Il libro della domenica: «Askja» di Ian Manook
Dopo la Mongolia della trilogia di Yeruldelgger (100.000 copie vendute in Italia) l’autore Manook ci accompagna nei meandri più oscuri dell’Islanda.
Titolo: Askja
Autore: Ian Manook
Editore: Fazi, 2020
Traduzione: Maurizio Ferrara
Pagine: 428, brossura
Prezzo di copertina: € 17
Descrizione
Nel deserto di cenere dell’Askja, nel cuore dell’Islanda, viene avvistato il corpo imbrattato di sangue di una donna. L’ispettore Kornelíus Jakobsson, della polizia criminale di Reykjavík, non fa in tempo ad arrivare sul posto che il corpo è già scomparso nel nulla.
Negli stessi giorni, nei pressi della capitale, la giovane poliziotta Botty sta indagando su uno scenario simile: delle tracce di sangue e una bottiglia di vodka in frantumi sono stati rinvenuti sul fondo di un cratere ma, di nuovo, il corpo non si trova.
Altro fatto curioso: in entrambi i casi, la memoria dei testimoni lascia alquanto a desiderare.
Questi crimini ricordano all’ispettore Kornelíus il fiasco giudiziario che aveva sconvolto l’Islanda a metà degli anni Settanta: due crimini senza cadaveri, senza prove materiali, senza testimoni, solo dei presunti colpevoli che alla fine avevano confessato senza avere il minimo ricordo dei fatti.
Nel frattempo, un cecchino semina il panico…
Ian Manook ci porta questa volta in una Islanda più selvaggia, in mezzo agli ingranaggi di una macchinazione politica che rivela il lato oscuro di questa nazione solo apparentemente perfetta.
Dopo Heimaey, il secondo capitolo della trilogia islandese: un viaggio sorprendente attraverso luci e ombre di un paese dai mille segreti.
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