Il libro della settimana – Di Antonio Furlan
Titolo: La signora dell'arte della morte Autore: Franklin Ariana Editore: Piemme 2007 Traduttore: Pasetti M. C. Pagine: 427

IL CONTENUTO
Pasqua 1170. Il grido di un bambino lacera la notte nella contea di
Cambridge. Una richiesta di aiuto che ancora vibra di speranza, ma
il luogo è troppo isolato e la giovane voce troppo flebile per
essere udita da orecchio umano. A un anno di distanza, il convento
della città vende già le reliquie del piccolo Peter e chiede che
sia fatto santo. Pare che il corpo, affiorato dal fiume, portasse
addosso i segni della crocifissione. Nel frattempo, altri tre
bambini mancano all'appello: in tutti i casi, sul luogo della
scomparsa qualcuno ha lasciato una stella a cinque punte fatta di
rametti intrecciati, come una stella di Davide incompleta. La furia
popolare si scaglia allora contro la comunità ebraica, costretta a
rifugiarsi nel castello del re. I tre cadaveri vengono ritrovati lo
stesso giorno in cui giunge, dal Regno di Sicilia, una insolita
delegazione incaricata di far luce sui delitti: un ebreo come
agente segreto, un Moro eunuco come guardia del corpo e una giovane
donna come "medico legale". Adelia, formatasi alla prestigiosa
università di Salerno, è esperta nell'arte della morte, ossia lo
studio dell'anatomia e la pratica della dissezione. Sarà lei a dare
voce a quei corpi che non possono più parlare, svelando la verità
che si cela dietro alle loro orrende mulilazioni. Ma non sarà
facile affrontare i pregiudizi di quell'ambiente superstizioso, che
vorrebbe tacciarla di stregoneria, e fare accettare una realtà più
atroce di ogni immaginazione.
IL COMMENTO
La trama, ambientata nel 1200, è molto appassionante. Un'esperta
nello studio dell'anatomia viene mandata a scoprire l'assassino di
diversi bambini. Davvero singolare che in quel periodo si lasci
studiare l'anatomia. Che si lasci che a farlo sia una donna. Che a
questa nonna sia chiesto di scoprire un delitto che coinvolge dei
bambini.
Tutto però percorre una sua logica narrativa che rende il romanzo
dannatamente bello.
Lo consiglio.