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Il libro della settimana – Di Guido de Mozzi

Titolo: Trento 1824 - All'ombra di cento bandiere Autore: Sandra Frizzera Editore: Stella Rovereto 2008 Brossura, 220 pagine

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IL CONTENUTO
E' la storia di alcune povere famiglie di Trento che vivevano «al di là dell'Adige», quando il fiume passava per la città. Oggi Centa è sulla riva sinistra dell'Adige, mentre nel romanzo era collegata alla città grazie ad una passerella sul fiume.
La vicenda si snoda in un quarto di secolo che va dalla fine del '700 al 1824, e vede pertanto il Trentino sconvolto dalle guerre napoleoniche, caratterizzate da eventi storici di portata mondiale che però, viste con gli occhi della umile gente di campagna, erano inspiegabili e, va da sé, decisamente odiose.
Le cento bandiere di cui parla l'autrice, sono quelle che, a seconda degli accordi politici, dell'andamento delle battaglie e dall'evoluzione storica dei fatti, si sono susseguite in quel periodo che ha segnato un cambiamento epocale per il mondo anzitutto, ma anche per in Trentino. Dal Principato vescovile, soppresso da Napoleone, si passa alla dominazione francese, seguita da quella austriaca, poi nuovamente francese, quindi bavarese, e infine asburgica (sancita dal Congresso di Vienna del 1814).
L'autrice non manca di condannare Napoleone, spezza una lancia a favore di Andreas Hofer, prende atto dell'annessione del Trentino all'impero asburgico.
Le famiglie protagoniste sono quelle di Angela Donati e Tarcisio Zanolini, ma non mancano rapporti con illustri nobili della città, quali Tabarelli de Fatis e Sizzo de Noris.
Il personaggio principale è comunque Angela, una donna povera e madre di ben cinque maschi e tre femmine, ma dotata di una forza di volontà tipica della gente delle nostre montagne e del buonsenso della madre di famiglia, soprattutto da quando il marito parte per combattere a fianco dei Francesi, senza più fare ritorno.
La vicenda si svolge in quel quarto di secolo e con Angela riusciamo a seguire il destino dei suoi figli e a conoscere l'ambiente sociale trentino agli inizi del XIX secolo.

IL COMMENTO
Devo dire che ho cominciato a leggere l'ultimo libro di Sandra Frizzera subito dopo aver finito un thriller del mio autore preferito, Lee Child, per cui l'impatto iniziale non era stato tale da trascinarmi troppo nella lettura. L'idea di leggere una sorta di «Piccolo mondo antico» di Sandra Frizzera non mi entusiasmava, tanto che temevo di non superare la soglia dei primi capitoli.
Ma sarebbe stato un errore, perché la storia di Angela si va a snodare in un ambiente che per il lettore è tutto da scoprire e perché ci sono tutti gli ingredienti tipici del romanzo giusto: sesso, sangue e soldi (visti naturalmente con la sensibilità di una scrittrice come Sandra Frizzera). Insomma, anche per questo libro, quando si finisce un capitolo non si vede l'ora di cominciare quello successivo, il che vuol dire che la scrittrice ha fatto centro.

Se la storia dei suoi figli è piacevole e soddisfa un po' tutte le aspettative del lettore, la stessa cosa non posso dirla nella presentazione degli aspetti storici che fanno da scenario.
Devo premettere che al sottoscritto Napoleone piace, mentre all'autrice decisamente non va giù. Ricordo che alla conferenza di presentazione del suo libro, Sandra Frizzera aveva raccontato un aneddoto. Quando si era recata a Parigi, era andata a visitare la tomba di Napoleone. Entrata nel mausoleo, chiese dove si trovasse il feretro dell'imperatore. «Laggiù. - le rispose la guida. - È messo in basso in modo che la gente debba piegare il capo, facendogli così un atto di riverenza.»
Bene, Sandra Frizzera se ne andò senza guardare la tomba dell'epico eroe, proprio per non dovergli fare la riverenza.
Il sottoscritto, per quanto riguarda Napoleone, la pensa diversamente da Sandra Frizzera. Accettato il principio storico per cui la Rivoluzione Francese ha fatto fare al Mondo Occidentale un balzo avanti di due secoli rispetto al resto del Mondo, non si può negare che senza Napoleone la rivoluzione sarebbe rimasta in Place de la Concorde. Mentre per quanto riguarda le guerre napoleoniche, gli storici ormai sono concordi che erano battaglia preventive, fatte cioè per impedire che le grandi monarchie soffocassero la Francia rivoluzionaria. La sconfitta di Waterloo e il Congresso di Vienna allontanarono l'evoluzione europea di quasi un secolo.

Non male invece il modo col quale ha introdotto nella vita della sua famiglia la vicenda di Andreas Hofer, che in questa maniera ha voluto riconoscere in lui il comune pensare dei Trentini. Hofer ha infatti rappresentato l'unica volontà di ribellione verso eventi e soprusi che tutto tenevano conto, meno che della gente. Ora, se Hofer nel contesto storico di allora è paragonabile ad un granellino di sabbia nel deserto, è altrettanto vero che ha avuto il coraggio di dire «basta!», costi quel che costi. E questo non è un atteggiamento comune nella gente che vive nella nostra regione. Tradito anche lui, non tanto da sicari o delatori (anche), quanto dall'indifferenza della gente che voleva solo il ritorno alla normalità, resta dunque un grande esempio proprio per coloro che non lo hanno sorretto.

Il personaggio più importante del romanzo, tuttavia, non è Napoleone e non lo è neppure Hofer. Il personaggio è Angela, insieme alla sua famiglia, inserita in quel suo piccolo mondo antico. Una donna che - mi si perdoni il paragone se può sembrare irriverente - ha certamente più femminilità di Lucia Mondella. Il suo pragmaticismo, la sua sensibilità e la sua responsabilità sono certamente rappresentative di un buonsenso di fondo che Sandra Frizzera vuole (giustamente secondo il sottoscritto) attribuire a tutte le donne umili della nostra gente.
È attorno ad Angela che si gestiscono le accennate situazioni di sesso, di sangue e di soldi, sia quando coinvolgono direttamente lei, che quando riguardano i suoi figli.
A parte alcune figure minori, il cui ruolo non è facilmente inseribile in un mondo antico trentino dipinto da Sandra Frizzera, direi che il romanzo ha i numeri per essere considerato importante.
Ne consiglio la lettura, meglio se fatta dopo una veloce scorsa ad un Bignami di storia dell'epoca in cui Trento visse all'ombra di 100 bandiere.

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