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«Parole Parole Parole… tra noi»

In una serata a Tenna, Luciana Grillo ha presentato un «salotto letterario» con tre autori trentini: Antonella Bragagna, Luisa Gretter Adamoli e Maurizio Panizza

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Una canzone di Mina ha dato il nome a una serata organizzata a Tenna dall’Amministrazione Comunale insieme al Punto di Lettura: Luciana Grillo ha presentato in un ideale «salotto letterario» tre autori trentini che hanno pubblicato abbastanza recentemente testi sul Trentino legati da un interesse comune: raccontare, sia pure in forme e modi diversi, gli anni che vanno dalla fine del XIX secolo alla seconda guerra mondiale.
Si è parlato con Antonella Bragagna, Luisa Gretter Adamoli e Maurizio Panizza del Trentino austroungarico, degli sfollati in Moravia, dei prigionieri in Russia, dei fratelli che combattevano su fronti opposti, degli amori che nascevano…
Le «parole» e la «memoria», indispensabili perché il passato non sia dimenticato, sono state al centro dell’interesse di tutti, scrittori e pubblico.
 
Antonella Bragagna, autrice di «Due spose - Storie d’amore e di Paesi» (vedi) ha raccontato la storia di una giovane sarta che viveva alla Predara e che con la famiglia fu mandata in Moravia, dove trovò lavoro in una fabbrica di armi e dove conobbe Frantisek: «I giovani imparano in fretta. I giovani in fretta si innamorano».
La guerra li separò, Frantisek combatté in Trentino, ma quando Antonietta tornò a casa, lui era già ripartito… non si incrociarono più, ebbero vite diverse.
L’altra vicenda riguarda la permanenza in Russia di Emanuele, il suo matrimonio con Aleksandra, il suo desiderio di tornare in Trentino e la nostalgia della sposa russa che, anche dopo anni, aveva mantenuto il suo accento e mescolava talvolta dialetto trentino e parole russe. Parole e nostalgia. Foto e lettere.
 
Luisa Gretter Adamoli ha ripercorso le vicende molto articolate della famiglia Parolari di Chiarano d’Arco. Il romanzo è «Qualcosa da raccontare - Stella rossa, Angelo bianco – Una grande famiglia trentina nelle vicende del secolo breve» (vedi).
Al centro troviamo una bella e numerosa famiglia i cui uomini erano dichiaratamente atei e di sinistra, mentre le donne professavano una incrollabile fede.
I fratelli si trovarono a combattere durante la grande guerra su fronti opposti, dopo la guerra ci fu l’opposizione al fascismo e per uno di loro il confino nella povera Lucania di Carlo Levi, poi la resistenza e infine un po’ di serenità per le nuove famiglie che intanto si erano costituite.
 
La scrittrice ne segue le vicende con delicatezza, dopo aver consultato vari documenti.
Il terzo romanzo è stato scritto da Maurizio Panizza, che quasi casualmente ha potuto visionare un sintetico diario scritto sull’Almanacco Agrario, alcune lettere e un buon numero di foto.
Il protagonista e autore del diario è Luigi Sartori, valsuganotto, possidente istruito, i cui figli combattono con l’esercito austroungarico.
Uno di loro, Beppino, morirà «a 22 anni, a milleduecento chilometri di distanza dal suo paese e dalla sua famiglia».
 
Luciana Grillo ha guidato l’incontro mettendo in collegamento una storia con l’altra, componendo una sorta di puzzle in cui le famiglie trentine sono accomunate da destini simili.
Naturalmente, non si è parlato solo di guerra, ma anche di emigrazione, di naufragi, di allevamento dei bachi da seta, di irredentismo e di fedeltà a Francesco Giuseppe, di pellagrosario e della ferrovia in Valsugana.
Ne è uscito un quadro vivace e spesso doloroso di un mondo lontano nel tempo, ma insieme è scaturita la necessità che di queste piccole storie, che compongono in realtà la grande Storia, non vada perduto il ricordo.
A noi adulti il compito di informare le giovani generazioni e coinvolgerle nella ricerca di altre piccole storie ancora non raccontate.

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