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Libri per non dimenticare. Nel giorno della memoria

La casa editrice all around ripropone, in edizione aggiornata, «Destinazione Ravensbrück»

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Titolo: Destinazione Ravensbrück. L'orrore e
            la bellezza nel lager delle donne


Autrici: Donatella Alfonso, Laura Amoretti, Raffaella Ranise

Editore: All Around 2020
 
Pagine: 128, illustrato, Brossura
Prezzo di copertina: € 16
 
 Il contenuto 
Alcune erano bambine, accompagnate dalle madri, altre ragazze di vent'anni, madri di famiglia, oppure già anziane.
Sui treni che le portavano al campo di concentramento di Ravensbrück, a nord di Berlino, finirono detenute politiche, prostitute, o appartenenti a famiglie ebraiche: reiette da isolare, da eliminare, per il regime nazista.
Mille tra le italiane deportate, di ogni età, non tornarono mai: tra loro anche alcune passate per un piccolo e quasi dimenticato centro di detenzione nell'estremo ponente ligure, a Vallecrosia.

La storia di queste donne, ragazze e bambine, i ricordi, la capacità che ebbero molte di loro, nonostante la tragedia che stavano vivendo, di ritrovare la capacità di un affetto, di un gesto, di un sorriso, si affiancano ai momenti più cupi vissuti nel lager e, per le sopravvissute, riportati nella vita vissuta dopo.
A 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un libro che ripercorre testimonianze e luoghi e la tessitura della memoria di queste donne, della disumanità che hanno dovuto affrontare e del male che ha attraversato l'Europa, monito per allontanare ogni vento di inaccettabili revanscismi.
 
 Sinossi  
Il 27 gennaio, nel Giorno della Memoria - ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto - la casa editrice All Around propone ai suoi lettori la ristampa aggiornata di «Destinazione Ravensbrück, L’orrore e la bellezza nel lager delle donne» di Donatella Alfonso, Laura Amoretti e Raffaella Ranise, che ripercorre i luoghi e le testimonianze delle donne che passarono per il campo di sterminio situato a circa 80 km a nord di Berlino.
 
Il campo di Ravensbrück (letteralmente «il ponte dei corvi»), fu infatti prevalentemente femminile. Negli anni in cui fu attivo vi passarono più di 140mila donne. Novantamila quelle che non ce l’hanno fatta a tornare.
Ad arricchire il volume un nuovo capitolo, «Quelle voci che raccontano l’indicibile». In oltre trenta ore di registrazione le donne che passarono per il campo raccontano la loro terribile esperienza.
I nastri - testimonianze commoventi e di assoluto valore storico - sono stati ritrovati recentemente e sono ora depositati all’università di Siena.
 
Il libro, che ha avuto il patrocinio di Aned, Anpi, e degli istituti storici della Resistenza Ilsrec, Isrecim, Isr e Isrec, ci fa scoprire un campo di sterminio poco conosciuto, forse perché vi furono deportate soprattutto le donne, forse perché alla fine del conflitto si trovava dall’altra parte della cortina di ferro.
Alfonso, Amoretti e Ranise raccontano la violenza, il sadismo di capi e kapò, le sterilizzazioni forzate, gli esperimenti di tanti dottori Mengele che non esitarono ad iniettare nei corpi femminili nitrato d’argento, benzina o massicce dosi di virus e batteri per esperimenti pseudo scientifici.

Non fu solo violenza di uomini su corpi di donne. Fu anche violenza di donne su altre donne. Un capitolo del libro è dedicato alle Aufseherinnen, le guardiane naziste del campo, addette alla sorveglianza dei block femminili.

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