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Mostra «Luigi Bonazza: l’ardore della bellezza»

Da domani, 4 novembre, alla Casa degli artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno

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Si inaugura sabato 4 novembre alle ore 11 alla Casa degli artisti «Giacomo Vittone» a Canale di Tenno la mostra «Luigi Bonazza, l'ardore della bellezza».
Esposte, 43 opere dell’artista nato a Arco nel 1877 e morto a Trento nel 1965, in rappresentanza dell'intero suo percorso artistico: dal tema della figura al paesaggio, fino all'arte applicata.
Accanto alle opere già note, catalogate da Gabriella Belli nel 1985 nella monografia per la mostra al Museo provinciale d’arte, sezione contemporanea di Palazzo delle Albere a Trento, si potranno ammirare tre opere inedite, mai esposte prima, rintracciate presso collezionisti privati.
Due sono opere di paesaggio dedicate al lago di Caldonazzo, «Lago di Caldonazzo visto da San Cristoforo» e «Lago di Caldonazzo con bagnanti», la terza è un raffinato vaso in ceramica. La mostra prosegue fino al 7 gennaio 2024.
 

 
Alla galleria civica «Giovanni Segantini» ad Arco, nella sede staccata dello spazio didattico, sono già in mostra dal 27 ottobre (fino al 10 dicembre) quindici opere incisorie del periodo tra il 1914 e il 1918, quando Bonazza è alle dipendenze del conterraneo Gianni Caproni presso le Officine Caproni a Vizzola Ticino, e dove l’artista esegue una serie di acqueforti sul tema del volo.
La mostra, dal titolo «Luigi Bonazza: l’arte del volo», prosegue fino al 10 dicembre. Una doppia esposizione per rendere omaggio a uno dei maggiori pittori trentini del Novecento, raccontando in filigrana il tumultuoso periodo storico segnato da due guerre mondiali e, nel mondo dell’arte, da una profonda trasformazione dei linguaggi.
 

 
«La mostra di Luigi Bonazza è un modo per tornare a dialogare con l'ardore della bellezza che la sua pittura, il disegno e le incisioni incarnano in ogni forma -spiega la curatrice, Roberta Bonazza- un'idea di bellezza classica interpretata con un dinamismo “ventoso” che ne caratterizza le opere di figura e di paesaggio. L'approfondimento e la collaborazione con la galleria civica «Segantini» di Arco, attraverso l'esposizione delle incisioni dedicate al volo realizzate per Gianni Caproni, permettono di comporre il mosaico della produzione artistica di questo notevole artista arcense».
 

 
La mostra «Luigi Bonazza, l'ardore della bellezza» alla Casa degli artisti «Giacomo Vittone» a Canale di Tenno è aperta alla visita dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 17.
La mostra «Luigi Bonazza: l’arte del volo» allo spazio didattico della galleria civica «Giovanni Segantini» ad Arco è aperta dal martedì alla domenica (lunedì chiuso) dalle 10 alle 18. Per entrambe l’ingresso è libero.
 
La Casa degli artisti «Giacomo Vittone», gestita dai Comuni di Tenno (capofila), Arco e Riva del Garda, con la mostra in omaggio a Luigi Bonazza chiude la stagione espositiva 2023, iniziato con la mostra di un altro pittore altogardesano, Luigi Pizzini, che -destino ha voluto- si è trovato con Luigi Bonazza presso le Officine Caproni a prestare, pure lui, le proprie doti artistiche nel disegno di cartografie. La mostra sarà corredata da un catalogo.
 

 
 Luigi Bonazza (Arco, 1877- Trento, 1965)  
La sua prima formazione avviene alla Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, che frequenta dal 1890 al 1893.
Dopo il diploma, nel 1897 si trasferisce a Vienna e si iscrive alla Kunstgewerbeschule, dove segue le lezioni di Felician von Myrbach, raffinato illustratore che gli insegna a disegnare e che lo avvicina alle tecniche dell’incisione e dell’acquerello.
Dal 1898 frequenta il corso di pittura di Franz von Matsch, artista che lavora con i fratelli Klimt. Nella capitale austriaca, dove affitta un atelier, collabora con alcune riviste e riceve le prime commissioni. Mantiene i contatti con il Trentino e con l’ambiente culturale italiano partecipando ad alcuni concorsi per decorazioni e illustrazioni, come quello promosso dalla rivista milanese “La Lettura”, che vince nel 1904. In questo stesso anno inizia a comporre la sua grande tela “La leggenda di Orfeo”, presentata all’Esposizione internazionale di Milano l’anno successivo, e intraprende la realizzazione del ciclo “Jovis Amores”, una serie di incisioni a tema mitologico esposte con successo alla mostra della Secessione e pubblicate nella rivista tedesca Die Kunstwelt e nelle inglesi The Studio e The Graphic.

Nel 1911 inizia il ciclo delle “Allegorie del giorno”, che porterà a termine solo dopo la prima guerra mondiale.
Nel frattempo torna a Trento, dove ottiene l’incarico di professore ordinario presso l’Istituto tecnico, e riprende i contatti con l’ambiente artistico locale, partecipando alla fondazione del Circolo artistico trentino. Nel marzo del 1914, a pochi mesi dallo scoppio della guerra, fugge a Milano.
Qui ottiene un lavoro come disegnatore presso le officine Caproni a Vizzola Ticino, dove esegue delle acqueforti sul tema dei velivoli.
Alla fine del 1918 ritorna a Trento e riprende il suo lavoro di insegnante all'Istituto tecnico. Nel 1930 gli viene commissionata la decorazione del Palazzo degli uffici postali di Trento.
Negli anni Trenta esegue affreschi di soggetto sacro per alcune chiese della sua città. Tra il 1935 e il 1938 soggiorna a Torbole, dove realizza interessanti paesaggi lacustri.

Da questo momento si dedica principalmente alla pittura da cavalletto, portando a termine sia ritratti sia paesaggi.
Interrompe l’attività artistica solamente all’inizio degli anni Sessanta a causa di problemi alla vista.

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