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«Il corpo folle» di Annachiara Marangoni – Di Daniela Larentis

Il libro di poesie verrà presentato sabato 7 dicembre alle ore 18 presso la biblioteca Tartarotti a Rovereto, con intervento critico di Paolo Toniolatti

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A Rovereto, sabato 7 dicembre alle ore 18.00 verrà presentato presso la biblioteca Tartarotti (condivide l’accesso con il Mart) il libro di Annachiara Marangoni «Il corpo folle», edizioni Montedit, con intervento critico di Paolo Toniolatti e accompagnamento musicale dell’arpista Flora Vedovelli.
Al termine dell’evento culturale, sostenuto da Lions club Rovereto Fortunato Depero, è previsto un rinfresco offerto dalla Casearia Trentina di Zucchelli Gabriele.
 
Avevamo dedicato all’autrice un articolo in occasione della presentazione del volume a Palazzo delle Albere, Trento, curata dalla Presidente di FIDA Trento Barbara Cappello.
Annachiara Marangoni è una pedagogista veronese che vive e lavora a Trento da circa 20 anni, attualmente dirige una cooperativa sociale che si occupa di disabilità intellettiva.
 
Primariamente di formazione scientifica, poi umanistica, non ha mai smesso di amare nel linguaggio la ricerca letteraria e l’arte.
Il «corpo folle», edito da Montedit (2019), è il suo secondo libro di poesie, segue a «Nerooro» (2013), pubblicato dallo stesso editore, così come ad altre pubblicazioni in numerose raccolte poetiche.
 
Il titolo del volume è emblematico, precisa l’autrice nella prefazione: «Il corpo folle si presenta come tema di indiscussa oscenità. In un’epoca veloce e binaria, sempre più povera del pensiero divergente, vediamo due ingranaggi fondamentali che articolano l’impianto della relazione («ho timore a pronunciare la parola sentimento», aggiunge), la tecnica come livello avanzato di astrazione e l’annientamento del senso di colpa dovuto al soffocamento della trasgressione, che non possono più confrontarsi con la censura – benedetta censura – nel mare asfittico della trasgressione».
Precisa, inoltre: «Nel linguaggio poetico fioriscono tutti i significati, ogni cosa è la stessa e il suo contrario, come nella follia. Come nell’amore. Questa oscenità trascende ogni volgarità per arrivare nei gabinetti pubblici del desiderio anestetizzato dell’uomo moderno».
Provocatoriamente, solleva un interrogativo: «C’è qualcosa di più osceno di questo?»
 
Come avevamo sottolineato, la poesia di Annachiara Marangoni è una poesia colta, mai scontata, in cui è evidente la centralità del linguaggio (che per l’autrice è continuo oggetto di ricerca): lei presta particolare attenzione non solo a ciò che dice ma a come lo dice.
I significati dei termini utilizzati non sono dati dalla mera corrispondenza con oggetti, ma dall’uso che ne viene fatto per il raggiungimento di determinati scopi, ogni parola sembra assumere una precisa finalità.
Riportiamo i versi potenti di una poesia che non ha bisogno di commenti, dal titolo «La partita».
 
 La partita  
Di Annachiara Marangoni 

Poche gocce ancora
e l’anno finirà
non ce ne sarà più
né da bere né da gustare.
Sul fondo già si vedono
ricordi in agrodolce
sistemarsi a distanze calcolate
Da ogni lato si conosce
per ognuno un gioco diverso.
Nessuno vince all’ultima mossa
giocatori per dovere
contro l’altra faccia di Giano.
Nessuno perde all’ultima mossa.
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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