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Autismo: il Trentino non abbandona né famiglie né pazienti

Il commento dell’assessore Stefania Segnana stimolato da un recente fatto di cronaca

«In Trentino molto è stato fatto e altrettanto si sta facendo per sostenere le famiglie e i pazienti affetti da autismo. Il disturbo rappresenta una molteplicità di problemi ed è irrealistico pensare di risolverli uno alla volta. Il tema va affrontato con una visione d’ insieme e con un approccio multidisciplinare. Stiamo lavorando in un’ottica di sistema, sinergica, coinvolgendo tutti gli interlocutori sia in ambito sanitario, socio assistenziale, educativo e residenziale. Sappiamo i problemi oggettivi che vivono le famiglie e con loro cerchiamo di trovare soluzioni sostenibili e realizzabili.»
Sono queste le parole dell’assessore Stefania Segnana all’indomani della notizia circa la richiesta di accoglienza presso una struttura trentina di un bambino artistico di 7 anni (non 11 come erroneamente indicato).
«Circa il caso di cronaca specifico di questi giorni sto vagliando con i servizi preposti l’ipotesi di ospitare temporaneamente presso una struttura trentina il bambino che in questo momento risulta affidato ai servizi sociali di non sappiamo quale città. A questo proposito rivolgo un appello pubblico affinché l’operatrice sociale che ha chiamato Casa Sebastiano e che non ha lasciato i propri recapiti, contatti l’assessorato o gli uffici del dipartimento per capire meglio le loro richieste e concordare eventuali interventi al fine di ridurre - se possibile - la sofferenza di questo bambino e trovare una soluzione condivisa» ha specificato l'assessora Segnana.
 
La Provincia autonoma di Trento, dopo aver costituito nel 2014 il centro di riferimento per l’autismo, ha continuato ad investire risorse e competenze per affrontare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi autistici sia nelle scuole che nel mondo del lavoro, creando percorsi diagnostici terapeutici specifici in rapporto all’età evolutiva, di transizione e dell’età adulta.
L’attuale modello di cura in Trentino è improntato alla presa in carico e alla creazione di percorsi riabilitativi messi in campo attraverso un lavoro congiunto e finalizzato alla presa in carico in modo individualizzato per ogni soggetto, definito in sede di UVM.
Casa Sebastiano a Coredo è una struttura d’eccellenza che offre percorsi e servizi specifici per potenziare le abilità dei singoli e favorire il recupero anche in termini di sollievo alla famiglia.
La volontà dell’assessore Segnana è di poter replicare l’esperienza anche in altre località del Trentino al fine di poter accogliere più ragazzi e dar così risposte concrete ai genitori.
«Il modello di casa Sebastiano ha fatto scuola nel resto del paese. Pensiamo che strutture di questo tipo rappresentino un’opportunità anche in termini occupazionali. Credo importante sostenere e incentivare le esperienze di collaborazione tra pubblico, privato e realtà del terzo settore al fine di garantire la sostenibilità anche economica di questi interventi» ha sottolineato ancora l’assessore Segnana intervenendo nel dibattito.

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