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Ad Alojz Rebula il Premio Mario Rigoni Stern sezione narrativa

Sabato 31 marzo la cerimonia di premiazione a Riva del Garda (si alternano anno per anno Riva ad Asiago)

L’autore triestino di madrelingua slovena si aggiudica il riconoscimento con il romanzo Notturno sull’Isonzo.
Sabato 31 marzo 2012 la cerimonia di premiazione a Riva del Garda
 
 Queste le motivazioni
La Giuria del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi, sezione narrativa, assegna la prima edizione del Premio allo scrittore Alojz Rebula per l’opera Notturno sull'Isonzo, traduzione di Nokturno za Primorsko.
 Il premio è dedicato alla memoria di Mario Rigoni Stern, scrittore di Asiago nato nel 1921 e scomparso nel 2008.
 
L’opera viene definita come il capolavoro di Rebula sul coraggio e la determinazione di chi ha sacrificato la propria vita per difendere la dignità umana.
Come la passata edizione era stata attribuita a un autore di lingua francese, ma operante sul versante transfontaliero italo-francese (il valdostano Alexis Bétemps, che aveva vinto nella sezione saggistica), così questa edizione intende premiare un autore di lingua slovena, ma attivo sul versante italo-sloveno.
 
Con la sua opera l’autore rappresenta, nel contesto culturale poliglotta che fa riferimento all’arco alpino, un’espressione particolarmente significativa del territorio e delle sue genti, cogliendo in maniera approfondita il messaggio del premio intitolato a Mario Rigoni Stern e inteso a perpetuare i valori di fratellanza tra i popoli, di rispetto dell’ambiente, di umanità alpina.
Per il futuro dell’Europa questo messaggio risulta particolarmente attuale e di stimolo per le giovani generazioni.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 31 marzo 2012 al Palacongressi di Riva del Garda, a partire dalle ore 18.
 
 L’opera
In Notturno sull’Isonzo (traduzione in italiano realizzata da Martina Clerici per San Paolo Edizioni, 2011), Rebula riprende il ciclo di romanzi che hanno per protagonista un uomo di chiesa.
Esso si ispira alla vita di un parroco realmente esistito, don Filip Terčelj, di cui Florijan Burnik rappresenta l’alter ego letterario.
Nel romanzo, l’autore descrive la tragica parabola del sacerdote nel secolo dei totalitarismi: prima confinato dal fascismo a Campobasso, poi rinchiuso dal nazionalsocialismo nel Lager di Dachau, infine brutalmente assassinato per mano comunista.
Attraverso la storia di Florijan Burnik, Rebula tratteggia la vicenda di molti altri sacerdoti e cittadini come lui, che hanno operato nel nome della libertà e nella battaglia contro i regimi del Novecento.
Spicca, nel romanzo, una costante tensione tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e la storia, fino all’ultima e sofferta riconciliazione interiore.
 
Per questo motivo, il romanzo si presenta come un singolare monumento alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della Primorska (il litorale sloveno che rivendicava la propria identità) dando voce alla sofferenza della popolazione slovena sotto il fascismo e, allo stesso tempo, descrivendo la fine del sogno di una Slovenia libera, schiacciata dal disegno autoritario di Tito.
Notturno sull’Isonzo è un monito eccezionale al superamento dei nazionalismi del secolo breve: di ieri e di oggi, ma anche di un domani prossimo venturo.
Nell’ottica del Premio Mario Rigoni Stern, l’affermazione di Alojz Rebula viene riconosciuta dalla Giuria all’interno di una rosa di autori internazionali di narrativa, tra cui spiccano nomi già noti quali Mauro Corona, oppure giovani promesse quali Tadej Golob, Alessandro Bertante, Agostino Melloni, Benito Mazzi, Enrico Camanni, Claudio Zanini.
 
