Home | Interno | Parità di Genere | Associazioni femminili in chiave invernale – Di Luciana Grillo

Associazioni femminili in chiave invernale – Di Luciana Grillo

Le sempre più numerose iniziative attivate per diffondere il rispetto per la donna

image

>
In tutto il mondo si parla, intorno al 25 novembre, della violenza contro le donne: si ricorda l’assassinio delle tre sorelle dominicane, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, dette «Las Mariposas» (le Farfalle), assassinate il 25 novembre del 1960 da agenti del servizio segreto militare, sotto la dittatura di Rafael Trujillo.
Quella data è stata designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite «Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne».
Anche le Associazioni femminili si adoperano perché questo impegno non sia soltanto «quel» giorno, ma un periodo più lungo, tutto l’anno o almeno fino al 10 dicembre, «Giornata Internazionale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo (e della donna)».
 
L’Inner Wheel Club Trento Castello Carf ha organizzato – proseguendo nel suo «Salotto d’autore/autrice» – due interessanti incontri che virtualmente aprono e chiudono gli eventi dedicati alla violenza contro le donne.
La presidente del sodalizio, Loredana Bettonte, ha invitato la scrittrice Francesca Romana Mormile a presentare il suo romanzo «Mare loro» (edito da Nutrimenti) suscitando interesse e curiosità nel pubblico in sala.
Mormile ha parlato di diversi, di razzismo, di donne migranti maltrattate, di bambini non accompagnati: migranti come persone e non come numeri, portatori di una propria cultura, lasciati a penare sulle navi che li hanno salvati da disastrosi naufragi, accolti con qualche difficoltà, ma aiutati infine da chi a loro dedica tempo e attenzione…
 

 
Ancora di violenza, ma questa volta politica, ha parlato, durante il secondo appuntamento con il «Salotto d’autore/autrice» la milanese Lucia Tilde Ingrosso che ha scritto sulla giornalista russa Anna Politkovskaja sia un libro per bambini, «Il sogno di Anna» pubblicato da Feltrinelli, che una biografia romanzata, «Anna Politkovskaja - Reporter per amore», per i tipi di Morellini.
Anna ha avuto uno straordinario coraggio, ha voluto svolgere il suo lavoro di giornalista senza compromessi, ha denunciato violenze e soprusi dei russi sui ceceni, ha sacrificato famiglia e vita privata fino ad essere uccisa.
Anche in questa circostanza, il pubblico ha partecipato con intensità ed emozione all’incontro e insieme – autrice, organizzatrici e i presenti – hanno meditato sull’arroganza e la crudeltà dei potenti e sul coraggio di questa come di altre donne.
Pensieri e parole si sono incrociati, da Anna si è passati alle ragazze iraniane che tagliano una ciocca dei loro capelli e alla giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. L’elenco sarebbe troppo lungo…
 

 
F.I.D.A.P.A. – Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di Trento ha voluto essere parte attiva e ha organizzato un interessante incontro per aiutare le donne vittime di violenza a recuperare la propria vita: «Ricostruirsi», dunque, riappropriarsi della dignità calpestata, riacquistare la libertà di pensiero e di azione.
Le relatrici.
Annelise Filz, avvocata esperta in diritto di famiglia e delle persone, che ha parlato della violenza domestica, delle decisioni da prendere sull’uomo che può essere un cattivo marito, ma forse un buon padre, delle donne straniere «oggetti» nelle mani degli uomini di famiglia, e così via;
Eleonora Stenico, avvocata giuslavorista che ha descritto le violenze sul lavoro: sono forme molto gravi di violenza psicologica e verbale che degenerano in mobbing, soprusi e offese fino a costringere la donna a lasciare il posto di lavoro;
Paola Taufer, psicologa e psicoterapeuta, presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità, secondo cui la violenza lede la dignità della donna, una violenza subdola, difficile da individuare, anche uno scherzo con ironia e cattiveria diventa un’arma per ferire la persona.
Sono nuove forme di violenza psicologica come il controllo delle amicizie e degli affetti, insulti e minacce, il controllo dell’abbigliamento o anche solo dire «sei ridicola “ Partono poi le accuse di pazzia, il lavaggio del cervello, il dire «io non ho mai detto»…;
Francesca Ferri, farmacista e ricercatrice, esperta in medicina alternativa dice che chi subisce la violenza arriva ad uno stato di autoisolamento, riconosce una sua incapacità di lavorare e gestire la propria famiglia.

Esistono anche le farmacie a cui rivolgersi, un luogo dove le donne possono accedere senza difficoltà, infatti FEDERFARMA nel 2014 ha messo in atto il PROGETTO MIMOSA.
Durante il periodo del Covid, le farmacie aperte 24 ore al giorno, con operatori sanitari competenti, sono state un punto di riferimento importante. Nelle farmacie le professioniste al 90 % sono donne e anche chi si rivolge a loro spesso è donna.
Gli effetti e i danni dopo una violenza sono vari: danni sessuali, infezioni, problemi ginecologici, fragilità dovuta a gravidanze, insieme a danni psicologici con bisogno di psicologo.
Se una donna si avvicina alla farmacia, può chiedere indicazioni e uno specialista puo’ aiutarla a scegliere la strada giusta.
 

 
Le relatrici sono state presentate da Iva Berasi, presidente di Fidapa, che ha ricordato dati statistici ed ha letto la testimonianza di una nota atleta.
Il Soroptimist International Club di Trento ha seguito una tradizione soroptimista, dunque ha stampato anche quest’anno circa 1000 manifesti che sono stati distribuiti in Farmacie, Scuole, Ambulatori medici, Musei, Palestre, Sedi dell’Università della Terza età e del tempo disponibile, Sede dell’Università dell’Età libera di Rovereto, ecc. Il progetto, definito Orange the World, promosso dall’ONU, da UNWomen, dalla Federazione Europea del Soroptimist International, ha previsto 16 giorni di sensibilizzazione della popolazione, utilizzando per tutte le comunicazioni il colore arancione, simbolo di un futuro senza violenza di genere. Il motto è stato: «Non accettare nessuna forma di violenza – chiama il 1522», il titolo apposto sui manifesti è «Read the signs» per richiamare l’attenzione sui segnali che caratterizzano la violenza domestica: gelosia, controllo, manipolazione, collera.
La presidente Annalisa Bortolotti ha consegnato alcuni manifesti anche in Questura, dove sono stati esposti in luoghi sensibili come l’Ufficio Permessi di soggiorno o l’Ufficio Passaporti e presso il Mercatino di Natale in Piazza Fiera.
 
Cos’altro aggiungere se non la speranza che finalmente non esista più una giornata come questa? E che gli uomini maltrattanti prendano coraggio e decidano di curarsi e guarire?
Di amore non si muore, ma di violenza sì, anche se la violenza non è sessuale o comunque brutale… perché dobbiamo ricordare la violenza che si insinua sotto la pelle delle donne a cui un uomo dice: «Non vali niente», «Non sei capace», «Non sai fare nulla», «Non amministri bene una famiglia», «Non sai educare i tuoi figli», «Sei ridicola»…
Anche per queste parole una donna può morire, la sua morte può essere interiore e può spegnerla, magari nel silenzio e con la complicità di chi dice: «Non avrei mai creduto… una coppia normale…».

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande