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Sahra Wagenknecht, «Contro la sinistra neoliberale»

L’elogio di una élite sempre più ristretta in termini elettorali, ma che nondimeno esercita una fortissima egemonia sui media e sul mondo della cultura

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Titolo: Contro la sinistra neoliberale
Autrice: Sahra Wagenknecht
 
Traduttori: A. De Lachenal, Giovanni Giri e Elisa Leonzio
Editore: Fazi 2022
 
Pagine: 464, Brossura
Prezzo di copertina: € 20
 
 Il contenuto  
Sahra Wagenknecht è stata la leader del gruppo parlamentare del principale partito della sinistra radicale tedesca, Die Linke, dal 2015 al 2019, ottenendo più del 9% dei voti alle elezioni del 2017.
Si è dimessa due anni dopo, ufficialmente per ragioni di stress. Ma sono in molti a sospettare che la sua decisione sia stata motivata dal progressivo scivolamento del suo partito verso quella forma di «neoliberismo progressista» che ormai sembra aver contagiato tutte le sinistre occidentali e che, secondo Wagenknecht, rischia di rappresentare la pietra tombale per la sinistra (per la cronaca, nelle elezioni del 2021, il partito, ora nelle mani della corrente liberal-progressista, ha dimezzato i suoi voti: il peggior risultato di sempre).
 
Proprio a questa deriva della sinistra è dedicato il nuovo libro-manifesto di Wagenknecht. La sinistra contemporanea occidentale – denuncia l’autrice – ha ormai buttato nella pattumiera della Storia nozioni quali la lotta di classe e la lotta alle disuguaglianze per diventare una «sinistra alla moda»: uno stile di vita appannaggio di una ristretta élite – rappresentata dal nuovo ceto medio dei laureati delle grandi città – e ispirato ai dogmi del cosmopolitismo, del globalismo, dell’europeismo, del multiculturalismo, dell’ambientalismo, dell’identitarismo e del politicamente corretto.
Una élite che non ha nulla da dire sull’impoverimento della classe media e sullo sfruttamento dei lavoratori, che non solo promuove gli interessi dei vincitori della globalizzazione, ma disprezza apertamente i vinti, ossia le classi popolari e i loro valori, accusati di essere fascisti, razzisti, retrogradi, sessisti, nazionalisti, populisti.
 
Una élite sempre più ristretta in termini elettorali, ma che nondimeno esercita una fortissima egemonia sui media e sul mondo della cultura.
In opposizione a questa sinistra per pochi privilegiati, Sahra Wagenknecht delinea una visione radicalmente alternativa, per una sinistra che sia in grado di tornare a rappresentare e a parlare alle classi popolari: un controprogramma fondato su valori non individualistici ma comunitari – tra cui concetti aborriti dai progressisti contemporanei come patria, comunità, appartenenza, – capaci di definire l’identità, non più di una minoranza intellettualista, ma di una maggioranza fatta di individui concreti.
E gettare così le basi per la creazione di una società più giusta.

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