 L’autore
Lo scrittore triestino di lingua slovena Alojz Rebula è cittadino italiano e residente a Opicina. Rebula nasce il 21 luglio 1924 a San Pelagio, frazione di Duino-Aurisina, poco distante dall’attuale confine italo-sloveno.
Il padre era ferroviere, la madre casalinga. Ha studiato nel paese natio, poi ad Aurisina e nel Seminario arcivescovile di Gorizia e Udine.
Si è laureato in filologia classica all’università di Lubiana nel 1949 e ha nostrificato la laurea con una tesi sulla Divina Commedia nelle traduzioni slovene presso l’Università di Roma nel 1960.
Ha insegnato per molti anni (1949-1989) nelle scuole superiori con lingua d’insegnamento slovena di Trieste, perlopiù latino e greco al Liceo classico France Prešeren. Rebula è considerato uno degli intellettuali cattolici sloveni più influenti del dopoguerra, attento ai temi più profondi dell’avventura umana e cristiana.
 
A partire dal 1954, anno della sua prima pubblicazione, Rebula ha pubblicato oltre quaranta volumi di opere letterarie (tradotte anche in italiano, croato, francese, tedesco, inglese e svedese).
Vasta e poliedrica la sua produzione, che spazia dalla poesia alla saggistica, dai romanzi ai racconti, dai diari alle biografie, dai trattati di filosofia e teologia ai testi teatrali.
Da diversi anni cura una rubrica sul settimanale delle diocesi slevene Družina di Ljubljana, collabora con diverse rivise e con i programmi sloveni della Sede RAI di Trieste.
Vivace anche la sua attività di traduttore, dall’italiano, latino e greco classico allo sloveno e dallo sloveno all’italiano.
 
Tra le sue opere ricordiamo, in particolare: La vigna dell’imperatrice romana, Il richiamo al Mediterraneo, Il ballo delle ombre, Nel vento della Sibilla (tradotto in italiano), Guai al legno verde, La colomba selvatica, Nel verde esilio, Domani si passa il Giordano, Jakob Ukmar (biografia scritta in italiano), La peonia del Carso (tradotto in italiano), Notturno sull’Isonzo (tradotto in italiano), Sui fiumi di Babilonia, Il segreto del bosco dei castagni.
 
Se la narrativa dello scrittore triestino è, nella sua totalità, scritta in sloveno – che è la sua lingua materna – una parte della sua saggistica si presenta anche in lingua italiana.
Tale frazione, che non di meno rispecchia in toto l’intensità dell’autore, è originata non tanto da una spontanea necessità creativa, quanto da momenti che hanno visto l’autore coinvolto in simposii, pubblicazioni, interviste, interventi di vario genere svoltisi in lingua o davanti ad un pubblico italiano.
 
Alojz Rebula è stato insignito di importanti riconoscimenti per la sua attività letteraria: in Slovenia gli sono stati conferiti la laurea honoris causa dell’Università del Litorale di Capodistria ed il titolo di membro onorario del Senato della Facoltà di Teologia di Lubiana; nel 1995 gli è stato conferito il premio Prešeren, considerato il più iportante riconoscimento culturale sloveno.
Nel 1997 il premio letterario internazionale Racconti del Serra e il premio internazionale Acerbi; nel 2005 il premio letterario Kresnik per il miglior romanzo sloveno dell’anno, andato proprio, alla sua prima uscita, a Nokturno za Primorsko (Notturno sull’Isonzo).
Alojz Rebula è membro dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti e della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon. 
 
 Il Premio
Mario Rigoni Stern (Asiago 1 novembre 1921 - ivi 16 giugno 2008) è autore di numerose opere che hanno fatto la storia della letteratura italiana, tra cui vanno sicuramente ricordate: Il sergente nella neve, Il bosco degli urogalli, Ritorno sul Don, Storia di Tönle, Le stagioni di Giacomo.
Voce autorevole e ascoltata nella letteratura di guerra, Rigoni Stern ha saputo descrivere in modo originale la cultura della gente di montagna, raccontando il legame fra i montanari e il loro ambiente, e proponendo le Alpi quale orizzonte significativo della letteratura e della storiografia contemporanea, del moderno sentimento ecologico e perfino dell’etica.
 
