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Riva del Garda, quando il buonsenso vince sulla burocrazia

Una bambina francese rischiava di essere rimandata in Francia se la Polizia di Stato non si fosse assunta la reponsabilità di attendere un giorno

L’estate rappresenta, soprattutto per i bambini, il momento di massima felicità. Finisce la scuola, le giornate sono dettate dai giochi e dalla possibilità di stare tutto il giorno all’aperto.
Con il caldo arriva anche il momento delle vacanze con i genitori e sempre più spesso con uno solo dei due.
Le famiglie, anche se separate o divorziate, si organizzano e decidono dove trascorrere, separatamente, con i figli le vacanze.
 
Spesso, però, durante le fasi della separazione o del divorzio, i genitori, in qualche modo, pongono divieti o vincoli alla circolazione dei minori e spesso queste limitazioni, a richiesta degli stessi genitori, vengono inserite nelle banche dati delle forze dell’ordine sia a livello nazionale che internazionale.
In questi casi può accadere che quando un genitore si recherà in una zona per la quale vige un divieto potrebbe essere fermato dagli Agenti e nei casi più gravi essere denunciato all’autorità giudiziaria.
Appare del tutto ovvio, che il corollario naturale potrà essere il rientro, volontario o coattivo, dei minori presso i luoghi ove era previsto il loro domicilio.
 
Spesso però, non vi è dolo nel comportamento di entrambi i genitori, perché o dimenticano o sottovalutano gli effetti dei vincoli che promanano dall’emissione dell’Ordine.
Nascono così diversi problemi che devono affrontare le Forze dell’ordine legati proprio alla gestione delle circostanze, in contrapposizione alle ferree regole dettate dalle norme a cui devono attenersi.
Questo è il caso che si è presentato sabato mattina agli investigatori del Commissariato di Polizia di Stato di Riva del Garda.
 
Un papà francese con la figlia si presenta in un noto albergo di Riva con l’idea di trascorrere alcuni giorni in riva al lago.
Deposita alla reception sia la sua carta di identità che quella della figlia e, sereno, si avvia in camera.
Il personale dell’albergo inserisce i dati al Web Alloggiati e, pochi attimi dopo, al Commissariato di P.S. di riva del Garda arriva la segnalazione, inserita da Interpol su richiesta della polizia francese, che quella bambina non poteva uscire dal suo territorio.
 
Gli Agenti, con la collaborazione del personale dell’Hotel, e con molta discrezione intervistano il papà spiegandoli la delicata questione.
L’uomo spiega che del viaggio era a conoscenza la moglie e che, visto il disguido, avrebbe certamente confermato l’accordo.
Per tale motivo contatta, telefonicamente, la moglie che conferma l’autorizzazione.
 
Tale circostanza potrebbe apparire sufficiente se vi fosse stata certezza di chi vi fosse all’altro capo del telefono.
Per tale motivo la donna invia a conferma, via email, copia della sua carta di identità.
Tale soluzione non appare però sufficiente, considerato che chiunque avrebbe potuto inviare copia di un documento via email.
Per tale motivo gli Agenti del Commissariato, pur cercando di trovare una soluzione che possa garantire la serenità alla bambina e al padre, devono avere certezza che la persona che sta confermando il viaggio sia effettivamente la madre.
 
Tramite Interpol, gli investigatori si confrontano con la polizia francese che conferma che la procedura adottata dai genitori non garantisce l’autenticità delle dichiarazioni e che la mamma dovrà recarsi presso un Commissariato di Polizia in Francia per dichiarare, formalmente, che la bambina può trascorrere alcuni giorni con il padre fuori dallo Stato francese.
La madre però, non è nelle condizioni di andare presso una stazione di Polizia in giornata e rimanda il tutto al giorno dopo.
 
L’effetto di questo ulteriore imprevisto ricade direttamente sugli Agenti del Commissariato di Riva che si trovano nella precaria condizione di dover far rispettare un ordine di un giudice francese e nel contempo cercare di comprendere se le garanzie fornite dall’uomo e dalla presunta madre siano effettivamente veritiere.
Scegliere il rispetto tassativo della norma significherebbe, prelevare la bambina, con gli effetti che tutti possiamo immaginare, e portarla direttamente in Francia dalla madre o consegnarla alla frontiera di Ventimiglia alla Polizia francese.
 
Gli Agenti viceversa scelgono, assumendosi la responsabilità, di attendere il nulla osta della polizia francese.
Il giorno dopo, grazie anche all’intervento dell’Interpol, giunge presso il Commissariato l’attesa autorizzazione.
«Questo episodio – commenta il vice Questore Salvatore Ascione – ci insegna due cose: la prima, che tutti vorremmo, è l’efficienza, la preparazione e la competenza del personale del Commissariato di P.S. di Riva del Garda; la seconda e che in qualche modo ci aspettiamo, la grande generosità e la capacità di assumersi responsabilità, oltre il proprio dovere, degli uomini e delle donne della Polizia di Stato.»

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