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Niente casetta dell’APT a Borgo Sacco di Rovereto

«Sembra l’ennesimo episodio col quale Rovereto si è procurata il male da sola»

Le cronache roveretane di questi giorni ci parlano di un tempestivo e inaspettato intervento del Sindaco Francesco Valduga per bloccare d’imperio l’allestimento di una casetta in legno per conto dell’Azienda di Promozione Turistica di Rovereto e della Vallagarina a Borgo Sacco, accanto alla storica torre civica.
Secondo altri giornali, il Sindaco ha ritenuto incompatibile quel posto per aspetti legati soprattutto all’architettura degli immobili circostanti, all’estetica della casetta stessa e al venir meno di alcuni parcheggi (due...).
Tutto questo dopo ripetuti sopralluoghi, dopo che un paio di Assessori comunali avevano dato il loro benestare e che gli uffici comunali preposti avevano rilasciato via mail l’autorizzazione necessaria.
Stando così le cose, il direttore dell’APT aveva proceduto comprensibilmente all’installazione della casetta.
 
Lo scopo primario della casetta turistico-informativ,a lì in Piazza Fabio Filzi a Borgo Sacco, era chiaramente quello di catturare la preziosa attenzione delle centinaia (c’è chi parla di migliaia) di turisti in bicicletta, che ormai da anni percorrono la pista ciclabile lungo l’Adige, per dirigersi sul lago di Garda o persino verso Verona.
Il turismo in bicicletta, come da molti anni succede in Austria, Germania, Olanda e Francia, anche in Italia sta diventando una modalità in forte crescita.
Così lo è anche per la nostra Rovereto, Città della Pace ma pure Città Turistica.
Il posizionamento lì a Borgo Sacco era stato ben studiato e ben valutato dalla nostra APT in termini di marketing turistico.
Avrebbe costituito un forte richiamo anche per lo stesso Borgo Sacco: pensiamo ai bar, ai ristoranti, alle gelaterie, ai negozi, ai b&b che su quella piazza o lì vicino vi sono.
 
Ma da lì, percorrendo viale Vittoria verso il centro città, le ricadute sarebbero state altre e non poche. Insomma, ritengo che dalla casetta posizionata lì in piazza Borgo Sacco avrebbe ricavato un più che egregio beneficio, sia come attività economiche che come comunità.
Penso a una simile operazione promossa in qualsiasi piazza dell’Alto Adige, territorio che - quello sì - sa molto bene richiamare e valorizzare il ciclo-turismo.
Ritengo che la casetta sarebbe stata posizionata senza alcuna difficoltà. Basti andare, ad esempio, nei paesi lungo la val Pusteria.
In conclusione, sembra di essere innanzi all’ennesimo episodio col quale Rovereto si è procurata del male da sola.
Mi auguro ci siano intelligenza e buon senso per rimediare e per far sì che la nostra città sappia meglio «giocare» di squadra e meglio mostrare le sue esclusive bellezze.
 
Paolo Farinati

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