Il duplice tentato femminicidio e suicidio a Vignole di Arco
Siamo in grado di ricostruire la terribile tragedia che ha scosso l'intero Trentino
Sono ancora ricoverate in gravi condizioni al S. Chiara di Trento, Maria e Brigida Santonastasio, sorelle di origini campane, colpite violentemente alla testa a Vignole di Arco da Gaetano Piro, 43 anni, pure nato a Napoli, e residente nel Basso Sarca da oltre dieci anni.
Piro, dopo l'aggressione alle due donne, si è suicidato nell'appartamento di sua proprietà, sempre a Vignole, al terzo piano di una casa in viale Rovereto.
Una vicenda terribile, che ha scosso la zona solitamente tranquilla.
Tutto è successo, verso le 2.30 della notte tra mercoledì e giovedì.
Il napoletano conviveva da anni con Maria, 57 anni, nata a San Marzano sul Sarno, in provincia di Salerno.
Nessun problema, almeno in apparenza, fino ad alcuni mesi fa, quando Piro, licenziatosi da una ditta di Riva specializzata in infissi e tende da sole, aveva trovato lavoro per qualche tempo in un albergo di Limone.
Ma anche quel contratto, con mansioni notturne, si era risolto.
E quindi dall'autunno scorso il giovane era di fatto disoccupato.
I problemi di coppia però erano rimasti: Maria aveva cominciato a trovarsi a disagio con i nuovi ritmi di vita: Gaetano lavorava di notte e doveva dormire di giorno. Non lo si poteva disturbare.
Sorsero altri screzi, forse determinati dalla scarsa vita sociale dell'uomo sempre occupato anche quando lavorava a Riva in attività di riparazione extra orario.
Fatto sta che ad un certo punto Maria aveva deciso di tornare nella sua terra natia. E Gaetano l'aveva seguita poco dopo - parliamo del dicembre scorso - in Campania.
I vicini di casa riferiscono che avrebbero dovuto restare laggiù sino alla fine di gennaio. Tentando, probabilmente, una riconciliazione.
E invece sono rimasti in Campania fino a tutto marzo.
Prima è rientrato a Vignole Gaetano con la sua auto. Pochi giorni dopo è tornata anche Maria insieme alla sorella Brigida, di 55 anni. L'intenzione era quella di raccogliere gli effetti personali di Maria e tornare nel Salernitano.
La sorella Brigida era già stata in precedenza a trovare la sorella in Trentino.
E già da quelle prime visite forse aveva capito che qualcosa non andava tra Maria e Gaetano. Quindi, probabilmente, la sua presenza era un accompagnamento a protezione della sorella, quasi una “scorta” per prevenire eventuali problemi generati dalla fine convivenza.
Volevano portare via tanti oggetti, vestiti ed altro, più di valore affettivo che altro.
Avevano già acquistato i biglietti per il treno di ritorno a Salerno: sarebbero dovute partire nella giornata di venerdì santo. E, proprio per evitare qualsiasi problema, avevano trovato ospitalità nella canonica di Vignole, grazie anche all'aiuto offerto loro dal consiglio pastorale del quale Maria faceva parte da qualche tempo.
Solo che Gaetano, evidentemente, non aveva ancora accettato questa che di fatto era la definitiva separazione da Maria.
Pare che abbia fatto delle telefonate per accertarsi della presenza delle due nella canonica mercoledì sera.
Avrebbe organizzato appostamenti e scattato anche qualche foto, una delle quali inviata per sbaglio proprio a una vicina di casa, della canonica, della entrata in quella casa in centro a Vignole.
Poi l'aggressione. Scattata in piena notte.
In qualche maniera lo scellerato è riuscito ad entrare nella canonica e raggiungere gli alloggi delle sue donne. E con un arnese (pare un mattarello, ma potrebbe trattarsi anche di un altro corpo contundente come un martello) ha infierito con estrema violenza prima contro Brigida, che stava dormendo, per poi rivolgere le attenzioni a Maria, prima di darsi alla fuga.
Proprio Maria, con la testa sanguinante, è riuscita a gridare, a dare l'allarme, a far intervenire il 112.
Arrivarono le ambulanze, l'elisoccorso, i carabinieri.
Avviati i soccorsi, i militari hanno sfondato la porta dell'appartamento di Piro, trovandolo ormai senza vita. Pare si sia impiccato.
Ora, come detto, Brigida lotta contro la morte. Ha una grave emorragia cerebrale. I medici non si sbilanciano: «Le sue condizioni sono stazionarie, non possiamo dire altro».
Maria invece, rimasta cosciente, sedata e con un grave trauma cranico, è ricoverata, sempre al S. Chiara, grave ma con prognosi non disperata come quella della sorella.
L'episodio ha scosso la piccola comunità dell'Oltresarca ma anche dell'Alto Garda dove Gaetano e Maria risiedevano ormai da oltre dieci anni.
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