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Restituito domenica scorsa con una cerimonia toccante

Restaurato il chiostro del '400 della Chiesa di Santa Maria del Carmine di Rovereto

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È stata una cerimonia semplice quanto toccante quella con cui quest’ultima domenica 8 ottobre è stato restituito alla comunità di Rovereto lo storico chiostro della Chiesa di Santa Maria del Carmine, o del Monte Carmelo.
Il prezioso manufatto risale alla seconda metà del 1400 ed era parte di un convento che ospitò le suore carmelitane.
Da lungo tempo richiedeva un suo restauro, reso possibile con il concorso alla spesa della diocesi di Trento, della Soprintendenza di Trento e grazie a contributi pubblici e privati.
 
Il delicato lavoro, durato circa due anni, è stato eseguito con grande professionalità da parte della ditta OCRA Restauri di Barbara Tomasoni e Cristina Gasperotti, che ha potuto avvalersi dei propri validi collaboratori.
Sono tornate a risplendere le venti colonne marmoree e le diciotto lapidi ornate da fregi e da stemmi gentilizi, che ricordano che in quel luogo furono seppelliti molti appartenenti a nobili famiglie di Rovereto.
Presenti molti cittadini, della parrocchia di Santa Maria, come pure di altri quartieri.
Ad accogliere tutti l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e l’attuale parroco don Giuseppe Mihelcic.
 

 
Accanto a loro pure i precedenti parroci, che si presero a cuore questo restauro, quali don Francesco Scarin (dal 2013 al 2019) e don Rolando Covi (dal 2019 al 2022), mentre era assente per malattia don Enrico Finotti (dal 2001 al 2013).
Dopo i saluti iniziali di don Giuseppe e gli apprezzamenti della Vice Sindaco Giulia Robol, è toccato a Barbara Tomasoni raccontare con parole chiare quanto comprensibilmente emozionate il compito affidato alla sua ditta, il percorso dei lavori e quanto è stato scoperto grazie a questo importante intervento.
Ne è uscita una narrazione coinvolgente, di una lunga storia della chiesa, costruita tra il 1200 e il 1300 dalla famiglia dei Conti di Castelbarco, del convento, del chiostro e dei vari fabbricati che lì si sono succeduti nel tempo.
 
Descritti minuziosamente i dipinti e gli affreschi che ora sono ben visibili sui quattro lati del chiostro stesso.
Una vera e propria restituzione alla città di un gioiello assolutamente prezioso e originale, che racchiude la storia di una Rovereto che già a quel tempo mostrava tanta fede quanto grande laboriosità e forte senso di comunità.
Monsignor Tisi ha avuto subito accorate parole di ringraziamento per la folta partecipazione e per la tenacia dei vari parroci nell’aver voluto fortemente questo restauro.
 

 
«Deve ritornare ad essere uno spazio del silenzio, ma pure luogo d’incontro – è stato un suo significativo passaggio. – Perché non fermarci qui tutte e tutti assieme prima e dopo la Santa Messa per salutarci, per raccontarci di noi e delle nostre famiglie e per berci in serenità anche un buon bicchiere di vino? Questo è fare comunità.»
Un invito accolto con grande favore e con un sorriso da parte di tutti i presenti. Monsignor Tisi ha doverosamente ricordato anche il sacrestano Luigi Andreolli, vilmente assassinato nel 2012 sulle scale che portano al suo appartamento.
 
Nella gradita occasione, Adolfo Eccher ha voluto donare alla parrocchia di Santa Maria del Carmine una bellissima icona policroma realizzata dall’artista Fabio Nones.
La benedizione del luogo da parte del vescovo Tisi ha preceduto il giusto e ben augurante brindisi finale, in un clima di sincera viva familiarità comunitaria.

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