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Kaswalder accoglie i vescovi amici del Focolare

Lo speciale carisma di Chiara Lubich, figlia della specialità di questa terra, ha richiamato in Trentino cardinali e vescovi da cinque continenti

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Dopo quella religiosa avvenuta nel Duomo di Trento, la celebrazione laica in Sala Depero ha previsto il saluto delle autorità istituzionali ai 5 cardinali e 23 vescovi venuti a Trento per celebrare il Centenario dalla nascita di Chiara Lubich.
«Quest’oggi grazie alle vostre illustri e graditissime presenze a Trento respira il mondo intero, il mondo che cerca la pace, la concordia, il mondo di chi si impegna per l’autentica promozione dell’uomo.»
Così ha esordito il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder nell’accogliere i religiosi provenienti da tutto il mondo presso la sala splendidamente decorata che fu la prima sede del Consiglio provinciale.
Il presidente ha ricordato la speciale cornice istituzionale dell’autonomia che fece da sfondo alla vita della Lubich, «trentinissima per come ha innestato il suo pensiero e la sua azione su una tradizione collettiva di profondo legame con il credo cristiano e la confessione cattolica… che l’hanno ispirata nell’accendere un focolare così prezioso per le sorti della Chiesa e per l’umanità stessa».
 
Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, ricordando l’ideale che maggiormente stava a cuore a Chiara, quello della fraternità, l’ha definito un «valore universale e laico caro a tutti» ed ha esortato il mondo della politica a farsi guidare dalla convinzione che ciò che unisce le persone è più forte di ciò che le separa.
Noi sindaci, ha aggiunto, dobbiamo avere il «carisma della sintesi» nel mettere insieme e valorizzare tutti. Infine, ha concluso richiamando il ruolo storico della città di Trento, luogo d’incontro, di dialogo e di confronto tra tutte le culture, le religioni e le categorie del pensiero.
 

 
Nel suo perfetto italiano il cardinale thailandese Francis Xavier Kriengsk Kovithavanij, arcivescovo di Bangkog ha invitato a lasciarsi contagiare dal carisma dell’unità di Chiara, il carisma del dialogo e della carità verso ogni uomo e ogni donna, in nome della civiltà dell’amore, incoraggiando a scegliere sempre la via del confronto, con l’augurio che questa terra, crocevia di storie vecchie e nuove, possa rispondere al modello di fraternità universale di Chiara Lubich.
 
Infine, il vicepresidente della Giunta provinciale Mario Tonina, richiamando la vocazione all’incontro tipica della terra trentina che traspare anche dagli splendidi pannelli che decorano la sala Depero, ha citato Alcide Degasperi, che ha saputo rendere grande questo territorio ed ha richiamato lo spirito della cooperazione e della solidarietà che hanno certamente predisposto Chiara Lubich al suo impegno nel diffondere nel mondo intero un messaggio di pace e di comunità sempre più forte ed attuale.
 
Monsignor Lauro Tisi arcivescovo di Trento, aveva aperto la celebrazione religiosa nella cattedrale del Duomo «avvolta nei teli del restauro» lanciando la provocazione di «una Chiesa che non esibisce se stessa, ma racconta al mondo il cantiere quotidiano del Signore»: un messaggio in linea con la spiritualità di Chiara e il cambiamento diffuso nel mondo dalla sua testimonianza di vita vissuta nel Vangelo di Cristo.

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