Antartide: distacco di enorme iceberg dalla piattaforma Brunt

La rottura ha provocato un’onda sismica che è stata registrata dai sismografi italo-argentini

Come riporta il British Antarctic Survey (BAS), domenica 22 gennaio un enorme iceberg di 1.550 km², grande quasi quanto la città di Londra, si è staccato dalla Piattaforma di ghiaccio di Brunt in Antartide.
La rottura dell’iceberg è stata misurata anche dagli strumenti della stazione BELA della Rete Sismografica Antartica Italo-Argentina (Antarctic Seismographic Argentinean Italian Network - ASAIN) gestita dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) in collaborazione con la Direccion Nacional del Antartico (DNA)/Istituto Antartico Argentino (IAA) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (Pnra).
Per farsi un’idea, il comune di Trento si estende su una superficie di 156 km² e il Trentino su 6.200 km².
 
«I segnali sismici determinati della rottura della Piattaforma  di Brunt, avvenuta a circa 400 chilometri di distanza dalla stazione BELA, sono stati registrati a partire dalle ore 12 UTC e sono continuati fino alle 16 UTC», – spiega Milton Percy Plasencia Linares, sismologo del Centro di Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, attualmente impegnato nella 38ª campagna del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra) finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e gestito dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) per la pianificazione logistica e dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per la programmazione scientifica.
 
«Come riportato dai glaciologi del British Antarctic Survey che da anni monitorano la dinamica  della piattaforma di ghiaccio Brunt, il distacco fa parte del comportamento naturale della piattaforma» – spiega Fausto Ferraccioli, direttore della Sezione di Geofisica dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) ed esperto nell’esplorazione geofisica  delle calotte polari.
La rete opera in Antartide dal 1995 ed è costituita da 7 stazioni a banda larga collegate in tempo reale via satellite con l’Ogs e l’IAA, e distribuisce dati in tempo reale alle principali infrastrutture: IRIS (Incorporated Research Institutions for Seismology), ORFEUS (Observatories and Research Facilities for European Seismology) e GEOFON (GEOFOrschungsNetz).
 
La rete opera in Antartide dal 1995 ed è costituita da 7 stazioni a banda larga collegate in tempo reale via satellite con l’Ogs e l’IAA, e distribuisce dati in tempo reale a IRIS (Incorporated Research Institutions for Seismology), ORFEUS (Observatories and Research Facilities for European Seismology) e GEOFON (GEOFOrschungsNetz).
«La rete è uno strumento fondamentale per gli studi sulla sismicità regionale e sulle sorgenti sismiche attive nell’area e per ricerche sulla struttura litosferica del Mare di Scozia. Inoltre, migliora le capacità di rilevamento delle reti sismiche mondiali, – spiega Plasencia Linares. – La vicinanza delle stazioni sismiche al continente antartico e il loro funzionamento continuativo nel lungo periodo la rendono un osservatorio privilegiato dei crio-sismi, ovvero la sismicità che deriva da processi di rottura nel ghiaccio, lungo la Penisola Antartica.»