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«Fausto e Iaio»: una storia da ricordare

Presentato al sindaco di Trento il lavoro di approfondimento della 5B del liceo Da Vinci

Martedì 17 maggio il sindaco Franco Ianeselli ha incontrato a palazzo Geremia gli studenti e le studentesse della classe 5B del liceo Da Vinci per confrontarsi sul percorso di approfondimento e conoscenza realizzato sulle figure di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci. Gli studenti hanno ricostruito la vicenda, cercando di collocarla all’interno del contesto storico in cui è avvenuta, ripercorrendo la situazione politica che caratterizzava l’Italia e l’Europa, evidenziando la strategia del terrore e della paura di quegli anni.
Hanno raccontato dei due ragazzi, dei loro interessi e del loro impegno a favore di una società migliore, delle loro famiglie e della sofferenza di fronte ad una morte ingiusta e che non ha trovato giustizia. Le loro parole hanno posto l’accento sull’impegno civile e sul giornalismo cercando parallelismi, analogie e differenze tra allora e l’attualità.
 
Alla fine dell’incontro hanno sottolineato l’importanza della memoria storica, soprattutto per le giovani generazioni attraverso segni tangibili, e in questa direzione, guardando al 45° anniversario del loro assassinio che si celebrerà il 18 marzo 2023, hanno proposto al sindaco alcune possibili iniziative di commemorazione.
Il 18 marzo 1978, mentre l'Italia si trovava ancora attonita per il rapimento di Aldo Moro, avvenuto due giorni prima, a Milano venivano uccisi due ragazzi di diciotto anni: Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due amici che erano da poco usciti dal centro sociale Leoncavallo e che tutti conoscevano come Fausto e Iaio. La famiglia di Fausto era trentina, e si era trasferita da Trento nella grande città della Lombardia per ragioni di lavoro. Poco prima delle 20, in via Mancinelli, mentre si stavano recando, come spesso al sabato, nella casa di Fausto dove la mamma li aspettava per la cena, i due amici vennero avvicinati da tre persone che aprirono il fuoco su di loro, uccidendoli.
 
Le indagini si indirizzarono verso gli ambienti neofascisti e le ricerche dei responsabili si estesero ben oltre Milano. Ma non si riuscì a individuare con certezza i responsabili del duplice omicidio, che rimane ad oggi senza colpevoli. Sulle motivazioni si fecero molte ipotesi, legate all’impegno politico di Fausto e Iaio all’interno del centro Leoncavallo, al dossier che avevano creato sul commercio di eroina a Milano, e rimangono aperte anche piste legate alla prossimità dell'appartamento di Fausto al covo delle Brigate rosse di via Montenevoso a Milano.
Fausto riposa oggi nel cimitero di Trento.

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