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Mary Dorcey: «Le nostre vite non sono luoghi comuni»

L'incontro con la poetessa è previsto per le 17.30 di lunedì 4 novembre al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Univesità di Trento

Nell'ambito del SEMPER (Seminario Permanente di Poesia - Dipartimento di Lettere e Filosofia), il secondo appuntamento del ciclo «Storie di ordinaria violenza contro le donne» (promosso dal Centro Studi Interdisciplinari di Genere -Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell'Università di Trento) vede protagonista la poetessa Mary Dorcey, che discuterà con Maria Micaela Coppola e Francesca Di Blasio.
Autrice di poesie e racconti, a Trento Mary Dorcey presenterà una selezione di liriche («Poesia», n. 286, ottobre 2013, con traduzione italiana a fronte a cura di Maria Micaela Coppola) e le sue ultime poesie (tratte dalla raccolta «Perhaps the Heart Is Constant After All», 2012) accompagnate da musica originale di Alberto Caruso.
 
«I versi di Mary Dorcey - spiegano le organizzatrici - fanno uscire dall'anonimato storie apparentemente banali di donne ordinarie. Storie che una volta raccontate rivelano tutta la loro eccezionalità e diventano patrimonio comune.
L'esistenza quotidiana della donna include attività consuete (svegliarsi, fare la spesa, leggere un giornale, guardare la tv o anche scrivere una poesia). Ma tale esistenza, solo superficialmente insignificante, acquisisce un nuovo, sorprendente senso se rappresentata in contrapposizione alle vite di altre donne, quelle che sono vittime di violenza, incarcerate o impossibilitate a decidere del proprio destino.
Perché la donna che può riempire la propria giornata di gesti comuni NON è una donna comune («The Breath of History - Il respiro della storia»).
 
In realtà, tutto ciò che di banale ella può fare produce l'effetto di spostare progressivamente l'attenzione verso coloro che sono escluse da questa banale quotidianità.
Da qui il senso di un'esistenza femminile ordinaria ma anche privilegiata e di un'esperienza individuale in grado di proiettarsi verso una dimensione collettiva: «Venite e celebrate ogni/ cosa privilegiata, eccezionale:/ acqua, cibo, sonno -/ l'assenza del dolore -/ una notte senza paura -/ una mattina senza/ il ritorno del torturatore».

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