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Solar Orbiter è pronto per il lancio: parte oggi dalla Florida

A bordo lo strumento italiano Metis che ci aiuterà a capire come la nostra stella crea e controlla l’eliosfera

La sonda Solar Orbiter, frutto della collaborazione tra ESA e NASA, verrà lanciata domenica 9 febbraio da Cape Canaveral, in Florida.
Un razzo Atlas V 411 della United Launch Alliance (ULA) inserirà la sonda in una traiettoria interplanetaria verso il Sole.
La missione è stata concepita per dare risposta alle grandi questioni relative alla scienza del sistema solare e ci aiuterà a capire come la nostra stella crea e controlla l’eliosfera.
Studiando il meccanismo alla base dell’accelerazione del vento solare, Solar Orbiter contribuirà al possibile sviluppo di un servizio di previsione dello space weather necessario per proteggere la strumentazione tecnologica sulla Terra e gli esseri umani nello spazio.
 
La sonda spaziale, sviluppata da Airbus, porterà molto vicino al Sole, a circa un quinto della distanza Sole-Terra, una suite di dieci strumenti scientifici costruiti in Europa e negli Stati Uniti.
Uno degli strumenti è italiano: il coronografo Metis. Questo strumento è stato progettato per osservare nei minimi dettagli la corona del Sole, che è frequentemente perturbata da gigantesche eruzioni di plasma.
In questi giorni molti degli scienziati che si sono occupati della realizzazione degli strumenti a bordo di Solar Orbiter si trovano a Cape Canaveral per seguire da vicino le ultime fasi di preparazione e il lancio della sonda.
«È veramente molto emozionante essere qui e poter vedere da vicino il lancio della sonda, è un evento che capita poche volte nella vita di un ricercatore, – ci dice Alain Jody Corso ricercatore del Cnr-Ifn. – Il coronografo Metis è stato progettato in modo da poter creare un’eclisse artificiale che consentirà di studiare la corona solare, lo strato poco luminoso situato attorno al brillante disco solare.»
 
I ricercatori della sede di Padova dell’Istituto IFN-CNR hanno partecipato alla progettazione e realizzazione dello strumento in stretta collaborazione con il resto del team.
Il Cnr-Ifn si è occupato dello sviluppo e della caratterizzazione dei coating ottici esposti ad ambienti spaziali estremi, dello studio delle tolleranze ottiche, nonché dell’allineamento, integrazione e calibrazione del coronografo.
«Da mesi stiamo preparando le attività della fase di commissioning che è quella in cui si accenderà per la prima volta lo strumento nello spazio e saranno controllate tutte le sue funzionalità, – ci dice Paola Zuppella ricercatrice dell'Ifn. – Da metà febbraio il nostro team sarà presente nella stazione di controllo di ESOC a Darmstadt in Germania per seguire tutte le fasi di operazione e calibrazione dello strumento in volo.»
 
Metis, finanziato e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato ideato e realizzato da un team scientifico composto da diversi istituti INAF, università italiane, principalmente di Torino, Milano, Padova, Firenze, Napoli e Catania, e dall’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr (Cnr-Ifn).
Sul fronte industriale lo strumento è stato gestito da un consorzio formato dalla ditta OHB Italia di Milano e da Thales Alenia Space di Torino, in collaborazione con l'istituto Max Planck per lo Studio del Sistema Solare (MPS) di Göttingen in Germania, e l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca.
Il PI dello strumento è il prof. Marco Romoli dell’Università di Firenze.

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