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Rovereto: al via la Stagione Teatrale 2021-2022

Grandi interpreti, temi importanti, musica, attenzione alle famiglie: il palcoscenico dello Zandonai torna ad animarsi dopo un anno di pandemia

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Il sipario si sta per alzare sulla stagione teatrale 2021-2022 del Teatro Zandonai di Rovereto. Un calendario ricco di appuntamenti che spaziano su vari temi e che intercetta i diversi gusti, con il teatro della parola, la musica, spettacoli destinati alle famiglie come ad un pubblico più esigente.
 
E così il palcoscenico recupera la sua dimensione di luogo di confronto sulla nostra società, a partire dalla discussione sul ruolo della donna: dalle vite in musica della Carmen di Bizet e della Conchita di Zandonai messe a confronto, alla figura classica della tragedia di Clitemnestra, alle riflessioni sul ruolo della donna nel testo di Michela Murgia.
E ancora gli esempi di donne valorose portate sul palcoscenico da Lella Costa o la genuinità dei personaggi di Natalia Ginzburg, rappresentati da Maria Amelia Monti.
Il teatro incarna così quella vocazione che fin dalla sua origine lo vede come un centro del pensiero, dove si riflette sulla nostra condizione, sul rapporto su ragione e sentimento e dove dal palcoscenico vengono lanciati messaggi che sedimentano nel pubblico e creano dibattito.
 

 
Il pubblico avrà occasione di guardare la vita rappresentata in tutta la sua bellezza e crudeltà, come nello «Zorro» di Margaret Mazzantini, interpretato da Sergio Castellitto, nella rivisitazione dell’Opera da Tre Soldi, il «Peachum» di Fausto Paravidino, con Rocco Papaleo, o in Doppelgänger, lo spettacolo di teatrodanza della «nostra» compagnia Abbondanza/Bertoni.
Ma la stagione di Rovereto è anche musica, con opere corali come «Stelle di Broadway», «Feste», «Notre Dame, il Mistero della Cattedrale», il racconto di una Sardegna onirica del «Venditore di Metafore» e la dissacrante ironia di Enzo Jannacci interpretato da Elio.
«Un cartellone davvero ricchissimo – commenta l’Assessora alla Cultura, Micol Cossali – che risponde a quella voglia di riappropriarsi di quegli spazi che ci sono stati per troppo tempo sottratti e dei quali sentiamo più che mai ora il bisogno, con una contaminazione di generi che certamente potrà soddisfare i gusti più diversi.»
 

 
Molte le richieste già pervenute anche da fuori Rovereto per vedere spettacoli come Oblivion, che prevede già oggi tre repliche per far fronte alla domanda e venire incontro agli abbonati della stagione 2020-2021, interrotta dal Covid che, non avendo richiesto il rimborso, troveranno quest’anno molte agevolazioni. In assenza della possibilità di abbonamento, una scelta dettata dal poter favorire la maggior flessibilità, esibendo il tesserino dello scarso anno, si potrà accedere gratuitamente al parcheggio del Mart e saranno effettuati sconti sui biglietti dei Concerti e della rassegna «Sipario d’Oro» nel 2022.
Inoltre ai tesserati viene confermata la prelazione quando sarà possibile riabbonarsi nel prossimo anno.
È stata inoltre ridotta la tariffa studenti e con un biglietto unico a 5 euro.


 
A fianco alla stagione teatrale «tradizionale», quest’anno Rovereto ha voluto creare, in collaborazione con il Coordinamento Teatrale Trentino, una rassegna che mira a valorizzare le produzioni dove sono presenti attori, registi, scenografi trentini.
«Si tratta di un modo – ha spiegato Claudia Gelmi, direttrice del Coordinamento Teatrale Trentino – per dare un segnale dopo la pandemia, con una mappatura di quanto avviene in Regione e non solo.»
Otto gli spettacoli scelti per questa stagione: Pandora, non aprire quel vaso, regia di Michela Embrìaco; Bunker, di Michele Comite; Jacques e il suo padrone, di Milan Kundera; Il famoso canto di Natale del signor Dickens, di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj; La grande nevicata dell’85, di Pino Loperfido; Left(l)over, diretta da Martina Testa; La Finestra/Das Fenster, portato in scena dal Collettivo Soma; Segantini, di Giuseppe Amato.
 
Alla stagione dello Zandonai, si affianca inoltre il Festival AltreTendenze, che da novembre a maggio porterà in scena, a cura del Centro Servizi Santa Chiara, cinque spettacoli di teatro più sperimentale: «Madre», del Teatro delle Albe/Ravenna Teatro; 50 minuti di ritardo, prodotto da Malmadur; Fuck me(n), di Evoé Teatro; Radio Ghetto, produzione Cranpi, Teatro Studio Uno; Fensten, regia di Marco Lorenzi.

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