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Giornata della Marina Militare nell'anno del 160° anniversario

Giovedì 10 giugno 2021, presso il Piazzale della Campanella dell’antico Arsenale di Venezia, si sono svolte le celebrazioni

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Giovedì 10 giugno 2021, presso il Piazzale della Campanella dell’antico Arsenale di Venezia, si sono svolte le celebrazioni per la Giornata della Marina 2021, alla presenza del Sig. Prefetto di Venezia Dott. Vittorio Zappalorto, accompagnato dal Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi e del Presidio Marina Militare di Venezia Contrammiraglio Andrea Romani, e dei Titolari dei Comandi della Marina Militare della sede.
Evento saliente della cerimonia è stata la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento ai caduti del mare presente nel Piazzale della Campanella, nel pieno rispetto delle misure necessarie a contenere la diffusione del Covid-19.
La storia della Marina Militare costituisce un prezioso patrimonio di valori e tradizioni che ogni marinaio custodisce e trasmette nell’ordinaria quotidianità dello svolgimento del proprio servizio a protezione e a supporto della Nazione e dei suoi cittadini, garantendo come missione primaria la sicurezza dal mare e sul mare e svolgendo attività umanitarie ed emergenziali, di soccorso e assistenza medico-sanitaria.
 
Nel Mediterraneo con l’operazione Mare Sicuro per il controllo dei flussi migratori; nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Guinea con la missione europea Atalanta e quella nazionale Gabinia per il contrasto alla pirateria. E ancora nel Golfo Persico, in Mar Rosso e nel Mar Artico, solo per citarne alcune, le attività della Marina non si sono mai fermate grazie all’impegno silente e costante di ufficiali, sottufficiali, graduati, marinai e del personale civile che assicurano sempre impegni istituzionali a livello nazionale e internazionale, contribuendo alla stabilità e alla sicurezza del Paese anche durante l’emergenza pandemica ancora in corso.
Proprio nelle attività di contrasto al COVID-19 la Marina Militare ha dato il suo contributo fornendo uomini e mezzi a supporto del Sistema nazionale di Protezione civile.
Degli oltre 100.000 militari resi disponibili dalla Difesa dall’inizio dell’emergenza sanitaria COVID-19, ben 20.000 sono uomini e donne della Marina Militare.
 
Il nostro personale specialistico è stato inviato in supporto al Servizio Sanitario nazionale, con un coinvolgimento che ha toccato punte di oltre 130 unità, tra medici, infermieri e tecnici sanitari, impiegate in diverse aree del paese.
Questa giornata di festa è dedicata alle donne e agli uomini altamente qualificati che formano l’equipaggio della Marina Militare e che con passione e orgoglio si dedicano ogni giorno al bene comune.
La generosità e la carica umana con cui il personale della Forza Armata affronta ogni sfida non passano inosservate e diventano «esperienze» essenziali a completare, con addestramento e valori fondanti, il bagaglio professionale di ogni marinaio.
 

 
  Approfondimenti 
Con la Giornata della Marina la Forza Armata celebra l’anniversario dell’Azione di Premuda del 10 giugno 1918, una delle più significative e ardite azioni compiute sul mare durante la Prima guerra mondiale, quando i MAS 15 e 21 attaccarono una potente formazione navale austriaca.
La sezione dei due MAS, guidata dal Capitano di Corvetta Luigi Rizzo (capo sezione) e al comando rispettivamente del Capo Timoniere Armando Gori e del Guardiamarina Giuseppe Aonzo, affondò all'alba del 10 giugno 1918, la corazzata Szent Istvan (Santo Stefano).
L'azione stroncò sul nascere una pericolosa incursione che il grosso della flotta austriaca si predisponeva a compiere contro lo sbarramento antisommergibili organizzato dagli Alleati nel Canale d'Otranto, per precludere l'accesso all'Adriatico ai sommergibili tedeschi.
Nella notte fra il 9 e il 10 Giugno 1918 la sezione dei due MAS, lasciava il porto di Ancona dirigendosi verso l'isola di Premuda dove avrebbe dovuto effettuare un normale rastrellamento allo scopo di accertare la presenza in zona di campi minati.
 
Durante le operazioni di rastrellamento le unità intercettarono la potente squadra navale avversaria composta da due Navi da battaglia, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, stava dirigendo verso il Canale di Otranto. Ebbe così origine l’azione nel corso della quale, a conclusione di un attacco condotto con incredibile audacia e grande perizia, il Comandante Rizzo silurò ed affondò all'alba del 10 giugno 1918, la Nave da battaglia Szent Istvan.
A Luigi Rizzo, già decorato con Medaglia d'Oro al valor militare per aver forzato sei mesi prima il porto di Trieste affondandovi la Nave da battaglia Wien venne attribuita, per questa impresa una seconda Medaglia d'Oro.
L’azione di Premuda ebbe conseguenze ben più importante dell'affondamento di una singola nave, poiché l'impresa bloccò sul nascere l'attuazione di un piano politico e strategico inteso a contestare la supremazia navale finora dimostrata dal nostro Paese in Adriatico.
 
La flotta austriaca infatti si trovava in mare nel supremo tentativo di uscire da una lunga ed umiliante situazione d'inerzia. Il piano dell'Ammiraglio Horty era chiaro: attaccare all'improvviso le unità di vigilanza del Canale di Otranto e le forze leggere di protezione italo-franco-inglesi distruggendole prima che la parte più consistente della flotta alleata, concentrata a Taranto e a Corfù, potesse intervenire.
I siluri di Luigi Rizzo, colpendo una importante aliquota delle forze avversarie e facendo crollare l'elemento sorpresa, troncarono l'impresa sul nascere, costringendo la flotta austriaca a rinunciare definitivamente all'ambizioso progetto e costringendola ad una definitiva e distruttiva inerzia.
La messa in sicurezza dell’Adriatico, e la protezione delle vitali linee di comunicazione marittima che dagli oceani al Mediterraneo alimentavano l’Italia, furono una indispensabile premessa alla Vittoria finale.
Le giornate celebrative delle Forze Armate, compresa quella della Marina Militare, furono istituite nel 1939. Nel periodo dal 1950 al 1964 la Giornata fu celebrata il giorno di Santa Barbara (4 dicembre). Dal 1964, la ricorrenza è stata definitivamente riportata al 10 giugno.

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