Home | Letteratura | Libri | Guido Smadelli: «Non conosco il mio nome»

Guido Smadelli: «Non conosco il mio nome»

Già disponibile in tutte le librerie e online, si propone la lettura del primo capitolo

image

Titolo: Non conosco il mio nome
Autore (trentino): Guido Smadelli
 
Editore: Brè, 2023
Disponibilità: Immediata, sia in cartaceo che eBook
 
Pagine: 202, Brossura
Prezzo di copertina: € 13
 
 Descrizione  
Il racconto è steso da un ipotetico scrittore che apre e chiude il romanzo (il primo capitolo è appunto lui a parlare), poi narrato in prima persona da Ysaline, il personaggio femminile che si affida a lui per narrare l'avventura che l'ha portata in Sudamerica alla ricerca delle proprie origini
 
 L’autore  
Guido Smadelli nasce a Trento l’1 novembre 1950. Concluse le superiori, prosegue gli studi musicali e per alcuni anni è musicista di professione, girando tutta Italia, attività che abbandona dopo un grave lutto.

Collaboratore di giornali ed emittenti, diventa redattore del giornale l’Adige, dove ha lavorato fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Amante di lettura, musica, pittura, viaggi, fin da ventenne scrive racconti; nel 2020 pubblica «Devo andarmene», nel 2022 «Dimmi di te».

Sposato nel 1993 con Ivana Calliari, insegnante, ha due figlie, Chiara laureata in Scienze della formazione e Irene, prossima alla laurea in farmacia.
 
 Primo capitolo  
Un’ospite inattesa.
Il suono del campanello mi distoglie dai pensieri. Chi diavolo potrà essere. Raramente qualcuno si presenta alla mia porta.
Poso la penna, mi alzo lentamente stiracchiandomi, vado all’ingresso, do un’occhiata dallo spioncino.
Una donna. Non la conosco, non so chi sia. Perché dovrei aprire a una sconosciuta? Un’altra occhiata, ne osservo attenta-mente il volto. Una bella donna. Non giovanissima. Chissà cosa vuole. Mi avvio verso il tavolo di lavoro, deciso a non accoglierla. Canticchio tra me quella vecchia canzone, Non mi svegliate, ve ne prego, ma lasciate che io dorma questo sonno….
Chissà cosa vuole.
La curiosità mi accompagna da sempre. Cambio idea, torno alla porta, la apro.
«Buonasera» dice l’inattesa ospite «è lei lo scrittore?».
La osservo stupito.
«Ho un nome e un cognome. Non amo le definizioni, sono una persona che ama scrivere».
Accenna un sorriso. Lo spegne quasi subito.
«Vorrei farle una proposta. Può dedicarmi qualche minuto del suo tempo?».
Da quando vivo solo in questa casa è la prima volta che una donna suona il campanello. Le lancio un altro sguardo perplesso. I suoi occhi…
«Prego, si accomodi. Non badi al disordine.»
«Grazie.» Entra in soggiorno con passo deciso, dà un’occhiata all’ampio spazio cosparso di libri, giornali, fogli sparpagliati, con i miei strumenti musicali che hanno ormai funzioni decorative.
Sposto una sedia, la invito ad accomodarsi. Mi siedo di fronte a lei, segue un silenzio imbarazzato.
«Tempo fa ho letto un suo libro» dice, gli occhi bassi.
Altro silenzio.
«Poi mi sono procurata gli altri che ha scritto.»
Non deve essere stato difficile. Le mie pubblicazioni non sono numerose. Chissà cosa vuole.
«Mi piace come scrive.»
La guardo incuriosito, lei tace.
«È per dirmi questo che è venuta fin qui?»
Sorride.
«No.» Mi pianta addosso quegli occhi neri. «Perché credo che lei sia la persona giusta per scrivere la mia storia. Io non ci riuscirò mai, ci ho provato, ma non ho la sua coinvolgente capacità narrativa».
Stavolta sono io a sorridere.
«Mi è stato chiesto decine di volte. Tutti hanno una storia da raccontare, ognuno ha il diritto di narrarla, ma a me non interessa scrivere per conto terzi. Scrivo quando mi viene un’idea, conti-nuo se ci credo. Non accetto mai di farlo su commissione.»
«Mi sono informata, prima di venire. So che lei non si vende e io non intendo comprarla. Le chiedo un po’ del suo tempo, se dirà no rimarrò comunque una sua ammiratrice. Credo che solo lei sia in grado di portare a termine il racconto di quanto ho dovuto affrontare.»
Un po’ del mio tempo, aveva detto. Ora, a molti mesi di distanza, posso dire che ha monopolizzato tutto quello di cui disponevo. Ha saputo convincermi, facendomi entrare nella complessa vicenda che è stata la sua vita. Un episodio della sua vita, per esse-re precisi.
Avevo tentato di resistere. Dopo decenni di insegnamento e la stesura di qualche romanzo di modesto successo volevo godermi il mio stato di nullafacente, annoiato, demotivato. Mia moglie mi ha lasciato da oltre cinque anni, vado spesso a salutarla, per dire dinanzi alla sua lapide che senza di lei esistere ha poco senso. Figli non ne abbiamo avuti. Sono un vecchio sognatore idealista e controcorrente, vedovo, solo. Però era arrivata lei.
La sua storia, vissuta agli albori del terzo millennio, mi ha colpito. Sì, ho accettato, così come poi ho accolto tutte le sue richieste, anzi i suoi diktat su come doveva essere scritta. In qualche momento ho coltivato dei dubbi sulle mie capacità di entrare a piè pari in quella vicenda e di farla mia. Non è stato facile indossare i panni di una giovane donna e immedesimarmi in ciò che si è trovata ad affrontare.
Soprattutto grazie a lei ci siamo riusciti.
Non mi pento del mio sì. Mi dispiace solamente che una simile storia sia stata veramente vissuta.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande