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Matteo Renzi: «Il Mostro. Inchieste, scandali e dossier»

Una ricostruzione lucida e allo stesso tempo accorata del funzionamento della giustizia italiana e di un certo legame con taluni organi di informazione

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Titolo: Il Mostro. Inchieste, scandali e dossier.
            Come provano a distruggerti l'immagine

 
Autore: Matteo Renzi
Editore: Piemme, dal 17 maggio 2022
 
Pagine: 192, Rilegato
Prezzo di copertina: € 17,90

 Descrizione  
Il Mostro è una ricostruzione lucida e allo stesso tempo accorata del funzionamento della giustizia italiana e di un certo legame con taluni organi di informazione.
Una ricostruzione che, tassello dopo tassello, evidenzia come il cattivo uso di un potere costituito possa distruggere la carriera e la vita di ogni singolo cittadino, non solo di personaggi pubblici.
Matteo Renzi replica punto per punto alle accuse che gli sono state rivolte dalla procura di Firenze: «Non accetterò di stare in silenzio davanti a fakenews e diffamazioni varie».
 
«In questo libro racconto dei fatti. Atti e fatti. Non ci sono commenti, suggestioni, analisi sociologiche. Ci sono dei dati di fatto che forse vi faranno pensare.
«Hanno arrestato i miei genitori con un provvedimento subito dopo annullato, hanno sequestrato i telefonini ai miei amici non indagati, hanno cambiato nomi nei documenti ufficiali per indagare sulle persone a me vicine, hanno scritto il falso in centinaia di articoli, hanno pubblicato lettere privatissime tra me e mio padre, mi hanno fotografato negli autogrill e mentre uscivo dal bagno di un aereo, hanno controllato e pubblicato tutte le voci del mio estratto conto, hanno violato la Costituzione per controllare i miei messaggi di whatsapp.
 
«Io non voglio fare la vittima. Voglio raccontare ciò che è successo dicendo perché ho scelto di combattere a viso aperto contro le ingiustizie.
«Perché ho scelto di denunciare in sede civile e penale, convinto che la legge sia uguale per tutti. Per i politici, certo.
«Ma deve essere uguale per tutti davvero, anche per certi magistrati, anche per certi giornalisti. E mentre racconto atti e fatti che mi hanno reso un mostro agli occhi di molti miei connazionali, torno a confessare che io rifiuto il vittimismo.
«Perché io sono e resto un uomo felice. Chissà che sia questo ciò che - alla fine - non mi perdonano.»

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