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Reduci trentini prigionieri ad Isernia (1918-1920) – Di Luciana Palla

Nel 1918 gli ex soldati del disciolto esercito austroungarico, a guerra finita, rientrarono a casa: e vennero internati

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Titolo: Reduci trentini prigionieri ad Isernia (1918-1920)
Autrice: Luciana Palla
 
Editore: Edizioni DBS Zanetti
Formato: 23x16
 
Nota: presentato il 22 maggio 2015
Prezzo di copertina: € 10
  
E' fresco di stampa per le Edizioni DBS il nuovo libro di Luciana Palla «Reduci trentini prigionieri ad Isernia (1918-1920)».
Il volume, frutto di una accurata ricerca compita dall'autrice tra documentazioni d'archivio e testimonianze scritte e orali, riconsegna alla memoria e alla consapevolezza collettive la tragedia di una vicenda quasi dimenticata che colpì in modo particolare le genti delle valli di Primiero e di Canal San Bovo: l'internamento ad Isernia, allora in provincia di Campobasso, degli ex soldati del disciolto esercito austro-ungarico già rientrati nelle loro case a guerra finita.
«Fu un'esperienza per essi molto pesante - spiega l'autrice - anche perchè ormai si credeva che, dopo l'armistizio del 4 novembre 1918, nulla di grave potesse più accadere.
I reduci trentini fatti prigionieri ed internati ad Isernia vissero nel campo ivi allestito in condizioni miserevoli per alcuni mesi, finchè fu loro concesso il rimpatrio.
Della loro permanenza in quei luoghi sopravvivono però oggi poche tracce.
 
 Spiega Luciana Palla 
«Negli archivi molisani quasi nulla è rimasto che ci aiuti a capire la dinamica dei fatti. Solo nell’archivio del Comune di Isernia liste di prigionieri-lavoratori ci restituiscono nomi e cognomi trentini, alcuni dei quali a noi già noti perché presenti in altre fonti documentarie, mentre i registri degli atti di morte riportano i dati di coloro che, deceduti durante la prigionia, furono sepolti nel locale cimitero. Niente si è tramandato fino ad oggi nella memoria storica degli abitanti di Isernia su quel campo d’internamento allestito all’interno della città che ospitò, alla fine del 1918, un migliaio di prigionieri trentini e triestini, i quali vennero spesso a contatto con la popolazione civile, come essi stessi raccontano nei loro diari. Nemmeno nei giornali locali dell’epoca c’è qualche riferimento a questi insoliti prigionieri di lingua italiana. L’approfondita ricerca condotta all’Archivio centrale dello Stato di Roma non ha fornito ulteriori elementi utili. Il ritrovamento di alcuni diari di ex prigionieri trentini ha invece concesso di approfondire il periodo del viaggio, le condizioni del soggiorno ad Isernia e del ritorno definitivo a casa.»
Si trattò in ogni caso di uno dei tanti soprusi compiuti dagli Stati consegnati con la guerra in mano all’autorità militare; ed una delle tante storie nefande messe a tacere   fino al tempo presente per motivi di opportunità politica e tuttora poco raccontate.
 
 L'autrice 
Luciana Palla ha pubblicato sulla storia delle comunità ladine e sulla prima guerra in area alpina vari studi.
Ricordiamo tra l’altro I ladini fra tedeschi e italiani, Marsilio 1986; Fra realtà e mito.
La grande guerra nelle valli ladine, Angeli 1991 (ristampato da Curcu&Genovese, Trento 2015); Il Trentino Orientale e la Grande Guerra, Trento 1994.
Ha curato l’allestimento di una mostra fotogra fica e del relativo catalogo Vicende di guerra sulle Dolomiti (1914- 1918), Seren del Grappa 1996.
Per i suoi studi ha ottenuto numerosi e importanti riconoscimenti, fra cui il «Premio della cultura per il 1986» dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e il «Premio Cortina» per la saggistica nel 1991.
Recentemente si è occupata dell’immaginario della montagna nell’area dolomitica e dei primi pionieri dell’alpinismo e del turismo, fra cui della biogra  a storica di Tita Piaz, in Val di Fassa.
L’ultimo filone di ricerca esplorato riguarda la religiosità popolare nelle valli dolomitiche.

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