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Lucia Coppola interroga sul cattivo funzionamento della sanità

«Da molti anni c’è in atto un’emergenza che riguarda la difficoltà nella prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici a causa di eterne liste di attesa»

Prima di pubblicare il testo dell’interrogazione della consigliera Lucia Coppola, ricordiamo ai nostri lettori che è da tempo che sul nostro giornale denunciamo le situazioni inaccettabili della sanità trentina.
Inaccettabili perché il più delle volte, pagando, trovi libero subito lo stesso professionista che con l'impegnativa ha rinviato di sei mesi o un anno l'appuntamento.
Ho chiesto pubblicamente all’assessora provinciale alla Salute se questo accade perché la Provincia paga male, o se è perché vuole favorire i benestanti.
Mai ricevuto risposte: evidentemente è un problema più grande di loro. E non si fanno da parte per passare la mano a chi sarebbe in grado di risolvere il problema.
Ma finché le stanze dell'ospedale principale hanno sei posti letto e il bagno nel corridoio, e finché per avere una visita urgente devono passare mesi, la Provincia fa meglio a rinunciare a definirsi col tono roboante di «eccellenza».
E questo, senza nulla togliere ai meriti derivanti dall’aver gestito l’emergenza pandemica con grande senso di responsabilità e impegno professionale.

 Il diritto alla salute e tempi di attesa accettabili per una visita specialistica  
Da ormai molti, troppi anni c’è in atto un’emergenza che riguarda la difficoltà nella prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici a causa di eterne liste di attesa.
Una situazione annosa dunque, non certo imputabile solo alla presente Giunta provinciale, ma tuttavia il problema persiste, si aggrava, a dimostrazione che si è fatto poco o nulla per ovviare a questo problema.
Il paziente, per quanto oramai debba armarsi di pazienza, ha diritto alla cura in tempi consoni e non deve essere messo nelle condizioni di ricorrere ad una struttura privata a pagamento, quando può permetterselo, o addirittura scegliere di farsi curare fuori provincia.
 
Si può obiettare che se un medico di base assegna ad un paziente un rao urgente le visite vengono garantite in tempi accettabili.
Però ci sono molte persone che lamentano disturbi all’apparenza non tanto gravi da consigliare una urgenza e che poi scoprono magari a distanza di mesi di essere ammalati gravemente e che il tempo di attesa poteva essere utilmente usato per curarsi.
Un’altra criticità è che troppo spesso le persone che chiedono una visita o un esame diagnostico vengono dirottati in ospedali periferici, sobbarcandosi costi di trasferimento e con le evidenti difficoltà a spostarsi in un ospedale lontano da casa soprattutto se sono anziane, sole o sofferenti.
Sono stata contattata oggi da una persona che ha provato a prenotare i controlli prescritti dal proprio medico di base su indicazione del centro per l’ipertensione dell’ospedale Santa Chiara di Trento:

- visita cardiologica ed elettrocardiogramma con Rao C: non ci sono date disponibili
- ecocardio Rao C: non ci sono date disponibili
- doppler TSA Rao C: non ci sono date disponibili
- visita oculistica e fundus oculi: non ci sono date disponibili
- risonanza magnetica alla caviglia: : non ci sono date disponibili
- prenotazione colonscopia: maggio 2022.
Direi una situazione non accettabile.
 
Non è che il risultato cambi chiedendo una visita specialistica a pagamento.
Le persone sono costrette a chiamare il Cup per ore tutti i giorni, sperando che qualcuno risponda e per poi sentirsi spesso rispondere di provare a richiamare perché sono in attesa dei calendari di disponibilità dei medici.
Se si è fortunati si riesce a prendere un appuntamento, altrimenti se i posti disponibili previsti sono esauriti, si dovrà rifare la stessa trafila sperando in un posto disponibile il mese successivo.
Stiamo parlando di una situazione precedente al 15 ottobre, giorno di introduzione del green pass obbligatorio o tampone per accedere al lavoro in ospedale. Ora la situazione si aggraverà ulteriormente per l’assenza di medici che hanno scelto di non vaccinarsi.
La Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, quindi il cittadino ha il diritto di curarsi accedendo alle visite in tempi ragionevoli.
 
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
- quando si ritiene di dare la priorità che merita alla soluzione degli inaccettabili lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche e con quali modalità;

- la motivazione per la quale le visite specialistiche e gli esami diagnostici vengono molto spesso prenotati in ospedali periferici, creando non pochi disagi all’utenza;

- come si intendono affrontare le difficoltà che ovviamente si presenteranno negli ospedali trentini per la mancanza di medici, infermieri e oss che hanno scelto di non vaccinarsi. In modo che a pagare non sia chi ha bisogno di accedere alle cure del sistema sanitario provinciale

Cons. Lucia Coppola

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