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Vincenzo Passerini: «Tracce nella nebbia»

Venerdì 2 dicembre l’autore sarà ospite della biblioteca civica «Bruno Emmert» in dialogo con Roberta Bonazza sul suo libro

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Titolo: Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni
Autore: Vincenzo Passerini
 
Curatore: Marco Damilano
Editore: Vita Trentina, 2021
 
Pagine: - Brossura
Prezzo di copertina: € 16
 
Venerdì 2 dicembre è ospite della biblioteca civica «Bruno Emmert» Vincenzo Passerini, in dialogo con Roberta Bonazza sul suo libro «Tracce nella nebbia» (Vita Trentina, 2021), all’auditorium di Palazzo dei Panni di Arco con inizio alle ore 18. Ingresso libero.
«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni.»
Il famoso passaggio di un discorso di Paolo VI ai laici italiani nel 1974 racchiude il significato del nuovo libro di Vincenzo Passerini, che presenta cento storie di testimoni.
Per ogni persona o personaggio, donne e uomini di ogni continente, dal secolo scorso ai nostri giorni, Passerini ha predisposto un testo breve, appena due pagine, ma molto intenso, un concentrato di gesti e di parole.
 
«Sono tracce nella nebbia -scrive nella prefazione il direttore de L’Espresso Marco Damilano- sono impronte nel deserto, sono segnali nel buio, ti mostrano la strada che loro hanno percorso per primi, spesso cercandola da soli, guidati dalla loro coscienza nel momento di dire un sì o un no, animati dalla passione per la vita.
«I testimoni sono prima di tutto questo. Fanno vedere quello che non vediamo. Insieme le loro biografie uniche, irripetibili, compongono il mosaico, la necessità della testimonianza.
«Il testimone è dentro le cose, immerso nella sua realtà, nel suo tempo ma suggerisce che un altro mondo è possibile.»
 
La ricerca di Passerini attorno alle figure più credibili del Novecento dura da tempo: molti dei ritratti pubblicati in questo libro hanno accompagnato quotidianamente i lettori del giornale Trentino nelle settimane più difficili della pandemia di covid-19, tra marzo e maggio 2020.
Nell’ampia e ragionata rassegna s’incontrano vite di medici e missionari, politici di diverso colore, partigiani e giornalisti, leader religiosi e animatori di comunità: da Gandhi ad Agitu, da Livatino a Catina Gubert, da Ilaria Alpi ad Alexander Langer, da Peppino Impastato a Eugenio Impera. Alcuni sono molto noti, altri quasi sconosciuti. Alcuni hanno scritto molto, altri hanno lasciato soprattutto l’eredità delle loro opere.
 
Vincenzo Passerini, nato a Brentonico nel 1951, bibliotecario, alla fine degli anni Settanta è tra i fondatori, a Roma, dell’associazione di cultura politica Rosa Bianca, di ispirazione cattolico-democratica, e nell’81, a Trento, della rivista Il Margine.
Con il movimento La Rete, di cui è componente del comitato nazionale, viene eletto nel Consiglio regionale del Trentino Alto Adige nel 1993, dove è rieletto nel 1998 (lista PdS-Rete-Solidarietà).
È assessore provinciale all’Istruzione dal 1996 al 1997 e presidente del Forum trentino per la pace dal 1998 al 2003.
 
Dopo aver lasciato la politica vive un anno a Dublino. Nel 2006 è tra i fondatori, e quindi direttore editoriale, della casa editrice Il Margine.
Dal 2011 al 2014 è presidente della cooperativa Punto d’Incontro, fondata da don Dante Clauser, che a Trento accoglie le persone senza dimora.
Dal 2015 al 2018 ha guidato la federazione del Trentino-Alto Adige del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza).
Editorialista di Vita Trentina, scrive su Il Margine e sul suo blog itlodeo.info. Ha pubblicato «Anch’io in fila alle sei.
Con gli immigrati davanti alla questura» (2003), «Ricordati che sei stato straniero anche tu» (Il Margine, 2015), con Giorgio Romagnoni «La solitudine di Omran. Profughi e migranti, cronache di una rivoluzione» (Il Margine, 2018) e «Tempi feroci. Vittime, carnefici, samaritani.»
(Gabrielli, 2019).

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