Trento, Cattedrale e Santa Messa a fine restauro
Oggi 10 dicembre 2022, con saluto al vescovo Ivan e alle autorità
«Profonda gratitudine è il sentimento che prevale davanti allo splendore di questa nostra cattedrale.»
Grazie innanzitutto al Padre che nell’umanità di Gesù ci ha comunicato la sua vita e con la forza dello Spirito ha fatto giungere a tutte le latitudini la straordinaria notizia: Dio si è fatto uomo. Le pietre di questa nostra casa, impastate di volti e di storia, ci confermano che in lui troviamo la grammatica autentica dell’umano.
Grazie al vescovo Ivan, testimone vivo della fecondità della nostra Chiesa che ha donato un suo figlio per l’esercizio del ministero episcopale. Con lui siamo riconoscenti al Signore che continua a fidarsi degli uomini per raccontare la sua fedeltà e la sua misericordia.
Grazie al vescovo Luigi, pellegrino in Terra Santa, che con creatività, lungimiranza e passione si è prodigato per questo restauro: lui ha seminato, io ho raccolto.
Grazie alla comunità trentina, in particolare alla Provincia Autonoma e al Comune capoluogo per la messa a disposizione di rilevanti risorse che hanno portato a questo stupendo risultato.
Grazie per la proficua sinergia tra la Sovrintendenza per i Beni Culturali, le realtà diocesane coinvolte, tutti i professionisti e le ditte che hanno operato insieme per molti anni (NB. Ricordo particolare per dottor Chierzi, che tanto ha lavorato per predisporre il restauro).
La cattedrale ritrova la luce di un tempo, alle porte del Natale. Faccio mie le parole del profeta Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). Auspico che la nostra Chiesa si lasci avvolgere da questa luce.
Con gioia accolgo i rappresentanti delle otto Zone pastorali che oggi, in questa nostra chiesa-madre – dove sono custodite le reliquie di Vigilio e dei tre Martiri, – portano la bellezza e la forza dei diversi territori della nostra Diocesi.
Sogno una Chiesa dove le valli e le città si scambiano doni e risorse dando vita a una sinfonia che va a realizzare le parole di Gesù: «Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Oggi questo scambio si concretizza nel servizio all’altare prestato dai ragazzi e dalle ragazze dell’Unità pastorale Cristo Salvatore, dalla presenza degli adolescenti dell’Altopiano della Paganella con cui ho condiviso l’ultimo tratto di cammino e dai cori della Zona Pastorale Alto Garda Valli dei Laghi che animano la nostra celebrazione.
Possano sempre di più le nostre comunità far esperienza che la cattedrale è la loro casa.
La cattedrale, grazie alla sua bellezza, vede avvicendarsi sotto le sue volte anche donne e uomini non credenti: sogno una Chiesa che si fa amica delle domande degli uomini del nostro tempo offrendo il Vangelo come compagno di viaggio.
Il restauro ha comportato importanti interventi di consolidamento statico: dietro le colonne si nascondeva un’inaspettata fragilità.
Vi leggo un’icona della nostra Chiesa e delle nostre comunità, bisognose di essere consolidate dalla Parola, dal Pane dell’Eucarestia e dal servizio ai poveri.
Ci aiuti in questo percorso Maria, la grande discepola, a cui, assieme al vescovo Ivan affideremo la nostra Diocesi, pregando davanti al bellissimo affresco ritrovato durante il restauro.