Il libro trentino da regalare a Natale/ 13
Titolo: «Le tre Venezie» Autori Vari Numero monografico della rivista, interamente dedicato a «Rovereto, Città della Pace» In tutte le edicole Prezzo: € 10
La rivista «Le tre Venezie» è uscita
nelle edicole con un numero monografico interamente dedicato a
«Rovereto Città della Pace».
Tanti i temi trattati in una sorta di viaggio attraverso la città
d'un tempo e quella odierna. Le pagine, corredate da belle
fotografie, svelano la ricchezza di enti, istituzioni, personaggi
che hanno reso grande Rovereto.
Si parla della Campana dei Caduti, di corso Bettini, del Museo
Civico, quello della Guerra, il Mart, la Biblioteca, il sentiero
della pace, l'Accademia degli Agiati, Antonio Rosmini, la seta,
Mozart, la scuola Reale Elisabettiana…
All'incontro erano presenti il Sindaco Guglielmo Valduga e la
coordinatrice editoriale della rivista Iva Berasi che ha esordito
parlando di un prodotto accattivante sia per la qualità delle
immagini che per l'interesse dei testi.
«È una rivista che si legge come tale: nei momenti di relax, ma non
si butta. Si tiene come un libro per il pregio di foto e
contenuti.»
La Berasi ha poi raccontato che l'idea di editare un numero
monografico su «Rovereto Città della Pace» le era sembrata
importante perché «Rovereto è l'unica città d'Italia a poter
fregiare del titolo di pace per legge.»
Molti e sentiti i ringraziamenti a tutti coloro che hanno
collaborato alla buona uscita del prodotto
«Con un unico dispiacere, - ha concluso la Berasi. - Quello di non
aver potuto per motivi tecnici stampare la rivista a Rovereto.
«Mi sarebbe piaciuta una ricaduta interamente locale, purtroppo non
è stato possibile.»
Nella prefazione il Sindaco Valduga ha disegnato la città di
Rovereto come il luogo che costruisce pace.
«È qui e non altrove - ha detto il Primo Cittadino - che esistono
simboli potenti come la Campana dei Caduti, l'Ossario e il Museo
Storico della Guerra, testimonianze d'una memoria che racconta la
storia di una città posta al centro di un crocevia geografico che
l'ha resa permeabile al passaggio di popoli, di scambi commerciali
e flussi di idee. Una terra duramente toccata anche dalle grandi
sofferenze della guerra e degli esili. Gli accadimenti del passato
oggi sono ben visibili nei monumenti e meno percettibili, ma
fortemente radicati, nell'identità interiore della città, che, con
un processo lento ma costante, ha saputo trasformare le memorie di
guerra in un progetto di pace.»
Il Sindaco ha poi ricordato le persone che hanno contribuito a
formare la storia della città.
«In primis Antonio Rosmini, che ha saputo coniugare il pensiero
religioso a quello laico. E dopo di lui Zandonai, Melotti, Depero,
Don Rossaro…»
Ha citato i luoghi dell'arte come il Mart, il valore internazionale
della Campana dei Caduti divenuta osservatore speciale presso il
Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite; il Museo della
Guerra impegnato a livello provinciale in riflessioni sulla guerra
contemporanea, il Museo Civico che sta veicolando l'archeologia
sugli schermi televisivi, l'Accademia degli Agiati, la preziosità
di casa Rosmini…
Infine il monito del Sindaco.
«La pace non è una conquista a termine, va continuamente coltivata
e costruita giorno per giorno, in famiglia, col vicino di casa, sul
lavoro.»
E l'augurio di Natale con le parole che la scrittrice Fernanda
Pivano ha lasciato in eredità ai roveretani, «gente in cui la
pace corre sul parallelo del cuore».
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