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Modi de dir 'n trentìm/ 31 – Di Cornelio Galas

31ª puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina

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L’È DEI CORNI – È inutile farlo, dirlo, ascoltarlo. dato che non cambia niente. Alternativa a «L’è déle bàle».
 
TIRAR QUATRO SIRACHE – Perdere le staffe e pronunciare moccoli liberatori.
 
SBADILÀDE DE MERDA – Si definiscono così le grandi diffamazioni, ma non a mezzo stampa.
 
T’HAI FAT SU EN SLAMBRÒT – Hai fatto un casino. Un groviglio inutile e irrisolvibile. «En rafanàs».

PÉT, STRAPÉT, SLOFFA, STÓLFA, SOFFIÉT / LAVÌSS, LANÀFF, PAVÀNA, MINUANA, MINUÉT – Elenco in rima baciata dei nomi dati alle varie emissioni di gas intestinali, riconoscibili per associazione onomatopeica dei suoni.
 
FAR NA SCORÉZA (o SCORÉDA) – Termine volgare adottato per indicare qualsiasi tipo di emissione di gas intestinale, anche silenziosa. «T’hai fat la scoréza?»
 
NAR PER SÓRA – Dicesi del latte quando bolle e esce dalla pentola. Per esteso, una persona che è andata fuori dei gangheri.

NAR DE MAL – Persona ormai inutile e dannora, come un genere alimentare scaduto. Anche «obsoleto».

CAVÀRSE NA SPIZA – Fare qualcosa che dà grandi soddisfazioni, costi quel che costi.

ZUGÀR AL BALÓM – Giocare al calcio.

LA LA CIÀPA, LA LA CÓPA – Se la prende, la uccide. Di solito si dice quando tutto è andato bene.
 
DÀTE NA CALMÀDA – Datti pace.
 
ADÈS EL MÒLO – Si riferiva originariamente al cane tenuto alla catena, per minacciare di aizzarlo contro la persona che ti infastidisce. Oggi si usa anche quando parli di qualcuno che può parla pagare al tuo nemico.
 
MÉTO SU – Si riferisce al far da mangiare. Esempio: «Méto su l’acqua per la la pasta». Ma si usa anche per tutte le pietanze. Un tempo si usava anche per avviare un disco.
 
MÉTO ZÓ – Si riferisce alla telefonata che stai per concludere, solitamente antipatica. «Méto zó la cornéta». Oggi, con i telefonini, si avvisa: «Vàra che te scanzèlo».
 
PAIÀZO – Letteralmente pagliaccio. In realtà si usa per indicare una persona il cui comportamento risulti clamorosamente privo di serietà e di decoro. «Valà, paiazo!»
 
RANGÉVE – Arrangiatevi! Si dice a chi continua a fare di testa sua senza portare risultati.

EL SA DE FRESCHÌN – Ha il cattivo sapore tipico delle posate lavate male.

FAR SU COME EN GIÒM – Prendere il sopravvento metaforico di una persona che merita di essere presa a calci. Si usa spesso come minaccia: «Vara che te fago su come en giom…!»

GNÀMPO – Termine usato per dare dell’ingenuo a una persona che si presta ad abboccare. Il termine è più benevolo di “mona”: «Valà, gnampo…!»
 
PECÒLA e PETÀCA – Il primo è un termine usato in lingua italiana per indicare uno stato d’animo di tensione, abilmente trasformato in trentino in una frase tendente a smorzare la tensione: «G’hat la pecòla?» «Perché, cosa èla la pecòla?» «La pèl del cul che se descòla».
La variante più nota è la «Petàca», «la pèl del cul che se destaca».

BÙCHER – Letteralmente «L’è el bus del cùl col zùcher». Si usa di solito per completare goliardicamente il dialogo di cui al punto precedente. Alla fine ride anche l’individuo in tensione.
 
DESCÀNTABAÙCHI – Pacca che si prende per disattenzione. Lo dice si la vittima che la persona che ha assistito alla pacca.
 
M’È VEGNÙ EN SCIOPÓN – Quando ti viene un colpo di calore.
 
M’È VEGNÙ EN FASTIDIÓN – Come sopra, ma più grave, quando lo sciopón è seguito da un giramento di testa.
 
G'È VEGNÙ CRÈP – Ha fatto un colpo, un infarto, un coccolone. Difficile dirlo in prima persona, perché di solito chi che fa en crèp non è in grado di dirlo.
Da non confondere con le «crêpe», versione francese delle crespelle.
 
DESBRÀNETE FOR – Svegliati fuori. Secondo un noto francesismo, «Démerde toi», cavati dalle strazze.
 
DESMÌSIATE FOR – Come sopra, come se il destinatario fosse addormentato.

SBÓLDRA/ SBOLDRÓN – Si dice a chi è trasandato, grasso e grossolano. Detto a una ragazza è offensivo, perché è come dirle che è di facili costumi. Per questo al maschile su usa il rafforzativo «ón”.
 
M’È VEGNÙ I SGRÌSOI – Mi sono venuti i brividi di freddo. Per esteso, anche quando hai assistito a una scena raccapricciante.
 
TE DÀGO EN SLAVADENTI – Ti do uno sberlone uno sganassone. Si dice per evitare di darlo.
 
SCHECHÈO – Colpo di paura rapido, veloce e acuto.

L'È 'NA SPUZÉTA – Letteralmente sarebbe l’effetto di un péto morbido e leggero, ma si usa per indicare la ragazza che va in giro come se avesse la puzza sotto il naso. Superba.
 
LAÓRA, FALÒPA! – Ordine per incitare il lavoratore a impegnarsi di più. Ma anche genericamente agli sfaccendati.

TE SEI PRÒPRI EN ZUCÓN – Sei proprio uno che non capisce niente, neranche le cose più semplici.

SLUDRÀ DALA FÀM – Affamato al punto di avere conati. Affamato come un luccio.
 
EL SE MÒVE COME EN GUÌNDOL –Letteralmente il «guindol» è l’arcolaio, quel che serve per «desgartiar» le matasse. Sta a indicare chi non sta mai fermo e che va sempre de corsa de qua e de là.

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