In questo quadro, le Alpi diventano un vero e proprio scrigno di valori, non solo paesaggistici e ambientali, ma soprattutto umani: un universo etico che Mario Rigoni Stern, dal “ritorno a baita” vagheggiato nel gelo di una steppa macchiata dagli orrori della guerra, non ha mai cessato di perseguire, come narratore, ma anche come intellettuale impegnato in un progetto di riscatto e di progresso del proprio mondo.
 
Il Premio Mario Rigoni Stern, alternandosi tra Trentino e Veneto con cadenza annuale, cerca di individuare gli elementi di eccellenza della narrativa e della saggistica di montagna all’interno delle opere edite nei due anni precedenti, individuando i seguenti settori di interesse: la bellezza del paesaggio alpino, nei suoi aspetti naturali e originali; le attività produttive tradizionali e la loro compatibilità ecologica; il contesto socioculturale passato e presente delle comunità alpine; la caccia in montagna come attività tradizionale; il patrimonio narratologico dell’arco alpino.
 
Il premio viene promosso dalla famiglia Rigoni Stern, con la vedova Anna e i figli, dall’associazione Ars Venandi, Provincia Autonoma di Trento, Regione Veneto, Comune di Riva del Garda, Comune di Asiago, Federazione Italiana della Caccia, Fierecongressi di Riva del Garda, Museo degli usi e costumi di San Michele All’Adige, Banca di Trento e Bolzano, Cassa di Risparmio del Veneto.
Alberico Rigoni Stern, primogenito dello scrittore di Asiago, è presidente del comitato promotore del premio.
 
 La giuria
La Giuria del Premio Mario Rigoni Stern, sezione narrativa, è così composta:
Eraldo Affinati, curatore del Meridiano sull’opera completa di Mario Rigoni Stern; Marie Hélène Angelini, già docente di italianistica e traduttrice in francese di varie opere di Rigoni Stern; Fernando Bandini, poeta, già professore di filologia romanza e presidente dell’Accademia Olimpica di Vicenza; Margherita Detomas, giornalista, scrittrice e membro accademico del Gruppo italiano scrittori di montagna; Paolo Rumiz, scrittore, giornalista e inviato in zone di guerra; Graziano Riccadonna, storico e insegnate (coordinatore della Giuria).
 
Per quanto riguarda la sezione saggistica (che ha conferito il primo premio nel 2011), la Giuria è così composta: Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento; Ilvo Diamanti, docente di scienza politica; Mario Isnenghi, storico; Giovanni Kezich, antropologo e direttore del Museo degli usi e costumi della gente trentina; Jon Mathieu, professore presso l’Università di Luzern; Gianbattista Rigoni Stern, dottore in scienze forestali e collaboratore dell’Università di Padova.
 
L’entità del premio, sia per la sezione saggistica che per la sezione narrativa, è di 10.000 euro.
A questa prima edizione della sezione narrativa hanno partecipato 43 autori, che hanno presentato le opere in lingua italiana, francese (4), slovena (2), tedesca (2). Tra le case editrici rappresentate anche nomi quali Mondadori, Mursia, Marsilio, San Paolo Edizioni, Priuli&Verlucca.
 
 La cerimonia
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 31 marzo 2012 a Riva del Garda, presso il Palacongressi in Località Parco Lido 1.
Questo il programma in sintesi: alle ore 18 «I passi di Mario Rigoni Stern», letture espressive tratte dalla letteratura di Rigoni Stern; alle ore 19.30 buffet; alle ore 21 inizio della cerimonia di premiazione e consegna del premio al vincitore da parte del presidente del comitato Alberico Rigoni Stern.

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