Home | Interno | Parità di Genere | Donne e scienza: abbattere gli stereotipi culturali

Donne e scienza: abbattere gli stereotipi culturali

Ieri pomeriggio a Trento l’incontro per promuovere la partecipazione femminile al mondo delle scienze e della tecnologia

image

>
Sulla base dei dati Istat 2021, oltre la metà dei laureati italiani sono donne. Di queste, tuttavia, solo 16 su 100 hanno un titolo in discipline STEM, acronimo inglese che indica le materie scientifiche (letteralmente Science, Technology, Engineering e Mathematics). Gli uomini, invece, sono il 35%. Contribuire a colmare questo divario in termini di presenza ma anche di narrazione era tra gli obiettivi principali dell’incontro svoltosi questo pomeriggio a Trento: «Ritratti – Le prime laureate STEM dell’Ateneo Trentino».
L’evento, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento,  AIDIA Trento e il Consiglio delle Donne del Comune di Trento, con il patrocinio dell’Università di Trento, Provincia Autonoma di Trento, Ordine degli Architetti della Provincia di Trento e Fondazione Negrelli, è stato un’occasione per celebrare le professionalità declinate al femminile e raccontare le storie di donne sicuramente eccezionali per il capoluogo e l’Ateneo trentino: le prime ad essersi messe in gioco, con scelte anche controcorrente e coraggiose, per dedicarsi alla matematica, all’ingegneria, alle scienze cognitive.
 
Ospiti di spicco a Palazzo Geremia Amalia Ercoli Finzi (in collegamento), prima donna laureata in Ingegneria aerospaziale in Italia, e Maria Acrivoulis, architetto e presidente di AIDIA nazionale. Successivamente, il pubblico ha ascoltato le testimonianze delle prime laureate STEM dell’Università di Trento, moderate dalla giornalista Francesca Merz: Paola Dallago, Ingegneria Civile; Francesca Chinetti, Ingegneria dei Materiali; Barbara Froner, Ingegneria dell'Informazione; Maria Alba Cesarini Sforza, Matematica; Camilla Lenti e Veronica Cembrani, Scienze Cognitive.
«Diffondere gli esempi positivi di donne che hanno realizzato i propri obiettivi di studio e professionali, può aiutare a colmare il divario di genere che ancora oggi caratterizza le discipline STEM – ha detto in apertura Silvia Di Rosa, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri, – Nel mondo della scienza e della ricerca il gap tra donne e uomini in termini di formazione, occupazione e possibilità di carriera è ancora enorme ed è dovuto a fattori culturali. Per questo abbiamo voluto ribadire che donne e uomini devono avere le stesse possibilità, devono essere liberi di scegliere».
 

 
«Siete un modello positivo, abbiamo bisogno di voi e del vostro esempio, grazie per quello che rappresentate - ha detto l’assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti nel rivolgersi alle prime donne laureate STEM dell’Ateneo trentino –. Siamo consapevoli che esiste un divario di genere nelle discipline STEM, ma stiamo lavorando con le nostre istituzioni scolastiche per colmare questo divario, per valorizzare e supportare le nostre studentesse, consentire loro una scelta consapevole del proprio percorso scolastico. La nostra scuola – ha concluso l’assessore Bisesti – sta cambiando, ci stiamo approcciando sempre più ad un modello europeo, ad esempio abbiamo introdotto i percorsi quadriennali per le scuole superiori a partire dal prossimo anno. Vogliamo sempre più essere un esempio sano, positivo e virtuoso, aperto ed inclusivo».
 
«Quello dell’equilibrio di genere è un tema particolarmente sentito dall’Università di Trento – ha commentato il Rettore Flavio Deflorian –. Siamo consapevoli che in alcune discipline STEM ci sia un problema di presenza femminile, con un numero di studentesse ancora troppo basso. Iniziative come questa valorizzano le storie di ragazze e donne che hanno scelto di seguire i propri interessi e le proprie passioni al di là di stereotipi e ruoli precostituiti».
«È importante sensibilizzare il mondo scolastico e le istituzioni – ha detto Minella Chilà, Presidente del Consiglio delle Donne del Comune di Trento –. Le donne hanno performance eccellenti nello studio, ma è evidente lo sbilanciamento della loro presenza nelle facoltà scientifiche. Non solo: hanno più difficoltà a essere occupate e a ricoprire ruoli apicali. Più donne laureate nelle materie scientifiche, significano più capitale umano per affrontare le sfide tecnologiche del futuro».
 
Amalia Ercoli Finzi, ingegnera aerospaziale e accademica italiana che è stata fra l’altro consulente scientifica della NASA, ha ricordato come «secondo il World Economic Forum occorrono 135 anni per colmare il gender gap e arrivare alla parità di genere. Nel caso delle materie scientifiche, bisogna agire aiutando le bambine ad orientarsi nel percorso scolastico dalle scuole primarie in poi. È in quel momento che le ragazzine, sotto la pressione di stereotipi e condizionamenti culturali, cominciano a pensare di non essere adatte per matematica e scienze. Ma le materie STEM sono le materie del futuro: chi vorrà avere competenze nelle materie di comando dovrà conoscere le materie STEM. Non solo: la matematica è anche un linguaggio trasversale e universale. E sono proprio le materie STEM quelle che fanno entrare noi donne nel futuro in maniera dignitosa. Anche se per secoli hanno cercato di convincerci che non fossero per noi».

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande