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OrienteOccidente: il corpo della protesta

A cura di Daniele Ninarello e Mariella Popolla – Insieme a ragazzi e ragazze dei licei Da Vinci, Rosmini, Bonporti, contro la cultura della violenza

Oltre il 22% degli studenti in Italia dichiara di essere stato vittima di bullismo e più del 16% ammette di aver preso parte attivamente a episodi di violenza verso un compagno o compagna. Anche sulla base di questi dati si muove il progetto «NOBODY NOBODY NOBODY. It’s ok not to be ok. Collective experience» del coreografo Daniele Ninarello che, dopo Torino e Berlino arriva a Trento. Coadiuvato dalla sociologa Mariella Popolla, il coreografo guida ragazzi e ragazze dei licei Da Vinci, Rosmini e Bonporti di Trento in momenti di apertura e condivisione per attivare proteste contro violenza, sopraffazione, bullismo.
Il percorso si concluderà il 27 maggio, quando ragazzi e ragazze danno appuntamento alla città in via Belenzani alle ore 16 per far sentire la loro voce.
 
Performance e ricerca laboratoriale si uniscono in NOBODY NOBODY NOBODY. It’s ok not to be ok. Collective experience, l'articolato progetto di Daniele Ninarello già ospite nella sua versione spettacolare all'edizione 2021 di Oriente Occidente Dance Festival e nel mese di dicembre al Teatro Sanbàpolis di Trento grazie alla collaborazione con il Centro Santa Chiara.
 
La ricerca artistica del coreografo – sostenuta da Oriente Occidente – si concentra sul corpo come strumento politico e utilizza il movimento come azione di protesta contro il bullismo e la mascolinità tossica e nasce da pratiche solitarie e meditative sviluppate da Ninarello nel corso dei primi mesi di lockdown, che ha costretto i corpi al distanziamento e alla solitudine.
Le pratiche vogliono essere un allenamento all’esposizione della propria vulnerabilità come condizione attraverso cui agire la propria rivoluzione.
Il sottotitolo «Appunti, celebrazione e proteste di un corpo vulnerabile» ne racconta i contenuti, tradotti in un progetto di residenza artistica che Ninarello sta condividendo con studenti e studentesse di tre scuole superiori di Trento, anche grazie al sostegno della Fondazione Caritro: il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, il Liceo Musicale e Coreutico F.A Bonporti e il Liceo Antonio Rosmini.
 
A partire dal mese di gennaio scorso infatti dieci classi degli istituti, per un totale di circa 250 ragazzi e ragazze seguono diversi incontri di dialogo e ricerca guidati direttamente dal coreografo Daniele Ninarello e dalla sociologa Mariella Popolla, che attraverso tecniche tipiche dell’educazione non formale e momenti di assemblea lasciano spazio alla condivisione e all’ascolto, nella ricerca di strategie e posture per raccontare esperienze di sopraffazione e violenza che molti ragazzi e ragazze ancora attraversano.
 
Infatti, secondo gli ultimi dati relativi al monitoraggio dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo nelle scuole italiane del 2021 curato dalla Piattaforma Elisa – piattaforma nata nel 2018 da Miur in collaborazione con l’Università di Firenze – gli episodi di prepotenza tra pari sono un fenomeno che coinvolge ancora un numero considerevole di studenti e studentesse, soprattutto nelle modalità faccia a faccia.
 
Hanno partecipato al monitoraggio 765 scuole secondarie di secondo grado (più di un quarto degli istituti superiori italiani) per un totale di 314.500 studenti e studentesse.
Di loro, il 22,3% dichiara di essere stato vittima di bullismo da parte dei pari e il 18,2% ammette di aver preso parte attivamente a episodi di bullismo verso un compagno o una compagna.
Si riducono le percentuali parlando di cyberbullismo: l’8,4% dei giovani intervistati ha subito violenza attraverso il web, il 7% è chi ammette di averla agita.
Le motivazioni che guidano la violenza sembrano essere per lo più basate sul pregiudizio: il 7% risulta aver subito prepotenze a causa del background etnico, il 6,4% è vittima di omofobia mentre il 5,4% ha subito violenza a causa di una disabilità.
 
A Trento, secondo Mariella Popolla, la situazione è diversa rispetto ad altre realtà: «Ci aspettavamo di lavorare sulla sopraffazione tra pari, mentre qui il nemico sembra essere il mondo adulto», spiega. «E quel che ci ha stupito molto è che quando abbiamo dato loro la possibilità di dire qualcosa, di ribellarsi all’oppressione degli adulti di cui si lamentavano non riuscivano a rispondere e a fare nulla».
Aggiunge Daniele Ninarello: «Gli incontri nascono proprio con l’intento poter fare ricerca e lavorare con adolescenti e studenti delle scuole superiori, avvicinandoli alla pratica artistica come strumento per sollevare questioni culturali e politiche, dando al loro corpo la possibilità di esprimere ciò che vogliono veramente e non ciò che hanno imparato a desiderare per sentirsi inclusi».
 
Durante gli appuntamenti Ninarello e Popolla hanno invitato i ragazzi e le ragazze a scrivere degli hashtag per tradurre il loro disagio e quindi le loro proteste.
Gli hashtag, insieme ad alcune fotografie scattate da Giulia Lenzi, hanno dato vita ad una serie di manifesti che in questi giorni stanno riempiendo i muri di Trento.
I poster sono stati graficamente realizzati Luca Bombardelli, studente dell’Istituto per le Arti Grafiche Artigianelli.
I ragazzi e le ragazze partecipanti concluderanno il percorso il 27 maggio alle ore 16 in via Belenzani a Trento.
L’invito è aperto a tutta la città ed è inserito nella tre giorni organizzata dal Comune di Trento – che patrocina il progetto nella sua interezza – in occasione dell’anniversario della Convenzione dei Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

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