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Rovereto, rinnovato il voto della Città a Maria Ausiliatrice

Il sindaco Francesco Valduga ai cittadini e al Vescovo Lauro: «Non ci si salva da soli»

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Si è rinnovata oggi l'antica devozione del voto a Maria Ausiliatrice: dal 5 agosto 1703, ininterrottamente, la città si affida a Maria memore di quando nel 1703 la città scampò alla distruzione da parte delle truppe francesi.
Una cerimonia ridotta e senza processione quest'anno, causa Covid.
Un unico momento solenne nella Messa del mattino presieduta dall’arcivescovo Lauro Tisi e animata da una rappresentanza dei cori giovanili delle parrocchie roveretane.

L’accesso alla chiesa è stato consentito ad un centinaio di persone, su prenotazione, perciò su sollecita richiesta del Decanato è stata disposta una diretta televisiva trasmessa in diretta da Telepace.
Dopo l'omelia del Vescovo e la Comunione, è stata data lettura del Voto (il decano don Nicolli ha detto di aver scelto un medico, il dr. Paolo Moscatelli, per sottolineare l’impegno dei sanitari nella pandemia) quindi la consegna del cero votivo da parte del Sindaco Fracesco Valduga ovvero il segno tangibile e storico del rinnovo del voto da parte della città a Maria Ausiliatrice, «Colei che aiuta».
 
Ringraziando per la sua presenza il Vescovo, il Sindaco ha sottolineato il tempo difficile in cui si è celebrata per il 317mo anno la festa patronale.
«Voglio però dire che il distanziamento fisico non è stato corrisposto da un distanziamento sociale. Anzi, la città ha saputo stringersi intorno alle famiglie che stanno subendo il dolore e il lutto.
«Ricordiamo quindi i concittadini che sono mancati a causa della pandemia, ma c’e stata anche una grande capacità di reazione dentro il mondo del lavoro, la grande capacità di non fermarsi, di adattarsi che ha caratterizzato tutte le articolazioni del mondo lavorativo e poi la grande capacità di reagire del mondo dell'associazionismo e del volontariato che ci ha dimostrato che le reti sociali esistono e resistono, e sanno essere stimolo e occasione di solidarietà e di lavoro assieme. E insieme siamo qui ancora una volta da 317 anni a rinnovare il nostro voto.
«È proprio ripensando al tempo che stiamo vivendo che vorrei insistere su due caratteristiche del voto che mi sembrano particolarmente importanti. La prima è quella dell'affidarsi a Maria Ausiliatrice e a Dio, ma siamo consapevoli che Dio è nell'uomo per cui significa anche affidarsi all'uomo. Dobbiamo quindi avere fiducia in noi cittadini, nelle istituzioni, nella capacità di reinventarsi e costruire futuro. Dobbiamo recuperare questo sentimento di fiducia, perchè è la fiducia che ci permette di confinare la paura, che è umana, ma che quando prevale, diventa incontrollata e incontrollabile, paralizza e come dicevo lo scrittore Aldo Zargani espelle l'uomo dall'umano
 
Il sindaco ha proseguito citando Papa Giovanni Paolo II,
«Non abbiate paura, ci ha detto, e ci ha insegnato come tutto possa cambiare e migliorare in relazione all'impegno e alla determinazione di ciascuno. La seconda caratteristica è il fatto che questo sia un voto collettivo. Il futuro dipende dall'azione di ciascuno, ma questa azione sarà tanto più efficace e lungimirante quanto più saprà essere corale.
«L'uomo non è un'isola, ma una parte del continente ci ha detto nel '600 John Donne. È questa capacità di essere comunità la base di una apertura alle comunità e agli altri. Saluto quindi le delegazioni delle città gemellate di Forchheim e Kufstein, qui presenti, e la sindaca di Zarbrze con la quale firmeremo oggi un gemellaggio. Sono anche questi percorsi che si inseriscono in un cammino più grande, che deve partire dalle autonomie locali ed espandersi progressivamente in direzione di una fraternità universale.
«Questo è il tempo della fraternità del dialogo e dell'apertura e non può essere il tempo della chiusura e con questo auspicio di fiducia e di apertura che noi oggi rinnoviamo il nostro voto e ci assumiamo una rinnovata e forte responsabilità collettiva con una forte consapevolezza: quella che ci dice che non ci si salva da soli» ha concluso il Sindaco.
 

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