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8mm di storia: Rovereto e i roveretani nel cinema amatoriale

Al via stasera, 6 ottobre, la rassegna, organizzata dal Laboratorio Storico

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Si apre oggi, 6 ottobre, alle ore 17.30, la rassegna «8mm di storia», una iniziativa nata grazie al Laboratorio di Storia di Rovereto, in collaborazione con il Comune, la Biblioteca Comunale, la Fondazione Museo Civico, il Centro Servizi Culturali e il Mart, che permetterà ai roveretani di riscoprire, attraverso le immagini filmante e raccolte negli archivi, di vedere l’evoluzione della città durante il secolo scorso.
Un progetto che affonda le radici nel novembre 2007, quando si tenne la manifestazione «Pellicole»: tre serate di proiezioni presso l’Auditorium Melotti: «filmini di famiglia» e amatoriali realizzati da roveretani nel XX secolo.
I video erano originariamente in formato analogico - in 8, super8, 16mm e 35mm - e sono stati digitalizzati per garantirne la conservazione e la fruizione.
 
In seguito al successo dell’iniziativa, nel corso dei successivi anni è continuata la raccolta di queste preziose fonti, grazie anche all’impegno del Laboratorio di storia di Rovereto e alla disponibilità di altri cittadini che hanno donato i loro «home movies».
Questa nuova rassegna prende le mosse esattamente da dove le prese Pellicole, cioè dagli anni Venti del secolo scorso, con i film celebrativi dei due grandi eventi cittadini del decennio – l’arrivo della Campana dei Caduti (1925, regia di Luca Comerio) e la costruzione della Centrale idroelettrica del Ponale (1929, regia di Silvio Pozzini) – e si chiude con un videoclip punk (1989, autodiretto), che segna anche la fine di questa storia cinematografica settantennale e del cinema amatoriale su pellicola.
In mezzo, tante e tante storie di soggetti pubblici e privati, incastonate in una sequenza cronologica (anni Venti/Quaranta, Cinquanta/Sessanta, Settanta/Ottanta) costruita attorno a tre nuclei tematici: le riprese di Alessandro Lenner, i bambini, la montagna.
 
Nessun intento nostalgico ha suggerito, allora come oggi, di procedere in questo lavoro di recupero e valorizzazione della memoria filmica della città, al fondo di esso c’è soltanto l’idea che la ricerca storica, così come da sempre l’ha intesa il Laboratorio di storia di Rovereto, non può fare a meno di quanto hanno prodotto la fotografia e il cinema nel loro sforzo di raccontare e mostrare, eternandola, la vita degli uomini e delle donne che recitano in quel teatro immaginario e immaginifico, dolce e crudele, che è la Storia.
L’attività di digitalizzazione ha oggi reso disponibili ulteriori filmati: l’iniziativa «8 mm di storia. Rovereto e i roveretani nel cinema amatoriale» prevista per i 6,7, e 8 ottobre vuole essere un momento di restituzione pubblica del lavoro realizzato, per far conoscere un patrimonio così prezioso.
 
La prima serata sarà introdotta dalla conferenza «Open Families. Immagini perdute, visioni ritrovate» di Marco Bertozzi, docente all’Università IUAV di Venezia Musica.
Le memorie visive – anche private - sono un bene collettivo al pari dei libri e degli archivi conservati in Tartarotti.
Le storie raccontate sono tante (alcune già viste nel 2007 e riproposte per la loro peculiarità) e si susseguiranno cronologicamente nelle tre serate: anni ‘20-‘40, ‘50-’60 e ‘70-’80.
Gli argomenti sono diversi: dopo un primo focus sulle riprese di Alessandro Lenner i protagonisti saranno i bambini e la montagna.
Rovereto con «8 mm di storia» spera di stimolare così un’ulteriore raccolta di materiali presso la cittadinanza, dimostrando il valore delle pellicole «private» per la storia della comunità intera… e la loro bellezza.
 
Dopo la prima giornata, che si apre alle 17.30 con la conferenza di Bertozzi presso la Sala Conferenza Mart, le proiezioni di svolgeranno anche nelle giornate di domani e venerdì nell’Auditorium Melotti.
Le immagini saranno accompagnate dalle note del pianoforte di Francesca Aste nella prima serata, del violoncello e dalla voce di Daniela Savoldi nella seconda e dal Dj Everest Pansi venerdì.

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