l’acuta osservazione: «Salvini è inaffidabile». 
Cioè non faranno più nulla con lui? Non l'avremmo mai immaginato...
Beh, che il matrimonio fosse finito, era quello che aveva detto Salvini a Ferragosto e pertanto sono giunti a una situazione che era già pacifica.
 
Il quale Salvini, dopo un saggio silenzio, ha ripreso a parlare. E ha fatto male.
Non ci riferiamo alle storie dei migranti «malati immaginari» e «minorenni immaginari», ma alla serie di apparenti ripensamenti sul divorzio dai 5 Stelle.
Sa anche lui che è finita, ma allora perché uscire con frasi che sembrano voler rimettere il dentifricio dentro il tubetto?
Fa bene a prepararsi al dibattito in Senato in tutta serenità.
 
Di certo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta preparando attentamente il suo intervento alle Camere del 20 e 21 agosto prossimi.
È sempre possibile che la vigilia, cioè domani lunedì 19, salga al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del Presidente Mattarella.
Sarebbe una mossa che spiazzerebbe i parlamentari, ma anche una mossa responsabile che potrebbe portargli un secondo mandato con l’incarico di trovare una maggioranza.

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