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«Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi» – Di Luciana Grillo

Il libro di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro sarà presentato oggi 27 aprile

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Titolo: Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi
Autrici: Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro
 
Editore: De Agostini 2021
Genere: Narrativa per bambini
 
Pagine: 144, illustrato, brossura
Prezzo di copertina: € 14,90

Oggi, 27 aprile, viene presentato ufficialmente un libro destinato ai ragazzi – dai 9 anni in su – perché comprendano nella giusta maniera il perché di una storia accaduta anni fa a Palermo.
Parlare di mafia ai giovanissimi è veramente difficile; spiegare cosa sia il bullismo, cosa significhi la parola omertà, come si debba combattere la mafia, è un’impresa ardua… le autrici di questa favola hanno chiesto a Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino di raccontare la loro esperienza di figli di un magistrato e questi tre «protagonisti» di una storia dolorosa hanno ricordato non solo il loro papà, i colleghi uccisi, la scorta che li precedeva e seguiva, le loro vacanze da «deportati», ma anche la loro vita in quegli anni di fuoco, hanno descritto i posacenere traboccanti di cicche di sigarette del papà, l’ultimo saluto che si sono scambiati, il sorriso che si intravedeva persino «sotto i baffi affumicati dalla fuliggine dell’esplosione».
 
Manfredi, che oggi è un uomo adulto, padre di tre figli, ringrazia ogni giorno suo padre che gli ha insegnato a vivere.
Lucia e Fiammetta hanno aggiunto altri pensieri, si sono dichiarate non «esperte di mafia…» ma «testimoni di vita vissuta nella pratica dei valori che a questa si oppongono» e debitrici verso quanti, compreso il loro papà, hanno perso la vita.
Dunque, il loro compito è cercare di fare piena luce su quanto è successo; in una parola, vogliono che emerga una volta per tutte la verità.
 
La favola inizia, mentre fervono i preparativi per la festa di santa Rosalia, con un colpo di fionda, scagliato da Toni («di circa dodici anni, con un grande ciuffo di capelli neri che gli copriva metà del viso»), che colpisce Antonio e Carlo, difesi da Paolo «che aveva fatto irruzione nella sua traiettoria di lancio e faceva da scudo con il corpo agli altri».
La tensione è palpabile, il rumore dei passi di Giovanni, che si sta avvicinando, mette sull’avviso Toni, mentre una voce maschile che urla: Toooooni! costringe il ragazzino a volgere le spalle al gruppo per incamminarsi verso la strada.
 
Giovanni e Paolo invitano i più piccoli a rimanere uniti «perché insieme siamo più forti di lui», poi per portare in pasticceria i canditi attraversano la città dove la banda provava le musiche per la festa, i falegnami approntavano il palco, la gente si muoveva freneticamente, … e per il giorno successivo hanno già un nuovo incarico, quello di ritirare la ricotta e consegnarla ad Angela che avrebbe confezionato i suoi magnifici cannoli.
Tra le attrazioni, in piazza anche un mago aveva predisposto il suo carrozzone, davanti al quale stazionavano persone in attesa di essere ricevute.
Intanto, forse per un effetto magico, Angela buttò va l’impasto per i cannoli, con una strana voce; i ragazzi si fermarono preoccupati sul muretto e neanche il richiamo squillante di Lucia li scosse, mentre un’ombra scura sembrò calare sulla piazza.
 
Salvatore è un antiquario-rigattiere-inventore nella cui bottega i ragazzi vanno volentieri e si perdono tra oggetti, libri e scartoffie, mentre, se vogliono sedersi sul divano, devono non solo sgombrare un po’ di materiale polveroso, ma anche spostare il gatto Lisca che di solito ronfa su un cuscino.
Ai ragazzini un po’ disorientati, Salvatore spiega che, quando il mago Nìvuro scende in città dalla grotta in cui vive sulla montagna, si scatena il pandemonio… tutti litigano perché «grazie a un potentissimo incantesimo… ruba loro l’anima e li trasforma in pupi di legno…e lui può comandarli a distanza con dei fili. Proprio come dei burattini».
 
Paolo, Giovanni, Carlo cominciano a ricordare di aver notato comportamenti strani, la professoressa sembrava avere una mano marrone e il fioraio un orecchio «incollato sulla testa, insomma che non facesse parte di lui», Angela, poi, che camminava producendo un ticchettio In verità, a imprigionarli fu una rete…e qui mi fermo, per non privare i giovani lettori e lettrici della sorpresa: Giovanni, Paolo, Lucia e gli altri non mollano, sanno di avere un compito importante da svolgere, ripetono che l’unione fa la forza e sanno che, sconfitto il mago, «arriverà qualcun altro. Avrà una faccia nuova ma le stesse intenzioni: non bisogna mai abbassare la guardia… Qualunque cosa accada, saremo sempre qui…a difendere la nostra libertà e quella di tutti gli altri».
E che la festa di Santa Rosalia abbia inizio!

Il pensiero degli adulti va ovviamente a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a tutte le vittime della mafia e a chi ogni giorno opera nel rispetto della legge e della convivenza civile.

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