Home | Esteri | Afghanistan | Afghanistan. Cambio di comando al Task Group «Astore»

Afghanistan. Cambio di comando al Task Group «Astore»

Vi fanno parte i 2 Predator dell'Aeronautica Militare in forza alla Julia

image

Forse i nostri lettori ricordano il servizio che avevamo pubblicato dall'Afganistan sul «Predator», il velivolo a pilotaggio remoto della nostra Aeronautica militare, che noi civili chiamiamo in maniera riduttiva «aereo radiocomandato».
La brigata Julia base di Herat ne ha a disposizione due, che fanno parte del Task Group «Astore».

Oggi il maggiore pilota Iury Topini ha passato il comando al maggiore pilota Matteo Molari, che ha assunto il Comando del Task Group Astore.
Del Task Group Astore fanno parte i due Predator dell'Aeronautica
Militare inquadrati nella Joint Air Task Force (JATF), che dipende dal Regional Command West su base Brigata Alpina Julia, di Herat.

Il Predator ha un'apertura alare di m 14,8, è lungo m 8,2, alto (col carrello) m 1,82.
Ha una velocità di crociera dai 135 ai160 km/h. Può volare fino a 8.000 metri, con una tangenza operativa di 7.800 metri.
Ha un'autonomia di 20 ore consecutive, grazie a un motore a spinta Rotax 912 a quattro cilindri.

Il Predator è un velivolo a pilotaggio remoto (telecomandato) UAV (Unmanned Aerial Vehicle = Velivolo senza equipaggio) che svolge quotidianamente la sua missione nei cieli dell'Afghanistan.
Il velivolo è pilotato da una GCS (Ground Control Station = Stazione di controllo a terra).

Può essere armato, ma in Afghanistan è utilizzato per la sola ricognizione aerea.
Sotto il velivolo sono installati infatti dei sensori che permettono di realizzare riprese elettro-ottiche e agli infrarossi del territorio che vengono trasmesse in tempo reale, per l'interpretazione, ad un centro analisi e al personale che opera direttamente sul terreno.
È la boccia che vediamo sotto la pancia, il cui meccanismo antivibrazioni è fondamentale per la riuscita delle riprese, soprattutto quelle che vengono fatte dalle troupe televisive dall'elicottero.
È costituita da un insieme di decine di piccoli motorini che agiscono in contrapposizione tra loro e sono governati da uno stabilizzatore.

L'equipaggio sta a terra ed è formato da pilota, secondo pilota, intelligence, tecnico. Lo staff riesce a collaborare in tempo reale con le forze impegnate a terra.
Pilotare un aereo senza essere a bordo, ci è stato spiegato da un pilota del Predador, non è difficile. L'atterraggio però richiede una particolare abilità, perché non si sentono le sollecitazioni del vento, che possono essere solo lette dalla strumentazione di bordo.

L' attività di ricognizione aerea del Predator è fondamentale per supportare il processo di sviluppo sociale ed economico della regione in quanto consente di monitorare grandi spazi, a prescindere dall'orografia, e di impiegare al meglio gli uomini e i mezzi sul terreno.
Il TG Astore in Afghanistan ha superato le 5.000 ore di volo per oltre 600 missioni.

Nelle immagini, il Predator, il pilota che ci mostra il sensore e un filmato sulle riprese fatte.



Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande