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Letture di una crocierista seriale – Di Luciana Grillo

Benedetto Minuto, «Sulla Concordia c’ero anch’io – Memorie di una tragedia»

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Titolo: Sulla Concordia c'ero anch'io. Memorie e
            immagini di una tragedia

 
Autore: Benedetto Minuto
Editore: Laruffa, 2013
 
Pagine: 64
Prezzo: € 8 (Attualmente non disponibile)
 
Tutti noi sappiamo dove eravamo l’11 settembre 2001, mentre le Torri gemelle cadevano come birilli fumanti, o il 16 marzo 1978, quando fu rapito Aldo Moro e l’Italia si sentì impotente… ma dove eravamo la notte del 13 gennaio 2012 quando la più grande nave da crociera della Compagnia Costa, per colpa forse di un incauto “inchino”, naufragò davanti all’isola del Giglio?
Io ero a casa, davanti al televisore. Il telegiornale parlò di un lieve incidente, mio marito ed io ci guardammo sorpresi, addolorati.
Su quella bellissima nave, la Concordia, eravamo saliti pochi mesi prima per una breve crociera nel Mediterraneo. Poteva succedere anche a noi!
 
La mattina del 14, sabato, le notizie erano ben più gravi: morti tra personale di bordo e crocieristi, distrutta la nave, abbandonata durante la notte dai passeggeri e prima ancora dal comandante.
Conoscevamo anche lui, che ci aveva portato in giro sul mare, scherzando con i passeggeri, accogliendoci con un sorriso al cocktail di benvenuto.
Sembrava competente, consapevole del suo ruolo e delle responsabilità che gravavano sulle sue spalle… eppure aveva abbandonato la nave.
Chissà! Non si può giudicare se non si vive la stessa esperienza.
 
Altri ufficiali dell’equipaggio avevano invece manifestato senso del dovere, abnegazione; avevano aiutato i passeggeri a scendere, anche rischiando la propria vita.
Fra questi, Benedetto Minuto, l’hotel director che abbiamo conosciuto in altre crociere, di cui abbiamo apprezzato classe, comportamento, capacità di accogliere, velocità nelle decisioni.
Tornato a casa dopo il naufragio, per giorni e giorni Minuto ha avuto davanti agli occhi le scene drammatiche di cui, suo malgrado, era uno dei protagonisti e nelle orecchie il rumore dei piatti che cadevano dagli scaffali, le urla dei passeggeri terrorizzati… «Mi sembra di essere sul set di un film…».
 
Rivive quegli attimi eterni in cui non sa più dov’è, «non riconosco questa sala, tutti gli arredi che costituiscono dei riferimenti non ci sono più.
«Mobili, sedie, poltrone, lampade non c’è più niente, tutto buio, tutto spazzato via e accumulato nella parte che si sta inabissando». I ponti scompaiono nell’acqua scura, il 3 è sommerso, e poi il 4.
Dopo aver guidato da una parte all’altra dei ponti i passeggeri, dopo averli aiutati a scendere, Minuto deve salvare se stesso: «per entrare in mare non ho bisogno di tuffarmi, basta che allungo un piede e sono già dentro», lo illumina la luce della luna, «quasi fosse un faro, una guida per condurre alla salvezza tutti questi disperati che, come me, lottano per continuare a vivere».
 
Tra i pensieri che vanno e vengono, l’immagine del Titanic…
Incubi e ancora incubi, anche quando è a casa, tra gli affetti più cari.
Scrivere diventa un imperativo, raccontare può avere valore terapeutico prima di riprendere il lavoro, prima di salire su altre navi, prima di sentire ancora le sirene che squarciano l’aria per le esercitazioni.
Così Minuto descrive, in 60 pagine, le ore drammatiche, le richieste di aiuto incalzanti, le mani tese a cui aggrapparsi, il gelo dell’acqua e il calore degli isolani che accolgono tutti con coperte e bevande calde, mentre la tragedia si compie e qualcuno non emergerà più dal mare.
 
Alle parole aggiunge foto eloquenti.
Minuto ringrazia i pompieri di bordo, i marinai, i cuochi, i camerieri, tutti hanno dato una mano, nessuno di loro si è tirato indietro; ringrazia gli psicologi che in un albergo ascoltano e consolano; ringrazia la Costa che ha mandato velocemente colleghi e colleghe da Genova, carichi di abiti, rasoi, scarpe, spazzolini da denti per questi naufraghi del 2013 che non hanno più nulla.
E meno di tre mesi dopo, Benedetto Minuto riparte per un nuovo imbarco, accompagnato dallo sguardo tenero del padre, dalle lacrime di moglie e figlie che condividevano le sue ansie e le sue paure.
 
L’equipaggio si ritrova sulla Costa Serena e riceve la targa «Seaferer of the Year», in segno di apprezzamento e gratitudine.
A settembre 2013, mentre Minuto naviga in mari lontani, il piccolo libro vede la luce e ci aiuta a capire.

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Pino 19/03/2023
Mi è piaciuta molto questa descrizione di un fatto accaduto, che ha lasciato sgomenti moltissime persone.
Descrizione peraltro, che porta all'attenzione come in casi come questi, ed in situazioni così difficili e drammatiche,la professionalità ed il coraggio del personale di bordo, abbiano fatto si, che molte più persone non perdessero la vita.
Quindi un doveroso encomio, rivolto soprattutto all'Hotel director Benedetto Minuto.
Complimenti, Luciana Grillo!
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Fabiana 19/03/2023
Una grande persona....un grande valore, una bellissima recensione, come sai fare tu!
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