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Al largo: viaggio di versi e misericordie – Di Massimo Parolini

In margine alla raccolta poetica «Al largo» di Alessandro Ramberti

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Titolo: Al largo
Autore: Alessandro Ramberti
 
Editore: FaraEditore 2017
Genere: Poesie
 
Pagine: 80
Prezzo di copertina: € 9
 
«Se la misericordia abbraccia, la verità discerne»: così inizia la sua riflessione Alessandro Ramberti nella densa introduzione alla propria silloge «Al largo».
E nella Bibbia ritrova proprio il libro per eccellenza nel quale le due virtù si sono unite, attraverso i due Testamenti. L’uomo e la sua esistenza sono un insieme di scelte ma nella scelta, ricorda Ramberti, giocano sempre vari fattori, non solo razionali.
La verità assoluta pertiene a Dio: l’uomo, grumo di frammenti di sapienza emotiva può entrare in empatia con gli altri e questo è uno dei volti della misericordia.
Riconoscere i propri limiti e far spazio alla fede, nel cammino che alterna vie oscure e vie diritte dove il Viandante ci conduce al largo, in acque profonde, non facili da attraversare.
Meta e origine ci risultano confuse. La via da intraprendere necessita di silenzio e di vuoto, trame centrali nel pensiero orientale (a cui l’autore ha dedicato il proprio percorso di studi universitari a Venezia e Shangai).
 
Va evitato il delirio di onnipotenza centripeta, che porta alla tirannia, che secondo la scrittura cinese rimanda alla violenza che secca gli altri, riducendoli a schiavi del proprio dominio.
Uscire dalla selva oscura dell’autoreferenzialità idolatrante è dunque la via che conduce all’Altro (nella sua Misecordia) e agli altri (nell’empatia).
L’amore reale, concreto, vissuto: il richiamo di Papa Francesco nel suo «Misericordiae Vultus» ci porta allo strumento del perdono, riflesso della misericordia divina, per raggiungere la serenità del cuore.
Le tre dimensioni spaziali e il tempo vengono associate da Ramberti alla libertà (larghezza), intesa come dimensione etica orizzontale, alla verità (altezza), alla profondità (empatia, che approfondisce la libertà proiettandola verso una verità «imbevuta» di umanità), alla Misericordia (tempo), intesa come empatia pratica, efficace, vissuta.
Nel tempo l’uomo si progetta verso gli altri e l’oltre «avendo per amica la Parola di un Dio che, se ci perdiamo, ci viene con sollecitudine a cercare».
La libertà relazionale (dimensione orizzontale) deve fare sintesi con quella verticale della verità per ritrovarsi nella profondità dell’empatia: il tutto nella sfera della Misericordia di un Padre che gioisce nel vederci crescere in libertà.
 
«Al largo» presenta una struttura a decagono: dieci parti ognuna formata da cinque poesie. Ogni sezione è ispirata da una parola chiave all’interno del viaggio a cui si accennava: la partenza (Salpando), le difficoltà e la stasi (Tempesta, Bonaccia, Secche, Scogli), la speranza (Fari), l’azione e la meditazione (Scandagliare, Diario di bordo, Attenzione), l’approdo (Gettando l’ancora).
Ogni poesia ha un titolo, seguito dall’ideogramma cinese che lo traduce e da tre strofe di cinque senari trocaici cadauna (accenti sulle vocali di sede dispari). In calce un motto che sentenzia e fa da vento per il navigare dei versi successivi. I cinquanta motti posso funzionare come una poesia autonoma.
Penetra lo spazio/ supera i dilemmi/ quando si presentano/ senti che sei fragile/ prova ad affidarti («Prendere il largo»).
E in questo momento provare. La fragilità, il nostro limite, diventa quindi lo sprone stesso per la navigazione.
Se ti dai entusiasta/ apri rotte insolite/ pianti semi altrove/ esci via da te/ forse un po’ rinasci («Nuova vita»).
La terza navigazione, quella agostiniana senza vele né remi, è possibile perché ha la forma della croce di Cristo che fa attraversare il mare della vita: Misericordioso/ impressioni i giorni/ instancabilmente/ levi alla memoria/ pesi insostenibili («Insieme»).
Tu mi hai tolto il cuore/ guarda come pulsa/ anche se non credo/ sia più mio che tuo/ mistico richiamo («Connessioni»).
Ogni dubbio è richiesta d’amore (e non cartesiana certezza intellettuale del proprio esistere).
Nel nostro viaggio l’altro si fa incontro, da altri lidi: Fasci di emozioni/ chiedono la cura/ scrivono nei gesti/ lineamenti nuovi/ lettere di carne («Prossimo»).
 
Fra gli scogli lo spirito può ristagnare ma il cosmo, pascolianamente, può nella sua vertigine di «abissi in fuga», mandare segnali di un’alba. «Ci si espande per scarti continui».
Futili e assoluti/ siamo quel che siamo/ dighe porte vasi/ noi di un arcipelago/ pieno di sorprese («Inoltrarsi»).
Le garze segnalano «luoghi di passaggi/ purificatori»: la cura dell’altro, alleggerisce il grave peso e lo rende leggero: Sono i miti gli eredi più umani. Approdare è ritornare, gettare l’ancora ritrovare l’origine: in ogni approdo la circolarità nel nostos diviene escatologia che piega la croce come un uroboro che contiene il tempo rettilineo, in un personale ritorno al Padre mai scontato.
Si toglie l’istantanea dal cassetto, si imprime il proprio nome su di essa e si scende dalla nave. E ci si accorge, nel nuovo inizio, che la Misericordia del Padre ha avuto degli aiutanti: «angeli che curano/ voci sempre vive».
Ad essi la gratitudine del viaggiatore il quale, in chiusa, giunge alla convinzione che la vita, più che un viaggio tradizionale, è un varcare porte, che si aprono improvvise, oltre quelle soglie di cui ci resta il sapore:
«Non abbiate paura!», ricordava papa Giovanni Paolo II: «non dobbiamo avere paura» della «verità su noi stessi».
Un prezioso libro poetico, questo di Alessandro Ramberti: un personale itinerario dell’anima a Dio e all’io che unisce cristianesimo e cultura cinese in un’originale e raffinato (ricercato e ripulito) percorso esistenziale (Come incenso sui passi compiuti. C’è una voce per ogni persona. La perfetta letizia è umiltà).
 

 
Alessandro Ramberti è nato a Santarcangelo di Romagna nel 1960.
Laureato in Lingue Orientali a Venezia, vince una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai.
Nel 1988 consegue a Los Angeles il Master in Linguistica presso l’UCLA e nel 1993 il dottorato in Linguistica presso l’Università Roma Tre.
Ha vinto il premio «l’Astrolabio» con Racconti su un chicco di riso (Tacchi Editore, 1991).
Poesia: In cerca (2004), Pietrisco (2006), Sotto il sole (sopra il cielo) (2012). Ha pubblicato come Johan Thor Johansson la puzzle-story La simmetria imperfetta (1996) e, con L’Arca Felice di Salerno, le plaquette Inoltramenti (2009) e Paese in pezzi? I monti e i fiumi reggono (2011, nuova traduzione di 4 poesie di Du Fu).
Gli è stata dedicata la Lettera in versi n. 32 a cura di Rosa Elisa Giangoia.
È presente in antologie, riviste (un estratto di Orme intangibili è inserito in Italian Poetry Review, VIII, 2013) e nel web.
Fondatore della casa editrice riminese FaraEditore da alcuni anni organizza incontri letterari su temi etici, civili e religiosi.

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