Vittoria Haziel: Padre Pio contro la Sindone. O viceversa
Ritorna la nota giornalista e scrittrice con uno «scoop»
Da decenni mi occupo di Sindone con
la critica della ragione. Nel mio libro La passione secondo
Leonardo dimostro, indizi e prove alla mano, che si tratta di un
capolavoro firmato da Leonardo da Vinci. Di Pietro direbbe «che ci
azzecca» con padre Pio? Per spiegarlo mi piace stare, per una
manciata di pensieri, nei panni di chi crede che la Sindone sia
vera.
Sto dalla parte dell'estabilishement ecclesiastico che ancor oggi
strenuamente la difende come l'impronta del Salvatore. Metto ora il
dettaglio delle mani del Cristo accanto a quelle di padre Pio. Mi
ritrovo però anche nei panni del fedele che crede ma ama ragionare.
Non sui misteri dell'universo, ma su due semplici immagini da
confrontare a occhio nudo. E allora?
Vorrei
percorrere un sentiero sotterraneo di considerazioni semplici.
Stiamo parlando dei segni dei chiodi. Le medesime piaghe che lo
Zanichelli alla voce «stigmate» indica anche come «impressione
sulle corrispondenti parti del corpo di santi e asceti». Ed è
proprio questo il focus del mio ragionamento.
La corrispondenza tra le parti del corpo della Sindone e
quelle di padre Pio non esiste affatto: sul telo funerario di
Torino i segni dei chiodi sono sul polso del Cristo deposto, mentre
il frate ha le stigmate sul palmo della mano. Come in tutta
l'iconografia sacra, crocifissi, affreschi, tele, statue di santi
testimoniano un'immagine che ha trasmesso il suo
imprinting nell'inconscio collettivo di milioni di persone
per generazioni, nei secoli dei secoli.
Dunque: chiodi sul polso di Gesù, chiodi sul palmo delle mani di
padre Pio. A questo punto sorgono altri interrogativi. Come mai la
Chiesa cieca dei Baget Bozzo e dei Capovilla non vede la mancata
corrispondenza tra il figlio di Dio e il suo imitatore? E'
possibile che il santo frate non abbia mai visto la Sindone, anche
solo in fotografia? O meglio: l'ha mai osservata? E infine: da che
parte sta la Chiesa? Se ritiene veri i segni dei chiodi dei santi
come il Pio in questione, allora vuol dire che dichiara falsa
l'impronta del Cristo sul telo venerato a Torino. O viceversa.
Davanti a quest'ambiguità che confonde, mi ritrovo meglio nei miei
panni. Riprendo il mio pensiero semplice: la Sindone, vero falso
d'autore, (anche qui, basta un occhio nudo per capirlo)
rispetta il realismo che solo un esperto di anatomia e uno
sperimentatore è in grado di riprodurre. Il falsario e i clinici
sanno che un chiodo sul palmo delle mani avrebbe sfrangiato i
tessuti e non avrebbe potuto tenere appeso il corpo del crocifisso.
Il segno del chiodo sul polso è il realismo della Passione secondo
Leonardo sulla Sindone.
Ergo, anche senza bisogno di scomodare la scienza, deduco che le
stigmate del frate («nota malattia della pelle», secondo le parole
del teologo don Franzoni) siano o frutto di patologia isterica o di
truffa bella e buona, come sospetta Luzzatto. O meglio, di tutt'e
due.
Messori, a chiusura del suo intervento su queste stesse pagine cita
parole del Vangelo sulla verità «rivelata ai piccoli e ai semplici»
e «nascosta ai sapienti del mondo».
Sacrosanto. Ma a proposito della prima categoria di persone
dimentica un'altra citazione di Gesù non percepita dai suoi stessi
eredi: «…Chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che
credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo
una macina da mulino e fosse sommerso nel fondo del mare».
È pena di morte senza appello, per il severo giudice Gesù. Ma chi è
assetato di segni, miracoli e magia ha facoltà di assolvere o
perdonare.
Potenza della disperazione.
Vittoria Haziel
Dopo questi caotici mesi di silenzio (ossimoro esistenziale solo in apparenza), dovuti sostanzialmente alla clausura che si è imposta per il libro che uscirà il prossimo 8 marzo, Vittoria Haziel è tornata. Si è sempre dispiaciuta di aver dovuto «staccare la spina», ma ne valeva la pena: nel 2008 ha comunque 2 libri in uscita. |