Sempre più a picco i prestiti delle banche – Di Alberto Pattini

Secondo Bankitalia nei primi quattro mesi del 2013 i prestiti delle banche sono stati tagliati per 25 miliardi

Continua inesorabilmente il calo dei prestiti delle Banche anche all’inizio del 2013: da gennaio ad aprile i prestiti delle banche sono calati di 25 miliardi di euro.
Diminuiscono i finanziamenti in tutti i settori: meno 13,8 miliardi per la pubblica amministrazione, meno 8,2 miliardi per le imprese e meno 2,8 miliardi per le famiglie.
Per un totale, quindi, di 24,9 miliardi. Lo rileva un rapporto  realizzato dalla Banca d’Italia diffuso oggi
In un anno, da aprile 2012 ad aprile 2013, il taglio del credito ammonta complessivamente a 64,2 miliardi di euro.
 
Nell’arco dei dodici mesi, la liquidità destinata alla Pa si è ridotta di 22 miliardi (passando da 1.979,5 miliardi a 1.957,4); i finanziamenti alle aziende sono scesi di 33,1 miliardi (da 890,6 miliardi a 857,4 miliardi); per i cittadini i mutui, il credito al consumo e i prestiti personali si sono ridotti di 2,8 miliardi (da 614,6 miliardi a 605,6 miliardi).
Lo stock di prestiti per Pa, imprese e famiglie a gennaio 2013 era rispettivamente a quota 1.971,3 miliardi, 865,7 miliardi e 608,4 miliardi.
Le condizioni del credito sono «ancora deboli», ha detto Mario Draghi, presidente Bce.
 
In aprile nell'Eurozona i prestiti alle famiglie sono rimasti fermi, mentre quelli alle imprese sono diminuiti dello 0,6 per cento in un mese (da meno 1,3 di marzo a meno 1,9 di aprile).
Per ripristinare un mercato creditizio «frammentato» la Bce sta studiando un piano congiunto con Bruxelles e la Banca europea per gli investimenti ma «richiederà tempo», ha detto Draghi.
Il rallentamento dei prestiti sta allarmando le varie categorie economiche che vedono questo trend come un pericolo per l'economia e l'uscita dalla crisi.
 
«La chiusura dei rubinetti da parte delle banche – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, – è sempre più evidente. Il 2013 è cominciato purtroppo come temevano: la liquidità non gira e le imprese chiudono.
«A questo punto la questione del credito deve assolutamente diventare una priorità per il Governo di Enrico Letta. O il denaro viene messo a disposizione delle imprese e delle famiglie o la recessione diventerà più profonda con il Paese destinato a morire».
 
«I dati diffusi oggi dalla Banca d’Italia sul credito alle imprese sono estremamente allarmanti. Soprattutto se si considera che, senza l’apporto dei confidi, avremmo assistito a un crollo ancora peggiore: secondo i dati in nostro possesso, la quota media dei prestiti assistiti da garanzia è passata dal 63,5% del 2007 al 67,6% del 2012, mentre per le imprese che occupano meno di 20 addetti tale quota è arrivata addirittura all’82%».
Così Massimo Vivoli, Presidente di Italia Confidi (il più grande consorzio di garanzia del Paese) e Vice Presidente Vicario di Confesercenti, commenta la caduta dei prestiti bancari alle imprese segnalata oggi da Via Nazionale.
 
«Il deterioramento del credito alle imprese – continua Vivoli – è uno dei fattori che sta conducendo la nostra economia in una fase di avvitamento sempre più profonda. Senza credito le imprese chiudono, trascinando verso il basso anche occupazione, reddito nazionale e, di conseguenza, i consumi.
«Per questo lancio un appello a Governo e istituzioni. Serve subito un piano di intervento condiviso, sostenuto attraverso il ruolo dei consorzi di garanzia e fidi, per invertire la tendenza.
«Se non riparte il credito per le imprese, non riparte l’Italia: e non possiamo lasciare che questo accada».
 
Alberto Pattini
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