Home | Archivio | Archivio rubriche | Famiglia | Mi sembra di aver partorito ieri ed è già tempo di iscrizione alla scuola materna...

Mi sembra di aver partorito ieri ed è già tempo di iscrizione alla scuola materna...

Quello che devi sapere (ma che forse non vuoi sapere) sui giorni dell’iscrizione

Mi pare di avergli appena cambiato un pannolino, di avergli appena sentito dire le sue prime paroline.... ma cielo è così! Samuel è ancora un cultore della pipì libera, e ha adottato il linguaggio dei segni come sua principale forma linguistica e per me è già ora di andare, armata di bollettini e dichiarazioni dei redditi, a iscriverlo alla scuola materna.
E’ piccolino, ma quando è stata ora di nascere ha dato retta alla sua mamma (è stata la prima e ultima volta) e ha aperto gli occhi sul mondo prima della fine di gennaio 2010, in tempo per poter essere iscritto alla scuola materna un anno in anticipo rispetto ai suoi coetanei.
 
Ora lo guardo alla soglia dei 2 anni, e mi sembra uno scricciolo troppo piccolino. Ma d’altra parte... non può andare al nido per sempre.
E poi ci sarà sua sorella maggiore con lui, perchè, si, si faranno un anno di asilo insieme, e alzi la mano chi non pensa che portare entrambi i figli la mattina in un posto solo non sia la soluzione alla maggior parte dei problemi di gestione delle mamme.
Ecco, sincerità, grazie.
Comunque i dubbi amletici di un inserimento prematuro a settembre si annullano di fronte allo spauracchio degli sfortunati genitori di febbraio e marzo: mandare il figlio a scula a gennaio? In una classe già formata? Durante un anno già avviato? Sono contenta di evitarmi questi tormentati pensieri.
 
Quest’anno è una passeggiata: affido Samuel alle «amorevoli» cure della sorella che lo aspetta (al varco) già da qualche mese, ma come non ricordare l’ansia che precede il primo inserimento di un figlio alla scuola materna? Il nido non vale, è un posto, ovattato, sicuro, quasi una specie di cuccia morbida in cui vengono adagiati i bambini più piccoli.
Al nido tra maestre, aiutanti, inservienti, responsabili, pedagogiste, nutrizionisti e responsabili di zona che capitano periodicamente, c’è un rapporto bambino/adulto pari a 1.
 
Le maestre ti accolgono sorridenti e tu sai tutto quello che è successo a tuo figlio da quando è entrato al momento del «ricongiungimento» (no perchè al nido non si chiama «andare a prendere mio figlio»: ha un nome più dolce, malinconico, straziante.. «ricongiungimento con il genitore»).
Alla materna è diverso.
I bambini sono tanti, le maestre poche, se sei fortunato al momento dell’uscita (basta ricongiungimenti) sai se tuo figlio ha mangiato, se invece sei particolarmente sfortunato, non trovi più la sua giacca.
 
lI genitorie di un bimbo all’ultimo anno di nido si riconosce: è quello che nei giardini sotto casa, scruta i bambini alla ricerca di quello in età prescolare.
Riconosciuto l’obiettivo, cerca di collegarlo a uno dei genitori presenti, localizzato il genitore lo placca: ha bisogno di informazioni sugli asili della zona, e le informazioni devono essere fresche: come sono le maestre? Brave? Com’è la cucina? Sana? Li portano fuori? I bambini sono felici?...
 
Qualche genitore più accorto si è procurato l’opuscoletto che illustra le varie materne di competenza in base all’indirizzo di casa, probabilmente lo tiene con sè, nascosto nella borsa, sgualcito e arricchito di post-it e appunti, a intervalli degni di un maniaco compulsivo lo estrae e lo consulta.
In un attimo di magnanimità potrebbe decidere di mostrarlo agli altri genitori, che lo accerchiano alla ricerca della rivelazione.
 
L’inizio delle iscrizioni viene tenuto segreto.
Lo si scopre solo grazie ai cartelloni affissi davanti alle materne un paio di giorni prima l’inizio, e questo spiega l’aumento del flusso di traffico davanti alle scuole materne nelle ultime giornate di gennaio.
 
Durano una settimana, a orari (almeno nella scula materna di Gaia, e futura scuola materna di Samuel) decisi da uno squilibrato: Lunedì dalle ore 8.00 alle ore 9.14 Martedì dalle ora 10.45 alle ore 11.53... e avanti fino a fine settimana.
Devi segnarteli, che se perdi l’onda e le coincidenze con il lavoro è la rovina.
 
A quel punto ti danno un malloppone di carte da compilare e riconsegnare, un bollettino da andare a pagare in caso il bambino venga iscritto al posticipo, ed un promemoria degli sconti in base al risultato dell’ICEF che sei prontamente andata a fare qualche settimana prima.... rettifichiamo, promemoria degli sconti in base al risultato dell’ICEF che ti sei  prontamente dimenticata di andate a fare qualche settimana prima.
Visto che non sei l’unica ti ritrovi a supplicare la centralinista del patronato di trovarti un buco entro la fine della settimana.
 
Il rischio di una denuncia di stalking è molto forte, l’anno scorso mi ero presentata allo sportello con una scatola di cioccolatini per farmi perdonare, che non si sa mai.
Una volta che le carte sono state compilate, le tariffe calcolate, i bollettini pagati, e tutto quanto consegnato, inizia il momento peggiore: l’attesa.
 
Si perchè, ormai ti sei convinta di aver preso la decisione migliore, hai vagliato tutte le possibilità, ponderato e bilanciato i pro e i contro.
Probabilmente sei arrivata a dei compromessi, ma che ti soddisfano alla grande: la scuola è lontana da casa, ma vicinissima a casa dei nonni; le maestre sono bravissime, ma la cucina è d’asporto; gli orari combaciano alla perfezione con il tuo lavoro, ma il parcheggio è un’incognita ogni giorno.
 
Non importa il perchè, ma tu sei soddisfatta, manca solo una cosa: la certezza che tuo figlio verrà preso.
I giorni che seguono sono angosciose migrazioni davanti al cancello della materna, nella speranza di vedere il nome di tuo figlio sul cartellone dei fortunati, ufficiali, iscritti.
 
Quando tutto è finito, quando l’iscrizione è avvenuta, i bollettini sono pagati, l’accettazione è stata confermata (perchè capita, è così, io non conosco nessuno che è stato respinto... in caso contrario fatevi avanti sono curiosa di sentire la vostra storia) siete pronte per le lacrime.
Preparatevi.
Il primo giorno di scuola materna è un passo importante, ma più per noi che per loro, i bambini sono forti, si abituano a tutto, più difficile è per noi mamme accettare il fatto che stanno crescendo e sono pronti per abbandonare il nido.
 
Stefania D'Elia
stefania.delia@ladigetto.it

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo