Sbiancamento dentale: in cosa consiste e perché farlo?

È molto importante riuscire a fare chiarezza perché è fondamentale capire in cosa consista tale procedura

Di recente ci sono sempre più persone che richiedono la pratica dello sbiancamento ai denti quando si recano dal dentista.
Parliamo di una procedura molto diffusa oggi, che permette di migliorare notevolmente la colorazione dei denti, rendendoli subito più bianchi e brillanti.
 

La procedura dello sbiancamento ai denti ancora oggi suscita in alcune persone dubbi e perplessità, come ad esempio la paura di rovinare lo smalto.
È molto importante riuscire a fare chiarezza su questo punto, ecco perché è fondamentale capire in cosa consiste tale procedura e quando è preferibile farla.
 
 In cosa consiste la pratica dello sbiancamento?  
La prima cosa da sapere è che per ottenere un risultato perfetto dalla procedura di sbiancamento dentale è necessario affidarsi sempre a mani esperte e competenti.
La pratica eseguita dal nostro dentista è sicuramente più efficiente di quella che possiamo eseguire da soli in un contesto domestico.
Proprio per questa ragione, se si desidera sottoporsi ad uno sbiancamento dentale sicuro ed ottimale è importante affidarsi a dentisti specializzati e professionalmente competenti.
Per maggiori informazioni a riguardo, ad esempio, possiamo consultare il sito a questo link.
 
Durante lo sbiancamento il dentista si occupa prima di tutto di un’accurata e attenta pulizia dei denti, che serve ad eliminare completamente ogni traccia di sporco accumulata.
Successivamente, la pratica prevede l’applicazione su labbra e gengive di una sostanza protettiva e in seguito, si procede con il gel sbiancante sui denti.
Questo trattamento permette al gel di penetrare nello smalto e di sbiancare perfettamente tutti i denti. La procedura solitamente ha una durata di mezz’ora e non è assolutamente invasiva o dolorosa.
Subito dopo il paziente può presentare un’eccessiva sensibilità ai denti, ma è un fastidio che dura solo alcune ore.
Gli effetti sono subito evidenti e i denti appaiono immediatamente più bianchi e brillanti.
 
  In quali casi si fa lo sbiancamento ai denti?  
Solitamente, la pratica dello sbiancamento viene richiesta per motivi estetici, perché i pazienti desiderano avere un sorriso più brillante e bianco, senza imperfezioni.
Molto spesso, ad esempio, questa procedura si consiglia ai fumatori, che con il tempo presentano un evidente ingiallimento dei denti e un deterioramento dello smalto.
Oltre al fumo, ci sono anche alcuni alimenti che possono influire negativamente sullo smalto dei nostri denti, come ad esempio, il consumo eccessivo di caffè, vino rosso, tè e alcune bevande gassate.
 
A seconda dei diversi casi, inoltre, è possibile richiedere al proprio dentista uno sbiancamento professionale interno o esterno.
Lo sbiancamento esterno ovviamente, riguarda la superficie esterna dei denti, si tratta della classica procedura che prevede l’applicazione del gel sbiancante.
Per quanto riguarda invece, lo sbiancamento interno, questa pratica si consiglia quando una degradazione della polpa interna ha provocato un ingiallimento dei denti.
 
In questo caso, quindi, si interviene internamente, sui denti con polpa non vitale, con lo scopo di migliorare l’aspetto dentale e ottenere un sorriso sano e bello.
Come abbiamo già detto, in entrambi i casi la procedura di sbiancamento non è mai invasiva o dolorosa, quindi, non ci sono condizioni per le quali viene sconsigliata ai pazienti.