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Il Cimec: Mens sana in corpore sano – Di Luciana Grillo

Una visita al CIMeC, centro interdipartimentale Mente-Cervello dell’Università di Trento, luogo di eccellenza per la ricerca trentina

I club service come il Rotary e il Soroptimist si occupano di «service», cioè si propongono di intervenire in sostegno di realtà fragili, o di creare movimento di opinione, o di contribuire alla conoscenza fra realtà diverse e al buonvolere internazionale, ecc. ecc.
Nei giorni scorsi, è stata organizzata dal Soroptimist International club di Trento, insieme al Rotary club Valsugana, una visita al CIMeC, centro interdipartimentale Mente-Cervello dell’Università di Trento, luogo di eccellenza per la ricerca trentina.
Sia la presidente del Soroptimist Marilena Guerra che il presidente del Rotary Valsugana Gianni Modena, nel ringraziare i responsabili del CIMeC dell’opportunità offerta, hanno sottolineato l’importanza della conoscenza – per club e soci del territorio – di una realtà così prestigiosa.
 
Le socie e i soci, con i loro accompagnatori, sono stati ricevuti dal direttore Carlo Miniussi, professore ordinario di Fisiologia umana, che ha spiegato con estrema chiarezza il percorso di studio che analizza la relazione tra mente e cervello, prendendo in esame il cervello umano sia in condizioni standard che patologiche.
Il Centro, per raggiungere al meglio i suoi fini, si occupa anche della formazione dei ricercatori di Neuroscienze cognitive che, dal 2007, si confrontano con tecniche e metodologie diverse.
Al Centro, la lingua ufficiale è l’inglese; arrivano studiosi da tutto il mondo, anche perché il CIMeC collabora con molte Università straniere.
 
Un elemento interessante è la compresenza di matematici, ingegneri, psicologi, informatici, medici, filosofi, linguisti. Si arriva al CIMeC per specializzarsi e fare ricerca, convivono studenti di dottorato e postdottorato, ricercatori e personale tecnico, circa 170 persone distribuite in cinque sedi, tra Trento e Rovereto.
L’offerta didattica è strutturata in corsi di Laurea Magistrale e Programmi di Dottorato. Esiste anche l’Harvard Summer school.
Il CIMeC collabora oltre che, come già detto, con l’Università di Trento, con l’Istituto Italiano di Tecnologia, con la Fondazione Mach e con FBK, con il Museo Civico di Rovereto, con l’Azienda Sanitaria.
 
I Laboratori si occupano di Psicologia sperimentale, Cognizione animale e neuroscienze, Linguaggio (e Intelligenza artificiale), Neuropsicologia (con centro di riabilitazione neuro/cognitiva), Neuroimmagine e Magnetoencefalografia. Il direttore Miniussi ci dice con motivato orgoglio che la macchina presente in laboratorio è di altissimo livello, presente in Italia, oltre che a Trento, soltanto a Venezia, Bari e Milano.
Ricercatori tedeschi e argentini ci guidano fra le macchine, con passione ed estrema semplicità ci mostrano le caratteristiche, parliamo di capacità del nostro cervello e della sua plasticità che gli permette di apprendere a seconda delle aree che risultano più “utili” a ciascun individuo.
I non vedenti, ad esempio, attivano un’area che consente loro di percepire con chiarezza ciò che non vedono.
 
Esiste poi il problema dell’invecchiamento, quando subentrano patologie come le demenze che creano all’interno del cervello un’area «grigia».
È consolante sapere che chi ha svolto e continua a svolgere attività impegnative, mantiene nel tempo in migliori condizioni le capacità cognitive, per cui il declino risulta più lento, benché inevitabile.
Anche l’attività fisica aiuta a star meglio, rinforzando le capacità di memoria e di attenzione.
Uno degli «esperimenti» tentati per rallentare la progressione del morbo di Parkinson, ad esempio, è organizzare corsi di tango per i pazienti: dopo qualche probabile timidezza, chi comincia a conoscere e a praticare il tango, lo preferisce di gran lunga alla fisioterapia e vede un miglioramento tangibile dell’attenzione, del movimento e della gestione dello spazio.
 
Dunque, come dicevano gli antichi, è vero che mens sana in corpore sano.
Cosa si prevede per il futuro di CIMeC?
Il direttore spera in un accorpamento delle cinque sedi, magari presso l’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto; auspica la possibilità di dare più lunga vita ai dati raccolti trasmettendoli ad altri centri di studio e ricerca; augura al CIMeC di interagire sempre di più con il mondo esterno, dando vita ad una ricerca transnazionale.
Presidenti e soci ringraziano di cuore il professor Miniussi ed i suoi collaboratori che, dedicando il loro tempo e toccando con delicatezza scientifica i problemi dell’invecchiamento, hanno in qualche modo svelato un futuro un po’ roseo a chi non ha più venti anni.
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it

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