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A Trento torna a splendere la fontana di Nettuno

Ultimato il restauro della fontana in piazza del Duomo, tolta la recinzione del cantiere

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Con una breve cerimonia, è stata rimossa, alla presenza del sindaco Franco Ianeselli, la recinzione del cantiere di restauro della fontana del Nettuno in piazza Duomo. Sono stati infatti ultimati gli interventi di restauro della monumentale fontana barocca realizzata nel 1768 dall’architetto Francesco Antonio Giongo in pietra rossa di Trento sulla quale, dopo il restauro, sono tornati a risaltare in tutta la loro bellezza i gruppi scultorei in pietra bianca di Arco opera di Andrea Malfatti.
Il restauro ha consentito di riportare alla luce la cromia originaria e ha messo in evidenza le differenze stilistiche e materiche dei due tritoni del secondo livello, rispetto altri gruppi scultorei commissionate nel 1869 e realizzate dalla bottega del noto scultore trentino.
 
Dei due si sa con certezza che quello posto a sud ovest è stato rifatto nel 1920 in pietra viva da Davide Rigatti, allievo del Malfatti, artefice anche della copia in bronzo del dio Nettuno.
Il tritone verso il museo diocesano fin da subito è parso diverso dalle altre statue, sia per la scabrosità superficiale, che faceva pensare ad una pietra più antica, che per uno stile diverso nel modellato.
Come il Nettuno conservato nel cortile di Palazzo Thun potrebbe trattarsi dell’originale settecentesco opera di Stefano Salterio.
 

 
Il cantiere di restauro ha riservato un’altra sorpresa. Sotto la soletta cementizia realizzata sul fondo del catino inferiore negli anni ’90 è stata ritrovata la pavimentazione originale in lastre di pietra rossa di Trento a opera incerta, che si è deciso di lasciare in vista.
Si è trattato di un lavoro impegnativo che ha richiesto ulteriori approfondimenti rispetto ai precedenti restauri, per individuare le cause del degrado e cercare le soluzioni più idonee per migliorare la conservazione del manufatto e recuperare l’estetica della fontana, compromessa dall’azione erosiva dell’acqua che crea sulla superficie lapidea una patina grigiastra dovuta alla durezza dell’acqua.
 
Sulla gradinata sono state realizzate alcune tassellature in pietra rossa di Trento, recuperata da un vecchio gradino di Palazzo Thun.
Anche per il rifacimento delle zampe del cavallo del gruppo nord, già ricostruite nel precedente restauro, è stato deciso di realizzare dei tasselli.
Nell’impossibilità di reperire il materiale originario, è stata impiegato un blocco di pietra bianca proveniente dai ruderi a fianco della chiesetta del Redentore in via S. Giovanni Bosco.
 

 
Qualche settimana fa erano stati smontati i ponteggi e svelata la parte superiore della fontana. I lavori sono stati ultimati entro il termine previsto (8 dicembre).
Le pannellature di rivestimento sono state recuperate e conservate.
Il repentino abbassamento delle temperature e la pioggia degli ultimi giorni non hanno consentito di completare alcune lavorazioni a regola d’arte.
Per non compromettere il risultato finale, è stato ritenuto opportuno rinviare l’applicazione del protettivo sull’esterno della vasca, le ultime stuccature degli scalini e il collaudo della fontana a dopo l’inverno, non appena si presenteranno le condizioni idonee: clima asciutto e temperature superiori a 5-10 C°.
Sarà finito tutto in tempo per la riapertura dell’acqua della fontana a S. Giuseppe (19 marzo 2021).
 
A breve la fontana del Nettuno splenderà di nuova luce. In dirittura d’arrivo anche il nuovo impianto di illuminazione della fontana, affidato alla ditta MB Costruzioni Elettriche, che ha visto la sostituzione delle vecchie lampade con dei nuovi proiettori a led di ultima generazione a risparmio energetico che consentiranno di modificare il colore della luce in particolari occasioni legate a tematiche ambientali, sportive, sociali e sanitarie, come veicolo di sensibilizzazione per la popolazione.


 
Il restauro della fontana del Nettuno è stato curato, sia nella fase di progettazione che di direzione lavori, dai tecnici del Servizio Attività Edilizia del Comune di Trento: per la parte architettonica dall'architetto Daniela Tessarin e per la parte impiantistica dall'ingegner Alberto Ricci.
Collaborazione esterna per la parte scientifica della restauratrice Monica Endrizzi.
Il costo dell’intervento ammonta a complessivi 195.000 euro.

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