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L'intervista a Jonathan Clancy, «A classic Education» – Di Roberto Vivaldelli

Dall'Emilia agli Stati Uniti, il nuovo «Call It Blazing» è un successo di critica e pubblico

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È un grande onore intervistare Jonathan Clancy, cantante-chitarrista di uno dei più importanti gruppi italiani del momento: A classic Education.
Il gruppo bolognese in attività dal 2005 è protagonista di un’escalation di successi e soddisfazioni formidabili. Il loro esordio «Call It Blazing» è indicato da tutti i più famosi blog e riviste tra i migliori usciti nel 2011, con voti spesso sopra la media.
Osannati sia In Italia che all’estero.
Stati Uniti compresi. 
 
A tal proposito, possiamo partire subito con una domanda riguardante il tour di un mese e mezzo negli Stati uniti con i British Sea Power. Jon, ci racconti in breve l’esperienza americana? L’episodio indimenticabile? Il concerto più bello?
«Intanto veramente grazie mille per le belle parole! E' stata un’esperienza incredibile, 25000 km in tutti quegli stati. Penso che il «viaggio» aldilà della musica ci rimarrà veramente impresso per sempre. Dal punto di vista musicale non potevamo chiedere di meglio, abbiamo suonato in locali storici come Bowery e Music Hall of Williamsburg a NYC, il Troubadour a LA, The Independent a San Francisco. Episodio indimenticabile visitirare i Sun Studios e Graceland a Memphis. Avevamo le lacrime. Attraversare il confine per entrare in Canada con i quattro miei migliori amici è una sensazione per cui pagherei ogni volta. Ritrovarsi al Johnny Brendas a Philadelphia con amici conosciuti l'anno prima e vedere tanti sorrisi è stato incredibile.»
 
Sarebbe interessante un raffronto, vista la vostra esperienza, tra l’Inghilterra e gli Stati uniti. Dove vi siete trovati meglio? Dove avete visto le band più interessanti?
«In UK non torniamo da un po' di tempo e ci manca! Per ora ti posso sicuramente rispondere Stati Uniti perchè lì c'è maggiore attenzione e forse anche meno pregiudizi, tutto ha meno regole e quindi forse le cose risultano a volte un più genuine. Ma chissà. Band interessanti le abbiamo trovate sempre anche in Inghilterra, forse negli Stati Uniti le band si aiutano un po' di più, c'è più spazio per tutti hehe.»
 
Quali sono le vostre influenze più importanti?
«Proprio difficile da dire, abbiamo tanti gusti diversi, forse per gli ACE la cosa più importante è scrivere una bella canzone che riesca a sopportare il test del tempo, degli anni. In questo senso mi viene da dire che i riferimenti sono classici, Stones, Velvet, Sam Cooke, Elvis combinati con un tocco moderno, anche volendo noise e una punta di romanticisimo 80's che non manca mai.»
 
Quali sono gli album che ti hanno colpito di più di questo 2011?
«Annata veramente difficile mi sembra per gli album. I più ascoltati da me sono stati Woods, Unknown Mortal Orchestra, Widowspeak, Girls, Peaking Lights, Kurt Vile, The Babies, Sonny & The Sunsets, Girls.»
 
Il tuo parere sugli ultimi «big» della scena italiana. Le luci della centrale elettrica e i Ministri per esempio.
«Non saprei, non conosco molto bene i Ministri se non un paio di canzoni e non sono «come posso dire» il mio genere quindi non ho approfondito. Le luci della centrale elettrica, insomma, Vasco lo conosco soprattutto per i bei concerti, non si tratta forse della musica che mi verrebbe da ascoltare ma lo stimo parecchio come attitudine e modo di portare avanti il suo progetto. Mi piace molto quando dal vivo ha quel mare di suono sotto!»
 
Ti ringraziamo Jon. Quali saranno i prossimi impegni e progetti futuri della Band?
«Il 25 ottobre è uscito «Call It Blazing» finalmente. Abbiamo fatto un Tour in tutta Europa e continueranno i concerti. Quindi suonare, suonare, suonare.»
 
Roberto Vivaldelli
r.vivaldelli@ladigetto.it

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