Il libro trentino da regalare a Natale/ 4
Titolo: La polizia Trentina ai confini del Reich Una testimonianza. 1943-1945 Autore: Attilio Fronza Editore: Egon 2008 Pagine: 144 Prezzo: € 15
L'AUTORE
Attilio Fronza, nato a Rovereto nel 1963, dopo i primi anni vissuti
a Chizzola di Ala si trasferisce con la sua famiglia di origine a
Trento dove vive e lavora tutt'ora.
Appassionato da sempre di storia, soprattutto della prima guerra
mondiale e in seguito del secondo conflitto mondiale, nel corso
degli anni dall'infanzia fino al periodo degli studi universitari è
sempre vissuto di racconti del padre, della sua esperienza nel
Corpo di Sicurezza Trentino nonché di tutto ciò che riguardava le
origini della propria famiglia, del paese di Civezzano e della
piccola comunità di Magnago.
Allo stesso tempo attraverso una costante lettura di saggi e di
libri di storia si è avvicinato alla ricerca storica. Da qui è
nato il desiderio di lasciare su carta questi ricordi familiari e
storici.
«La polizia Trentina ai confini del Reich» è la sua prima
esperienza letteraria.
IL CONTENUTO
«La Polizia Trentina ai confini
del Reich», questo il titolo del libro che si propone di raccontare
la storia della seconda guerra mondiale in territorio trentino e
veneto, attraverso la testimonianza di chi purtroppo è stato
costretto a combattere per l'esercito tedesco, di chi è passato per
traditore ed ancora oggi ha difficoltà ad essere riconosciuto senza
condizionamenti.
A più di sessant'anni dalla fine di quella vicenda che ha segnato
profondamente la storia di tutto il mondo, si è voluto far
conoscere una delle tante storie individuali non ufficiali che i
singoli, le famiglie e le comunità hanno dovuto subire per il
volere di uomini che per perseguire i loro sogni di grandezza hanno
trascinato l'Europa intera e parte di altri continenti in un
vortice di sofferenze e distruzioni, umane e materiali. Ogni
famiglia all'interno di grandi o piccoli comunità ha dovuto pagare
un pedaggio a volte molto pesante fino all'annientamento totale,
soprattutto gli ebrei.
La storia di Marcello Fronza, il protagonista di «La polizia
Trentina ai confini del Reich», si pone all'interno di questo
contesto attraverso la sua esperienza fatta nel Corpo di Sicurezza
Trentino, uno dei tanti corpi militari presenti in territorio
italiano sotto il controllo tedesco o della Repubblica Sociale come
di altri enti territoriali sparsi in Europa, costituiti in
prevalenza da giovani e meno giovani reclutati tra le popolazioni
autoctone occupate.
Gli avvenimenti non iniziano a narrare il periodo bellico, che
rimane il perno centrale del libro, ma da un preambolo che ci porta
in dietro di qualche decennio, alla nascita e all'infanzia del
protagonista per capire meglio i sentimenti, i pensieri, le idee e
le esperienze vissute di una persona comune, una delle tante che
hanno dovuto subire gli avvenimenti di quell'immane tragedia che
coinvolse milioni di persone.
Una vita che già alla nascita è segnata da lutti importanti, morte
del padre seguito da quello materno a distanza di pochissimi anni,
quindi un'esistenza "mutilata", vissuta subito con responsabilità e
condivisa dai fratelli.
Un periodo difficile pure per la società trentina uscita in modo
disastroso dalla grande guerra e che fino al secondo dopoguerra
patirà miseria e sofferenze varie, per il cinismo di un fascismo
più nazionalista e decisamente contrario a tutto ciò che ricorda la
vecchia dominazione asburgica.
Come accennato una prima parte di vita piena di sofferenza, quando
sulla famiglia si abbatte un nuovo disastro ancora più grande con
lo scoppio del secondo conflitto mondiale, che allungherà i lutti
familiari, ma il momento grave non ferma la macchina bellica e
nemmeno la pietà dei nuovi padroni del Trentino gli occupanti
tedeschi, i quali ricalcando la mai nascosta insofferenza del
popolo trentino nei confronti del regime fascista, cercano
ipocritamente e in modo ingannevole di riportare l'ordine
asburgico, che ancora tra le vecchie generazioni evocava. Nelle
tre province di Bolzano, Trento e Belluno, che formano la Zona di
Operazioni delle Prealpi (Alpenvorland), cominciano a nascere tutte
quelle organizzazioni di lavoro dedite al servizio di guerra e quei
corpi militari di guerra tra i quali il C.S.T. trentino (l'omonimo
corpo bellunese fallì decisamente), la S.O.D. sudtirolese, le SS
italiane, la FLAK (antiaerea), ecc.
Con il costituirsi la struttura del C.S.T., nel quale entrerà a far
parte, suo malgrado, Marcello Fronza, veniamo a conoscere i vari
aspetti di questo momento storico locale attraverso le sue
esperienze militari, i rapporti con la popolazione, gli stati
d'animo, le idee, gli aneddoti, i ricordi tristi e meno tristi, di
tutto ciò che la guerra può portarsi dietro.
Più fortunato di altri non vedrà nessun fronte, ma entrerà in
contatto e ne sarà testimone oculare delle barbarie perpetrate
dalle forze naziste nei confronti della popolazione e dei
partigiani, soprattutto in terra veneta (eccidi di Feltre e di
Caviola di Falcade), dove più forte era la contrapposizione
all'invasore e dove la storia era di matrice chiaramente
italiana.
Allo stesso tempo ci racconta di una guerra vissuta in periferia
lontana dai grandi centri, dove ancora si potevano scorgere la vita
più genuina delle genti rurali, quelle genti che già avevano
toccato con mano le sofferenze della prima guerra mondiale, ma che
condividevano un modo di vita come il nostro protagonista, il quale
non lesinava ad aiutare i poveri contadini attaccato com'era alla
propria comunità di origine sottraendosi invece a servizi di guerra
che non amava.
Non è certamente il ritratto di un militarista, ma di una persona
semplice che si trovò suo malgrado immerso in un ruolo e in un
certo contesto storico di tristi ricordi.
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