Il libro della settimana – Di Antonio Furlan
Titolo: Alle fonti del Nilo Autore: Smith Wilbur Editore Longanesi 2007 Rilegato, 631 pagine Traduttore Hirzer G. (Altre recensioni in Pagina della Cultura)

IL CONTENUTO
Dopo un interminabile viaggio nelle terre più remote del mondo
conosciuto, per il mago Taita e il fedele Meren è tempo di far
ritorno in Egitto. La loro amata patria è afflitta da piaghe senza
fine: sulle regioni del Nilo, già stremate da lunghi anni senza
onondazioni, si è abbattuto il flagello della peste, che non ha
risparmiato neppure i figli del faraone Nefer Seti. E mentre i
nemici di sempre tramano per mettere le mani sul regno, su di esso
piomba una nuova, penosa calamità: il fiume, da sempre fonte di
vita e di prosperità, si è ridotto a una catena di pozze fangose
del colore del sangue. Uno scenario drammatico in cui, impalpabile
come la tela di un ragno velenoso, si diffonde il culto di una
nuova, misteriosa dea dagli straordinari poteri. Un culto che sta
affondando i suoi artigli nel seno stesso della famiglia reale.
Disperato, il faraone chiede a Taita di rimettersi in cammino. Solo
il grande stregone, forte dei nuovi poteri ottenuti grazie agli
arcani riti custoditi nella lontana Asia, ha qualche speranza di
scoprire e sconfiggere la minaccia che si annida alle fonti del
Nilo. Ha così inizio un pericoloso viaggio lungo il maestoso letto
del fiume, nel quale alle insidie che minacciano la spedizione si
aggiunge la sfida letale del mago con le forze oscure in agguato
fuori e anche dentro di sé.
IL COMMENTO
Ho letto che la maggior parte dei lettori ha giudicato non molto
positivamente questo romanzo. Sicuramente non è il miglior libro di
Wilbur Smith, né il migliore della saga sull'antico Egitto.
Concordo che abbia spaziato un po' troppo sulla fantasia, sul
magico, sull'esoterico, sulle stregonerie, insomma siamo vicini al
«Signore degli Anelli».
Però la storia scorre abbastanza piacevolmente e direi che è
abbastanza privo di «effetti sensazionali» che non siano quelli
inerenti alla magia.
Sicuramente diverso dai soliti romanzi di Smith, ma certamente lo
si può leggere perché è piacevole.