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Festival Oriente Occidente 2018, bilancio e prospettive future

Oltre 12mila presenze e sempre più reti internazionali per progetti di produzione nell’ambito della danza contemporanea

Oriente Occidente Dance Festival 2018 – in programma a Rovereto dal 31 agosto all’8 settembre – è giunto alla conclusione.
Nove giorni densissimi di spettacoli di danza contemporanea, ma anche di incontri, laboratori, iniziative di coinvolgimento della cittadinanza.
Il bilancio è molto più che positivo. Oltre 12mila le presenze contate nei teatri, nelle piazze, nelle sale prove e negli spazi che hanno animato Rovereto, rendendo viva l’intera città. La 38esima edizione del Festival era dedicata quest’anno alla Nuova Via della Seta, l’iniziativa strategica avviata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping.
Una decisione che ha suscitato le reazioni entusiastiche di molti esponenti del giornalismo e della ricerca in ambito di geopolitica.
 
In particolare Lucio Caracciolo, uno dei massimi esperti di geopolitica italiani, ha definito una «straordinaria intuizione» la decisione di dedicare un festival di danza contemporanea alle nuove dinamiche politiche, geografiche e culturali, cogliendo la tendenza di ciò che è in atto oggi a livello mondiale.
Per inserirsi sempre più nei moderni «traffici» artistici internazionali, il Festival si muove sempre più nella direzione dei progetti di coproduzione, in rete con istituzioni di tutto il mondo.
Già quest’anno Oriente Occidente ha ospitato 9 prime assolute, 9 prime nazionali, 8 creazioni “site specific” e 5 anteprime, di cui 12 coproduzioni internazionali e nazionali realizzate in collaborazione con 38 istituzioni nazionali e internazionali.
 
Lanfranco Cis, direttore artistico: «Due aspetti in particolare sono emersi in questa edizione del Festival. Da una parte la grande partecipazione di pubblico che ha riempito i teatri e le piazze, sia per gli spettacoli che per la sezione Linguaggi.
«La città come ogni anno si riappropria non solo dei suoi luoghi di spettacoli, ma anche degli spazi pubblici che vengono animati da spettacoli open air graditissimi da adulti e bambini.
«Rovereto si rende non solo vetrina del Festival, ma protagonista essa stessa della programmazione.»
 
«Dall’altra parte questa edizione 2018 è segnata – prosegue Cis, – oltre che dalla consueta presenza della stampa nazionale e internazionale, da una massiccia presenza di operatori del settore provenienti dalle maggiori istituzioni della danza italiane e straniere.
«Tramite queste relazioni, coltivate nel corso dell’anno e giunte a compimento negli incontri dedicati a ciascun ospite durante questi primi giorni del Festival, Oriente Occidente vuole gettare le basi per i progetti dei prossimi anni.
«Tramite tali proficui incontri con operatori italiani, ma soprattutto con operatori stranieri, abbiamo già stretto alcune ipotesi di lavoro congiunte.»
 
In particolare sono in fase di avvio nuovi progetti con l’Ungheria (Trafó House of Contemporary Arts di Budapest) e altri paesi dell’Europa centrale, l’Armenia (Nca Small Theatre), la Francia (Théâtre National de Chaillot) e naturalmente con l’estremo Oriente, in primis la Cina (Shanghai International Dance Center), oltre alle progettualità già attive con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e molte altre istituzioni.
Oriente Occidente Dance Festival si muove dunque per essere sempre più non solo una programmazione di spettacoli, ma un reale momento di incontro per stabilire reti di connessione e proiettarsi sempre più nella scena internazionale come luogo di ospitalità, produzione e ricerca della danza contemporanea.

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