Victoria Haziel scrive il suo «controcanto indignato e doveroso»
La scrittrice, sul risorto dibattito sulla Sindone: «Basta con l'ossimoro ontologico della scienza che debba spiegare un miracolo»

Lenzuola di giornali (La
Stampa, Repubblica, quelli che ho visto io) e anche
notizie date ai TG parlano del «Doc BBC sulla Sindone»
andato in onda sabato santo (in inglese, credo), che rimette per
l'ennesima volta in discussione l'attendibilità degli esami al
C14. E la Storia, anche in questo caso, va indietro.
A questi si è aggiunto iI Giornale con un'intervista a un
fisico, il prof. Fanti (Padova), che sta uscendo con un libro
(Aracne ed. 680 pagine…!), nel quale tra l'altro dice «Sfido
chiunque a riprodurre l'immagine sindonica. Nessuno è in grado di
farlo...».
Il professore intanto mente sapendo di mentire, perché è stato a
lungo in corrispondenza con l'artista cui io stessa ho
commissionato la riproduzione e ha perfino analizzato il manufatto
in laboratorio.
Conclusione dell'esimio fisico? L'unica differenza tra la
riproduzione e l'originale è che questo ha un tratto più sfumato;
mentre nell'altra è più marcato (i 500 e passa anni che ci sono tra
i due tratti non li vogliamo considerare?). Irene Corgiat,
l'artista che ha fatto il miracolo, è comunque ben consapevole di
non essere Leonardo…!
Primo punto: LA SFIDA.
Che non solo ho il dovere di accogliere, ma anche quello di
ricordare che la riproduzione della sindone da me fatta fare
(storia descritta nei minimi particolari ne «La passione secondo
Leonardo», edizioni Sperling, tradotto in diversi paesi esteri) è
stata esposta 3 mesi all'hotel «Principi di Piemonte» di Torino nel
2000, in contemporanea con l'ostensione in Duomo. Stesse
caratteristiche evidenziate dagli scienziati dello STURP: una
bruciatura, tridimensionale, non passa sul retro della tela.
Inattaccabile e ignorata spudoratamente (potrei citare pagine
precise di testi).
Possiamo farla rivedere nella sua bella teca arricchita da un
drappo di velluto rosso, e persino far bollire in diretta i
campioncini sui quali le figure restano tal quali, e dunque rendono
l'immagine eterna (deve solo fare i conti con la luce).
Secondo punto: L'ATTACCO AL C14.
Dove è finito il prof. Luigi Gonella, supervisore dei prelievi dei
campioni, braccio destro del cardinale Ballestrero, che (sempre nel
mio libro, in un'intervista esclusiva) faceva a pezzettini, anzi
frantumava le critiche all'attendibilità del C 14)? Lo vogliamo
tirare fuori dall'abisso di smemoratezza o di cancellazione di una
Storia che ha avuto battute interessanti su questo copione, scritte
evidentemente con inchiostro simpatico (aggettivo curiosamente
contrario alla realtà...)?
Nel mio libro, comunque, c'è un capitolo intitolato «ANCHE
SENZA IL C14». L'analisi del telo non ha affatto bisogno di
quell'esame scientifico. E non lo dico solo io, lo dicono
espertissimi sacerdoti poi mandati in esilio, ma soprattutto lo
dicono i vangeli.
Terzo punto: BASTA CON LA SCIENZA che
debba spiegare un «miracolo»… (un ossimoro ontologico!).
Basta con la sci9enza che contraddice se stessa, che afferma e
nega, antagonista, nemica, ecc.
Per me il capitolo è chiuso, dal momento che ho trovato
persino la sigla di Leonardo sulla tela: chiunque la può
vedere, senza usare sofisticate apparecchiature. Ma continuerò a
lottare contro le manipolazioni dei cervelli per l'accaparramento
delle anime.
UN DESIDERIO.
1) Che i credenti vengano lasciati in pace nell'attribuire a quel
telo ciò di cui hanno bisogno.
2) Che invece tutti coloro che hanno voglia e diritto di avere
un'informazione corretta e onesta debbano ottenerla per una via
semplice di conoscenza, e non complessa, confusa, piena di
dissimulazioni e falsità. Per di più, in nome di Dio.
UNA DOMANDA.
Ma di tutto questo popolo che si affanna intorno a quel telo,
qualcuno sa o si ricorda cosa di importante ha lasciato in eredità
il Cristo di cui si vedono le impronte della deposizione? Otto anni
di catechismo... ore e ore di religione... e quella parola non
passa. I suoi portavoce e i loro servitori preferiscono...
stenderci sopra un telo.
Spero che questo mio controcanto (anche per
immagini) abbia accoglienza. E che non resti solo voce in un
libro, - anche se dal '98 è long seller! - perché oggi la gente ha
bisogno anche di vedere e di sentir dibattere.
Vittoria Haziel